Ha suscitato una bufera critiche e di reazioni indignate la notizia che Diego Cammarata, esponente del Pdl ed ex-Sindaco di Palermo avesse lasciato il posto da docente di scuola superiore, perchè assunto dall'ente che gestisce gli immobili sottratti alla criminalità. Nel suo curriculum, anche una condanna per essersi fatto curare la barca da un dipendente comunale. Hanno vivacemente protestato il movimento di Orlando e l'M5S. Il direttore Caruso dell'Ente: "Ha fatto domanda e l'ho accolta, operazione a costo zero"
Tra le numerose prese di posizione quella della CGIL nazionale, siciliana e di Palermo.
"La notizia dell'assunzione, attraverso lo strumento del comando, dell'ex-sindaco di Palermo Diego Cammarata presso l'Agenzia Nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati, ripropone prepotentemente il tema dell'agenzia, della sua gestione e del suo ruolo".
"Manca infatti - prosegue il sindacato - un sistematico coinvolgimento delle associazioni e delle rappresentanze sociali attraverso il quale garantire quell'indispensabile elemento di trasparenza che rappresenta il valore aggiunto nella realizzazione di scelte efficaci e condivise. Proprio per affrontare questi aspetti abbiamo chiesto al direttore dell'Agenzia un incontro che ancora attendiamo".
"Da tempo - ricorda la Cgil - ci stiamo battendo per una revisione delle norme che regolano la gestione dei beni confiscati che sono una risorsa e una opportunita' di sviluppo nella legalita'. Abbiamo presentato una legge di iniziativa popolare, 'Io Riattivo il Lavoro', sostenuta da Libera, Acli, Arci, Avviso Pubblico, Sos Impresa, Centro Studi Pio La Torre, con la quale, fra le altre importanti questioni, affrontare anche i temiche la vicenda ci propone. La legge e' stata gia' annunciata in aula alla Camera e attende di essere calendarizzata in modo da avviare la discussione parlamentare. Cogliamo, quindi, questa occasione per rinnovare alle forze politiche l'appello a procedere con sollecitudine in questa direzione. Ci pare poi inopportuno - conclude il sindacato - assumere, attraverso lo strumento del comando, una persona che ha in corso un procedimento e che e' stato condannato a tre anni di carcere in primo grado per abuso di ufficio".
Alla fine, sommerso dalle polemiche Diego Cammarata ha gettato la spugna e rinuncia al suo incarico presso l'Agenzia dei beni confiscati. È stato lo stesso ex-sindaco di Palermo a rivelarlo con un comunicato. "Le stesse ragioni che mi hanno portato a chiedere il comando presso l'Agenzia dei beni confiscati alla mafia mi inducono oggi a fare un passo indietro. La vicenda mi ha fortemente scosso e mi indigna il solo pensiero che ci sia qualcuno che possa ritenere che le ragioni che hanno accompagnato i commenti sul comando siano corrette e fondate. Nè - ha spiegato Cammarata - vi possono essere ragioni di opportunità che tengano. La sentenza pronunciata nei miei confronti, infatti, verrà sottoposta a breve ad appello sul quale confido per uscire da questo incubo".