E rieccomi a Piazza Magione
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Dall'ultima volta che ci sono passato sono trascorsi alcuni mesi
E non è certamente venuto da queste parti un mago Merlino con la sua bacchetta magica a ripulire tutto con un incantesimo
La monnezza e il degrado che mi avevano colpito allora ci sono ancora immutati, forse accresciuti, purtroppo
I conci di tufo che delimitano le fondamenta degli antichi edifici sono stati in parte divelti
Le assi di alcune delle panchine di legno sono state asportate
Insomma c'è di che per stare allegri!
Ma allevia la visione dell'incuria e della monnezza sparsa qua e là (in procinto di trasformarsi in reperto archeologico o di completare un processo di mineralizzazione), il verde risplendente dei prati e gli alberi nei quali si indovina una tensione pronta ad esplodere, soprattutto in quelli che, in autunno, hanno perso le foglie.
Allevia la sgradevole sensazione di degrado anche il fatto di vedere tanti che "usano" il posto in modo buono: una ragazza distesa a prendere il sole e accanto il suo cane
Un'altra che porta a spasso un cagnone
Cagnolini, cani, cagnoni: un complemento indispensabile del mondo, presenze assidue e costanti
Un ragazzo del posto, intento a far coccole ad un cuccioletto di cane, mentre se sta seduto all'ombra dell'alto edificio ornato di grandi graffiti e dalla facciata butterata che un tempo ospitava le suore di Madre Teresa di Calcutta
Una coppietta si fa le moine su una delle poche panchine rimaste intatte
E c'è anche un gabbiano isolato, in mezzo a tanti piccioni che pascolano tra l'erba e le commessure dei grandi lastroni di pietra, alla ricerca di bocconcini gustosi
L'arrivo improvviso d'una scolaresca che si ferma attorno alla statua di Padre Pio, schiamazzando e facendo giochi di corse e rincorse e poi indugiando a fare la sua brava merenda
Frida, curiosona, si protende verso gli scolari e alcune delle bimbe si avvicinano a coccolarla un po' e prima mi chiedono il permesso (ma non realmente per educazione, solo perché timorose di un'improbabile aggressività da parte della canuzza).
Io sorbisco un caffè al solito bar di sempre, Il Cokito, mentre fumo una sigaretta, pensoso.
Penso a dei fili magici che si protendono attraversano l'aria e che stabiliscono dei collegamenti con chi sta molto lontano, consentendo il movimento incessante di energie, di forze e di calore
E poi, me ne sto un po' ad aggiornare la mia agenda, un po' sonnacchioso e via via riscaldato dal sole i cui raggi picchiano sempre di più
Poi, leggo per un po' e la batteria del telefono sta per scaricarsi e non ho quasi più credito residuo.
E quindi, mi sento un po' paralizzato, isolato, "insulare"
Ma chi vive sulle isole deve per forza essere abituato a questo!
E poi, quando vado via, ci sono altre coppie che prendono il sole, distese su quegli scampoli di prato verde-smeraldo e che chiacchierano in un tempo fermo, senza troppi accadimenti e senza frenesia.
Ed io sono sempre pronto ad alzarmi, per andare altrove
La verità, l'essenza delle cose, si trova sempre nell'intervallo che ti separa dal posto dove sei all'altrove dove stai andando o dove vorresti arrivare.
Foto di Maurizio Crispi
Crepuscolo a Piazza Magione - Frammenti e pensieri sparsi
Cassonetti vuoti di plastiche multicolori i cui coperchi dissestati colano in ceree stallattiti di plastica fusa Fitti voli di storni nel cielo terso del crepuscolo Odore forte di pelo di cane ...
http://www.frammentipensierisparsi.net/article-crepuscolo-a-piazza-magione-113548239.html
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