(Angelo Di Liberto) Ho ritirato il duplicato della scheda elettorale nella sede di competenza della mia città.
Ero il primo della fila e ho assistito a una scenetta degna delle barzellette più inverosimili.
Due donne di circa trent'anni si accompagnavano a una bambina tra i 9/10 anni.
Le adulte potrebbero fare a gara con le varie donnine che sfilano nei reality show defilippiani. Capelli rosso fuoco, trucco da pornostar, attillate nei loro jeans maculati di bianco e rifiniti di strass, protesi podologiche vertiginose.
La bambina è degna erede: labbra rosso vergogna, trucco alla lady Gaga, abbigliamento stile "Taxi Driver" rivisitato per l'occasione.
Nel silenzio dell'ufficio una delle due donne sbotta:
"Senta signora, abbiamo perso la scheda elettorale, ce lo fa il duplicato?".
L'impiegata comunale risponde: "Certo signore. Al vostro turno".
L'altra lady si spazientisce: "C'è pure mia cugina che l'ha persa. Ho la sua tessera (carta d'identità), la posso ritirare la scheda per lei?".
Ancora l'impiegata del Comune: "No, signora. La tessera di voto è personale. Deve venire sua cugina".
"Perciò una vuole votare e fate così?".
"Lassa stari", fa l'altra. Poi nuovamente all'impiegata: "Vabbè, però c'è mio marito che vuole votare e non ha la scheda. Deve fare il duplicato. La posso ritirare io?".
Prima che l'impiegata risponda, mi accorgo che le due donne hanno un mucchietto di carte d'identità tra le mani.
"No signora. Vale la stessa cosa che per sua cugina".
"S'ave a votare. Accussì ci danno il lavoro", fa una delle due.
Le gomme da masticare hanno già delineato la geometria dentaria delle tre figure. Poi raggiungono l'ugola indietro e tornano avanti sulla punta della lingua.
"Signore, per voi il documento si può fare. Dove abitate?".
"A Ballarò", (noto quartiere disagiato della città).
La madre della bambina scopre un altro mucchio di carte d'identità. A quel punto la mia sorpresa si trasforma in qualcos'altro.
In Italia c'è un astensionismo pazzesco. Questa tipologia di persone a malapena s'interessa di sapere chi è il sindaco della propria città, figuriamoci se ha tutta questa premura e ansia di votare.
"Noi dobbiamo votare tutti, mi raccumannu. Mi capiu? Noialtri votiamo tutti Forza Italia. Perciò ni servono i schede".
Tutto si chiarisce in un attimo. Almeno a me. Non so a voi.