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13 marzo 2012 2 13 /03 /marzo /2012 12:40

morire_per_vivere.cover.jpgMorire per vivere (di John Scalzi, Gargoyle, 2012, titolo originale "Old Man's War"). Gargoyle apre alla fantascienza pubblicando il primo romanzo della serie Old Man’s War di John Scalzi (a tutti gli effetti, primo titolo SF della Collana Gargoyle Extra). 

Morire per vivere è il primo romanzo della omonima saga che, al 2008, in lingua originale comprende quattro opere che - oltre al già citato Old Man’s War - sono The Ghost Brigades, The Last Colony e infine Zoe’s Tale.

Una scelta giusta, anche perché Morire per vivere è stato nominato per il Premio Hugo per il miglior romanzo nel 2006 ed è stato opzionato dalla Paramount Pictures nel 2011 per realizzare nel corso del 2012 un film con la regia di Wolfgang Petersen, autore di pellicole come Virus Letale, Air Force One, La tempesta perfetta.
Quanti amano i romanzi horror e sui vampiri conoscono la casa editrice Gargoyle che, dal 2005, ci ha fatto apprezzare - con le sue due collane - tanti capolavori dell'Horror (ma non solo, perchè sono stati frequenti gli sconfinamenti nella letteratura tout court), di cui alcuni "classici" rivisitati e corredati di un apparato critico di spessore ed altri lodevolmente recuperati dal grande serbatoio dei romanzi di valore dimenticati.
L'apertura alla Science Fiction, peraltro, rientra nel progetto piu' ambizioso di raggiungere altri target di lettori anche in settori diversi del mercato (basti pensare ai numerosi apocrifi holmesiani già in catalogo, oppure alle detective story, come il recentissimo Hollywood Detective di Loren D. Estleman che ci è stato regalato come strenna natalizia a chiusura del programma editoriale 2011): un progetto che, nel suo avvio, è stato coraggioso e controtendenza rispetto ai gusti di un pubblico di aficionados del genere, portato a facili e scontati "fondamentalismi" valutativi nel nome di una mal riposta "purezza" e della garanzia di un frainteso "rispetto" dell'aderenza immobilista ad una singola e monotematica mission editoriale che soddisfi gli appetiti e le voglie di una nicchia molto limitata di lettori.

Per tali motivi, le innovative scelte editoriali della Gargoyle hanno elicititato critiche gratuite e abbastanza fuori luogo, ma rappresentano indubbiamente una vivacizzazione, con la proposta di romanzi che hanno un indubbio interesse e di apertura per i piu' curiosi tra i lettori: Morire per Vivere è scritto da un autore ancora sconosciuto nel nostro paese, ma non certamente al pubblico di lettori USA e rappresenta un'apertura coraggiosa ad un genere, in un momento in cui - storicamente - la Science Fiction è in grande declino e in un periodo in cui, in questo ambito, in Italia, si pubblica davvero poco che abbia un certo interesse.
Sono passati i tempi in cui venivano sfornati ogni anno decine di titoli tra Science Fiction e Fantasy (prevalentemente di autori stranieri e, in misura minore, anche di autori italiani) con il monopolio sostanziale di due case editrici, la Nord e la Fanucci che entrambe poi, Fanucci capofila, - per questioni di sopravvivenza - aprirono ad altri generi (il Mistery, il Thriller, il Noir o anche persino alla narrativa piu' generalista.
Perchè si sia avuto un tale declino nel corso degli anni non si sa. Forse hanno interagito molteplici fattori: uno degli elementi implicati potrebbe essere stata la perdita di fiducia nel sogno di uno sviluppo tecnologico che avrebbe potuto portare l'uomo su altri pianeti, di conoscere popoli alieni e di colonizzare l'Universo (elementi che avevano contraddistino la fantascienza dura dei Campbell e dei Clarke, dalla cosiddetta "space opera" all'esplorazione delle ipotesi scientifiche piu' ardite.
Forse anche il ripiegarsi su filoni piu' sociologici che hanno sempre piu' accorciato la distanza rispetto al "futuribile" e che hanno riportato l'uomo a prendere in esame in maniera impietosa le proprie storture e i propri mali: motivo per cui la SF sociologica ha finito con l'avvicinarsi sempre piu' al presente, essendo sempre meno di anticipazione in senso stretto e via via privata della SF la possibilità di introdurre un discorso sul "novum" tale da suscitare meraviglia ed interesse in chiave posistivistica (quel "novum" che deve sempre essere parte essenziale ed integrante della piu' genuina narrativa d'anticipazione, a partire dalle geniali opere di Verne, per arrivare a quelle sociologiche di Lem, come è bene illustrato nel classico saggio di Darko Suvin, Le metamorfosi della fantascienza. Poetica e storia della fantascienza, Il Mulino, Bologna, 1985): mentre invece, le ipotesi sociologiche, come del resto il sottogenere apocalittico e post-catastrofico, hanno finito con il penalizzare i lettori, costringendoli a guardare senza sconti ad ipotesi pessimistiche sul futuro dell'Umanità, spesso tratteggiate con le tinte fosche di un cupo realismo.

