Cammino per la strada vicino casa
in un giorno assolato di primavera
dietro di me incede una stracchiola
conversando ad alta voce al telefonino
e, anziché godermi il silenzio del primo mattino,
sono costretto ad ascoltare le sue conversazioni
che, per me, non hanno il benché minimo interesse.
Altri camminano con il volto affondato nel display
di I-phone o smartphone che sia
e si esercitano nel loro mestiere di "pollicini",
e presto - per selezione naturale -
i loro discendenti diventeranno "pollicioni"
con un pollice ipersviluppato
per poter meglio lavorare sul tastierino touchscreen
di ultima generazione
Altri camminano con la cuffietta alle orecchie
e ascoltano la loro musica preferita
o se ne stanno intenti in conversazioni
con interlocutori lontani.
Avendo le mani libere
gesticolano e hanno delle mimiche
continuamente cangianti
Siccome di frequente quelle cuffiette
sono occultate,
sembrano dei pazzi o degli eccentrici
che parlano da soli.
Altri giocano,
a perdifiato,
con i loro congegni
ancora una volta
mettendo in campo
abilità da Pollicini
Il silenzio è sempre turbato
da una cacofonia di suonerie squillanti
e di conversazioni
degne di una Babele
Il mondo è bello perchè è vario
ma questa omologazione al basso
mi rattrista
Mi rattrista, soprattutto,
vedere negli altri
l'incapacità di essere da soli
con i propri pensieri
e liberi di incontrarsi con la meraviglia
nascosta nel quotidiano,
liberi di guardare al di fuori
di quel piccolo quadratino luminoso
L'incapacità di incontrarsi
con il proprio prossimo in carne ed ossa
e l'impossibilità perfino di avviare una conversazione
con uno sconosciuto,
perchè quei congegni digital-elettronici
sempre attivi
occludono ogni spazio vuoto
Un tempo si stava da soli
molto di più,
se si voleva comunicare con qualcuno
si scriveva una lettera,
sapendo che la risposta
non sarebbe mai stata immediata
ed anche senza scriverne una
ad un interlocutore reale,
la si poteva indirizzare ad uno immaginario
o, in mancanza, ci si poteva rivolgere a se stessi.
Vorrei un mondo in cui si facesse
per una volta
il silenzio elettronico
e in cui i congegni digitali fossero banditi
Ma so che questa è pura utopia neo-luddista
Ma vorrei che almeno
ciascuno potesse riscoprire
la dignità del silenzio e la bellezza del vuoto