Si visita con immenso piacere la mostra sui paesaggisti siciliani dell'Ottocento "Di là del Faro. Paesaggi e Pittori Siciliani dell'Ottocento", allestita a Villa Zito (Palermo) e visitabile sino al prossimo 6 gennaio (la sua inaugurazione è avvenuta il 19 ottobre 2014).
E' un'occasione davvero impareggiabile, visto che la mostra articolata in 100 opere (tra le quali alcune di grandi dimensioni) racchiude l'intero percorso del paesaggismo siciliano, in un periodo in cui la Sicilia, pur prossima al transito della modernità, si offriva ai visitatori come una terra misteriosa e piena di sfaccettature e di cromatismi, in un certo modo arcaica e magica.
Il percorso della mostra è di grande interesse, corredato com'è di pannelli esplicativi e intensamente didascalici, che danno degli elementi essenziali per potere cogliere il senso delle suddivisioni tematicche che i curatori hanno voluto imporrre all'ordine delle opere esposte, ma é anche arricchito - sala dopo sala - da citazioni di scrittori siciliani "illustri", tra i quali fanno la parte del leone, Giovanni Verga e Luigi Pirandello, oltre ad altri che, nei loro studi saggistici, si sono dedicati al tema della "sicilialinità".
Particolarmente azzeccate le citazioni di Giovanni Verga, dal momento che le vedute esposte si sposano perfettamente con il verismo verghiano e impongono all'osservatore una visione "verista" della natura, sia essa di montagne, di vedute marine, di architetture antiche o moderne: vedute all'interno delle quali l'osservatore si sente proiettato con forza, quasi con violenza a volte, come se ciascun quadro fosse una sorta di porta temporale o comunque una soglia di teletrasporto che conduce il visitatore nel cuore di paesaggi che, da Siciliano, potrà riconoscere facilmente, rendendosi conto nello stesso tempo come erano veramente un tempo, prima degli assalti della cementiificazione e della disqualificazione del territorio.
Ed é un grande omaggio ai pittori siciliani paesaggisti, ma anche un grande omaggio alla Sicilia, alla sua bellezza e al suo fascino misterioso (che in alcune sue parti, appena addentrandosi verso l'interno poco popolato) ancora si mantiene intatto, così come ai tempi del Grand Tour.
Il percorso si completa e trova una sua integrazione finale nell'ultima sala attraversata dal percorso, in cui si potranno visionare alcuni dagherrotipi dei primi cultori della Fotografia, nell'Ottocento ancora nello stato di nuova ars nascens tra cui un esemplare della serie di foto taorminesi di Von Gloeden.
Apprezzabile anche la levatura "europea" dell'esposizione con tutti i pannelli esplicative e apparato didascalico bilingui.
E' disponibile un catalogo della mostra ricco di testi approfonditi e contenente le riproduzioni di tutte le opere esposte, con un ottimo rapporto qualità/prezzo: anche se come unica pecca si deve dire che il catalogo non ha rispettato l'intento enunicato con il bilinguismo dei testi didascalici.
Nulla si può aggiungere al comunicato stampa diffuso a suo tempo alla vigilia dell'inaugurazione della mostra dall'Associazione Culturale Civita Sicilia che gestisce gli spazi espositivi della Fondazione Mormino (Villa Zito) e delle sue colezioni archeologiche ora interamente esposte a palazzo Brancjforti, oltre che la Galleria d'Arte Moderna di palermo.
La mostra, curata da Sergio Troisi e a Paolo Nifosi, è stata promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo, in collaborazione con la Fondazione Sicilia.
Vedi anche su questa pagina: Di là del Faro. Paesaggi e pittori siciliani dell'Ottocento. Dal 9 ottobre al 9 gennaio 2015, a Palermo, nello scenario di Villa Zito: una rassegna in 100 opere