urania_1543_haldeman.pngMorire per vivere, narrato in prima persona dal protagonista John Perry, è un rilancio della migliore fantascienza tecnologica e "spaziale" (con i rimandi inevitabili alle opere di Joe Haldeman con i suoi Ggerra eterna e Missione eterna, e il Robert A. Heinlein di Fanteria dello spazio, ai tempi considerati due autentici guru della narrativa d'anticipazione). Se nell'intreccio che Scalzi ci propone ci sono degli elementi alla Clarke, questi non sono iper-realisti, né aderenti al cento per cento ad un discorso di radicale coerenza scientifica semmai,vengono introdotti in maniera evocativa ed impressionista, senza insistere troppo sulla loro credibilità scientifica e sulla loro effettiva realizzabilità.
Peraltro, viene introdotto un discorso sociologico su di un possibile futuro dell'Umanità in espanione verso gli angoli piu' riposti dell'Universo alla ricerca di nuovi sbocchi di vita.
Vi è anche un suggestivo ed interesse rilancio sul tema degli universi paralleli, che risulta sempre affascinante del resto. Ma soprattutto, in un epoca disillusa dalle ipotesi piu' ardite di sviluppo tecnologico di stampo illimitatamente positivista, viene dato un ampio spazio alle bio-tecnologie che - sia pure per scopi bellici - possono essere utilizzate per far vivere le menti degli "arruolati" in nuovi corpi potenziati e vigorosi, sino all'aporia asssoluta rappresentata dai combattenti delle Brigate Fantasma, unità di punta delle FDC.
fanteria-dello-spazio.jpgNon mancano, d'altra parte, nelle veloci pennellate che consentono al lettore di farsi un'idea delle diverse specie aliene contro cui le FDC si trovano a combattere o con cui si aprono possibili spazi di collaborazione ed amicizia (sempre problematica, peraltro) dei rimandi alle opere di SF "antropologica" che ebbe -  negli anni d'oro del genere - un rappresentante d'eccezione in Ursula Kroeber Le Guin, figlia di Alfred Kroeber, considerato uno dei padri fondatori dell'Antropologia moderna, e autrice del celebre Ciclo hainita (conosciuto anche come Ciclo dell'Ecumene) che, proponendo un messaggio di pace e di fratellanza, centra la sua attenzione sui contatti tra specie aliene e sulla necessità di metabolizzare le diversità per potere amalgamarsi in un crogiolo di razze.
Infine, con una capatina nelle tematiche cyberpunk, l'autore consente al lettore di compiere delle escursioni sulle potenzialià delle interfacce possibili tra cervello umano e i software informatici d'avanguardia (e, in tutto questo, viene anche strizzato l'occhio ai video-giochi bellici che piacciono tanto agli adolescenti, ma non solo).

Infine, Morire per vivere, pur trattando di guerre spaziali, di battaglie, di scontri con civiltà aliene che competono con l'Uomo per gli stessi spazi vitali, apre con forza alla Speranza, il che - in questi tempi bui e di pessimismo non guasta. La Speranza - detto molto in sintesi - che ci possa essere un futuro per l'Umanità e che, soprattutto, si possa un giorno rinascere ad una nuova vita, in cui ciò che conta è la conservazione delle memorie e delle esperienze della vita precedente. In questo senso, il titolo scelto per l'edizione italiana, accende la speranza: bisogna morire per potere (ri)vivere e che l'unico equilibrio possibile è la possibilità di preservare in qualche modo il ciclo delle morti e delle nascite.

