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26 gennaio 2014 7 26 /01 /gennaio /2014 06:20

Cry Freedom. Nel film di Attenbourough un omaggio alla figura di Biko e a quelli che cercarono di diffondere le sue idee dopo la sua uccisione(Maurizio Crispi) Cry Freedom (Grido di Libertà) è un film del 1987, diretto dal britannico Richard Attenborough (autore, si ricorderà, anche del film su Gandhi).
Il film racconta dell'incontro tra un giornalista liberal Donald Woods e l'attivista sudafricano antiapartheid Stephen Biko, sino alla morte (l'uccisione) di quest'ultimo e oltre.
Un ancora giovanissimo Denzel Washington interpreta il ruolo di Biko, fautore, attraverso il movimento denominato "Black Consciousness Movement" (BCM), della crescita culturale dei black del Sud Africa e di un'integrazione con i bianchi
Impigrionato per le sue idee e ritenuto scomodo dal dittatoriale regime dell'Apartheid, Biko morirà di percosse in carcere (nel settembre del 1978), come tanti altri prima e dopo di lui.
La sua morte - come quella delle decine di altri dissidenti - verrà attribuita a cause accidentali.
Dopo il 1978, invece, il regime decreterà una totale segretezza delle notizie relative ai prigionieri "politici" e non si saprà più nulla, ufficialmente, di altre morti.

Il resto del film narra la storia del giornalista Donald Woods che decide di uscire dal Sud Africa per poter raccontare, pubblicandola, la storia di quello che era divenuto per lui uno stimato amico, assieme alle foto impietose che documentano lo scempio che è stato fatto del suo corpo da aguzzini che nulla ebbero di meno delle SS nei campi di concentramento nazisti: una fuga complicata, anche per non mettere a repentaglio la propria famiglia, passando dal Lesoto (e qui richiedere asilo politico agli USA), per volare quindi sino al Botswana.
Come in Gandhi, Attenborough riesce a realizzare grandi e toccanti scene corali, come quella del massacro di più di 800 studenti delle scuole che manifestavano pacificamente, dopo la morte di Biko, uscendo in corteo dalla township in cui sono relegati a vivere (Strage di Soweto, 1976), e riesce bene a dipingere il divario tra un regime ottuso che cerca di difendere in modo estremo i propri privilegi e coloro (inclusi molti dei white people anglofoni che non condividevano affatto le posizioni degli Afrikaner) che volevano (e chiedevano) una società in Sud Africa più equa e più giusta..


Il film, uscito nel 1987, venne subito considerato scomodo dal regime sudafricano e, venne di conseguenza. messo al bando e censurato (si ricorderà qui che come il regima stalinista quello sudafricano proibiva attivamente la circolazione di foto e di filmati che ritraessero i dissidenti e le foto di Biko - come quelle di Mandela - erano proibitissime).
Maureen Simpson, allora giovane studentessa, ricorda che lei e il pubblico venero fatti sgombrare dalla sala cinematografica dov'era in corso la proiezione del film.

Il film è interessante e ben costruito.
Alcuni tuttavia si sono lamentati del fatto che, più che la storia di Biko, vi era rappresentata l'odissea del giornalista per uscire dal Sudafrica e riuscire a pubblicare quello che poi diventò il volume "Biko".

Ma, sia come sia, il film riesce a dare - e in una maniera sobria, senza sbature e senza alcuna retorica - un'idea del totalitarismo del regime degli Afrikaner che, oltre ad esercitare con violenza i suoi divieti e i propri privilegi, fu soprattutto una "dittatura del pensiero", come molti altri regimi totalitari.
Una pellicola da vedere, soprattutto perchè consente, di identificare alcuni punti essenziali della storia sudafricana, prima della liberazione di Mandela dal suo imprigionamento pluridecennale nel 1998 e prima della nascita della 2nazione arcobaleno" e che, assieme a Goodbye, Bafana! (Il colore della libertà, 2007) e a Invictus (L'invincibile, 2009), cosituisce un bel trittico cinematografico che racconta del percorso verso la libertà e l'integrazione della nuova Repubblica Sudafricana.

 

 

Il trailer ufficiale



 

 

Visto in DVD per la prima volta, nel gennaio 2014 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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