Ieri (era il 13 di Agosto), passando da una via vicino casa (Via Principe di Paternò, Palermo) nell'assolata calura meridiana delle 13.00 ormai passate (ero di ritorno dall'aver fatto la spesa, ultimo cliente prima della chiusura per la pausa pranzo) una donna non anziana stava sistemando amorevolmente delle lenzuola con delle grandi scritte in rosso e in giallo e i palloncini colorati sullo spoglio muro di conci di tufo, di fronte all'ingresso di un condominio sull'altro lato della strada.
Un modo tenero e affettuoso di una figlia (e di una nipote) per ricordare la mamma e la nonna morta. Ho supposto che, da poco, in uno degli appartamenti di quel condominio fosse passata l'ala della morte a richiedere un suo tributo.
Il gesto mi ha emozionato: per il fatto che la donna con quelle lenzuola scritte con caratteri vivacemente colorati avesse voluto subito lanciare nel mondo un tributo di affetto e di riconoscenza, quasi un canto palpitante, per quella persona che non era più, anzichè far circolare la triste notizia con il classico necrologio listato a lutto, ma anche per quel tocco gioioso di palloncini colorati.
Tutto questo suggerisce che, al di là della morte, la vita continua sempre e che il momento del trapasso di qualcuno che ci è caro può anche essere il momento della festa che si accende non appena si attiva il ricordo della bellezza e delle qualità della persona cara che non è più.
Il gesto di questa donna è stato delicato e insieme fuori dall'ordinario, espressione del carico di struggenti sentimenti che sentiva di voler esternare sulla cara estinta, ma ancora viva e palpitante nel cuore dei suoi cari.
I palloncini colorati rimandano all'idea della festa, ma anche allo slancio verso di un'anima che ha da poco lasciato il suo corpo.
Un modo per controbilanciare il dolore con un canto di gioia con una scrittura ultima, per una volta non listata di nero.