Per tutti questi moti, Morire per Vivere è lettura davvero confortante per chi ama - e ha amato la Sciencre Fiction e che, dopo aver tanto letto e molto esplorato nelle varie ramificazioni del genere, si trova a desiderare di incontrare qualche lettura che sia davvero innovativa ed originale.

Un ultimo aspetto che accresce la godibilità dell'oggetto-libro é la policroma copertina che, con il suo disegno di navette spaziali alla Star Wars e il mostro alieno pluritentacolare in primo piano, rimanda alle splendide illustrazioni tematiche delle copertine dei romanzi della mitica collana Urania di Mondadori, legate alla magica mano di Karel Thole.

(Da fantascienza.com, modificato) L’Uomo si è espanso nell’universo, imbattendosi nelle sue esplorazioni solo in pochi pianeti abitabili e trovandosi piuttosto insidiato da molta "concorrenza".
Infatti, esistono molte altre razze ostili che contendono i pochi pianeti adatti all’uomo, oppure che considerano gli uomini come cibo appetibili oppure ancora che nell'uomo trovano un aversario con cui confrontarsi in mome di una loro mistica della guerra di tipo religioso.
Per il continuo confronto con queste polidriche e multimorfi specie aliene (sempre ostili, tuttavia, in un modo o nell'altro) sono nate le Forze di Difesa Coloniale (FDC) che, in poco tempo, si sono svincolate dal controllo della Terra e, forti di nuove conoscenze apprese da razze amiche, non rispondono a nessun governo, pur difendendo gli interessi della Terra e di tutte le colonie sparse per la galassia, ingaggiando una vera e propria "guerra eterna", senza esclusione di colpi, contro i polimorfici nemici.
Dell'opera di Scalzi ci sono ovviamente antecedenti illustri: sono tante le somiglianze con il romanzo di Joe Haldeman sono tante, come sono tante e originali le differenze.
Il romanzo ricorda molto anche il famoso Starship Troopers di Robert A. Heinlein (Fanteria dello spazio) che, pubblicato per la prima volta nel 1959 e insignito del Premio Hugo nel 1960 (successivamente pubblicato il 25 febbraio 1962 nella collana SF Urania e trasposto liberamente in film - peraltro poco rappresentativo - da Verhoeven, nel 1998), rimane come una pietra miliare del filone della space opera militare.
In Fanteria dello spazio, il protagonista lottava contro un solo nemico, mentre nel romanzo di Scalzi, le FDC hanno bisogno sempre di nuovi soldati, e così arruolano tutti i "anziani" di settantacinque anni con la promessa di dar loro l'opportunità di una nuova vita da giovane, senza specificare come sarà questo ringiovanimento (da qui il titolo in italiano "morire per vivere": i nuovi arruolati devono in un certo senso lasciar morire il corpo precedente per rinnascere con la propria mente e i propri ricordi in un nuovo corpo "modificato" e potenziato, che è studiato per essere una vera e propria macchina militare.
Perry possiede tuti i requisiti: ha l’età giusta ed è rimasto solo in quanto qualche tempo prima è morta l'amata moglie Kathy.
Decide quindi di presentarsdi all'Ufficio di reclutamento delle FDC, il luogo giusto per chi non ha più nulla da perdere e che è assillato dalla vecchiaia alle porte, e - all'atto dell'arruolamento - gli viene fatto leggere e gli viene spiegato minuziosamente un protocollo di consenso informato che lo rende consapevole di tutte le implicazioni della sua scelta: per esempio, gli viene detto che arruolarsi vuol dire essere dichiarato morto sulla Terra, che i suoi beni saranno ereditati dai parenti ed una serie di altre clausole.
Al termine di tutte queste operazioni preliminari, John Perry - assieme ad altre "reclute" - viene fatto salire su un "ascensore" spaziale, imbarcato su un'astronave che poco dopo lascia il nostro sistema solare.Tutti i suoi compagni di viaggio e di avventura sono come lui dei settantacinquenni. Tutti vengono studiati, visitati e analizzati profondamente e con tecniche inusuali: e poi per loro arriva la grande sorpresa, non senza momenti di panico e di allarme, poichè si tratta di qualcosa a cui non si può mai essere preparati del tutto.
La loro mente - con tutte le abilità apprese nella vita precedente e tutta la loro memoria - viene trasferita in un nuovo corpo "potenziato", quasi indistruttibile perché entro certi limiti può auto-ripararsi.
La forza, la velocità di esecuzione dei piu' semplici gesti, come anche la resistenza alla fatica, di questi nuovi "gusci" somatici sono moltiplicate, come sono potenziati e acuiti tutti i sensi. Il sangue che scorre nel sistema cardiovascolare è anch'esso "speciale": di colore verde, ha una capacità di trasporto di ossigeno ben superiore e consente dei prolungati periodi apnea. Inoltre, ciascuno di loro dispone di un BrainPal, una vera e propria interfaccia neurale che permette di comunicare con gli altri membri della FDC e di accedere rapidamente ad un'enorme quantità di dati, accrescendo la capacità di elaborazione dei dati di ogni singolo soldato e consentendo anche forme di comunicazioni non verbali, attraverso la rete informatica.
Insomma i "vecchietti" diventano quasi dei superman e, dopo un addestramento intensivo per imparare ad usare queste loro nuove capacità e una serie di armi speciali, sono finalmente pronti a scendere nel'agone contro i tanti nemici dell’uomo che si è espanso nelle "colonie" dell'Universo.
Sia durante l'addestramento, sia a servizio intrapreso, Perry - nel suo nuovo corpo - mostra di possedere grandi doti di intraprendenza, capacità di problem solving e di tempestività e, rapidamente - grazie anche al sua "carisma" e alle doti di leader che possedeva senza averne cognizione - si fa strada nella stima dei suoi superiori e va salendo di grado, con incarichi di crescente responsabilità, sino a diventare un eroe di guerra di grande statura.
Nel corso del romanzo, ci si imbatterà nella vivida descrizione battaglie contro alieni delle più diverse specie, in una di queste Perry verrà ferito mortalmente e in suo soccorso intervengono altre, misteriose truppe della FDC, sono le specialissime Forze speciali, conosciute anche con il nome di Brigate Fantasma. Perry, pur ferito ma ancora cosciente, riconosce nel suo soccorritore la moglie Kathy, morta molti tempo prima sulla Terra. Come è possibile ciò, visto che Perry ha la certezza della morte della moglie? Perry è vittima di una semplice allucinazione o ha visto veramente la moglie rediviva? Chi sono allora i componenti delle Brigate Fantasma?
 

