La "fauna" di Brick Lane cambia di continuo. Durante il giorno, si vedono facce "regolari", ma quando ci si avvicina alla sera aumenta sensibilmente la popolazione degli eccentrici. Uomini e donne vestiti in modo strano, fittamente tatuati, con i capelli in fogge strane e con tinte multicolori. Sempre, a tutte le ore, si possono vedere habitué ubriaconi e barboni, mendicanti e accattoni vari
Per esempio, non distante dalla via principale vi un "drinkers' corner", dove sin dalle prime ore del mattino c'è un capannello più o meno fitto di bevitori di birra in lattina.
L'altro giorno, di pomeriggio, proprio all'altezza del rinomato "Beigel Bake" se ne stava seduto uno con la barba, non giovanissimo, ma nemmeno troppo anziano, che si rollava una sigaretta.
Davanti a sé un foglio di carta bianca formato A4 su cui a caratteri stampatello c'erascritto (vado a memoria, perchè non ho potuto fotografare): Do you feel under stress? Slap or kick me for 5.00. You will feel relieved!"
Dunque, un fornitore i servizi - se così si può dire! Il giovane è presente quasi ogni giorno nella sua postazione in Brick Lane, e ogni giorno il messaggio che esibisce davanti a sé varia leggermente, ma nella sostanza è sempre identico.
Seduto alla turca, egli semplicemente aspetta, e - nell'attesa - fuma una sigaretta o beve una birra in lattina.
Ma non si capisce se voglia fare sul serio oppure se tutto ciò voglia essere soltanto uno scherzo paradossale o una situazione da candid camera.
Una cosa del genere - se fatta sul serio - potrebbe portare a delle escalation pericolose, sul tema della violenza espressa come strumento per ridurre le tensioni accumulate per situazioni conflittuali o per un eccesso di stress lavorativo o - per così dire - "to let the steam off".
Ricordo di essermi imbattuto tempo indietro in una esemplificazione di sistemi non ortodossi, ma efficaci, per allegerire la tensione e per scaricare un'eccesso di aggressività trattenuta.
In una grande azienda giapponese - avevo letto - i dipendenti avevano la facoltà di andare in una speciale stanza predisposta a questo scopo dove potevano sbizarrirsi a colpire e a picchiare con tutta la violenza che ritenevano necessaria un fantoccio che, in effige, rappresentava il loro datore di lavoro.
nell'articolo veniva riferito che quei dipendenti aziendali traevano da questa pratica - per così dire "terapeutica" - grande beneficio.
Ma il giovane di Brick Lane con il suo cartello (che voglio sperare si proponesse di essere solo provocatorio) pone in discussione l'ipotesi d'una situazione ben più inquietante: che, cioè, l'esercizio della violenza su di un altro essere vivente consenziente possa essere deliberatamente fatta per ottenere un benficio personale e, per giunta, pagando una tariffa adeguata all'oggetto stesso della violenza.
Si tratterebbe, in altri termini, di una forma di prostituzione in cui si offre il proprio corpo non per fini sessuali espliciti, ma per l'esercizio della violenza altrui.
Se questa tendenza si diffondesse, sino ad essere commercializzata, potrebbe divenire il paradiso dei sadici e dei violenti che avrebbero licenza di far ciò che vogliono, pagando una tariffa.
Ma, nello stesso tempo, troverebbe il consenso di diseredati che per sbarcareillunario sono disposti a beccarsi sberle e calci.
Ma si sa che se si dà la stura alla violenza, considerando l'altro come un oggetto, un semplice puntaspilli oun punchball, poi può risultare difficile fermarsi.
E quindi il tutto finirebbe con il degenerare trasformandosi in un'interazione morbosa e/o pericolosa.
Di ben altro significato, e di segno totalmente contrario, é l'iniziativa di strada degli "Hugs for Free" o anche dei "Free Hugs", in cui dei "volontari", muniti di appositi cartello che segnala l'iniziativa sono disponibili nelle strade e delle piazze delle città per offrire ai passanti, che lo vogliano, di fare l'esperienza di un caloroso abbraccio "for free" (vedi nel mio blog "Pensieri sparsi", l'articolo di lunedì 13 dicembre 2010, L'abbraccio, potente antidoto della solitudine).