John-Scalzi1-660x732.jpgL'autore. John Scalzi è nato in California nel 1969. Dopo un esordio da giornalista, si dedica alla scrittura. Morire per vivere (Old Man’s War), è il suo primo romanzo per il quale è stato candidato al prestigioso Premio Hugo e cui i diritti sono stati venduti in più di quindici paesi tra cui Cina, Giappone, Francia, Germania, Spagna, Russia, Israele e Inghilterra. La Paramount ha acquistato i diritti per un film annunciato per il 2012 con la regia di Wolfgang Petersen (La storia infinita, Virus letale, Air Force, Troy). Gli altri romanzi di Scalzi sono The Ghost Brigades, The Sagan Diary, The Last Colony e Zoe’s Tale. È stato consulente creativo per la serie televisiva di fantascienza Stargate Universe. Dal 2010, è presidente della Science Fiction and Fantasy Writers of America.

 

 La quarta di copertina. A 75 anni John Perry, vedovo da alcuni mesi, si arruola nelle Forze di Difesa Coloniale (FDC), imbarcandosi, assieme ad altri volontari, sull’astronave Henry Hudson. All’interno del veicolo spaziale, la coscienza dei commilitoni verrà trasferita in nuovi corpi potenziati in modo tale da disporre di una forza prodigiosa e sensi molto sviluppati, mediante una tecnologia avanzata. Dopo un periodo di addestramento sul pianeta Beta Pyxis III, Perry viene mandato a combattere i Consu, una razza aliena fiera e intelligente. Grazie a un’intuizione del veterano Perry, le FDC vincono la battaglia e il suo gruppo di appartenenza è riassegnato. Ma l’astronave viene intercettata, attaccata e Perry dato per morto. A salvarlo arrivano le misteriose Brigate Fantasma, forze speciali delle FDC, guidate da Jane Sagan, che somiglia in modo impressionante a Kathy, la defunta moglie di John.

 

IL PRIMO CAPITOLO DI "MORIRE PER VIVERE" DI JOHN SCALZI


gargoyle_logo.jpgJohn Scalzi, Morire per vivere (Old Man’s War, 2005), Gargoyle (collana Gargoyle Extra), 2012
Traduzione di Concetta D’Addetta, pagg. 308, €18,00

 
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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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