Continua il reportage su Cap d'Agde che qui giunge al suo nono ed ultimo capitolo, ma ai nove capitoli principali faranno seguito delle testimonianze e delle appendici.
A sera, in genere, ci si riveste un po’. Sono ben pochi quelli che continuano a rimanere ostentatamente ignudi: forse sono quelli che fanno parte della schiera di nudisti/naturisti “puri” e “integralisti”[1].
I nudisti “porcelloni” (e scambisti), invece, amano frequentare locali, ristoranti e drinkerie che qui sono numerosissimi per far culminare la serata in uno dei tanti Privé, di cui due o tre sono particolarmente rinomati, come ad esempio il “Glamour” oppure la “Ville Romaine” o ancora Le Tantra (questi quelli più noti al tempo dei miei sopraluoghi, ma nel frattempo le cose saranno cambiate ed altri se ne saranno aggiunti, come Le Jules).
Ci sono sale per massaggi promiscue, saune e perfino un cinema a luci rosse: in tutti questi locali l’ingresso per il single (maschio, s’intende) costa in genere il doppio di quanto è richiesto ad una coppia.
In altri locali, invece, l’ingresso ai single (maschi) è totalmente precluso, mentre per le single, invece, no, in quanto le donne da sole rappresentano, ai fini delle situazioni promiscue, un valore aggiunto.
Sono previste serate speciali in cui ci si veste, almeno inizialmente, in modi buffi e provocatori. Va molto di moda, ad esempio, per alcuni locali lo stile “peplum” fatto di costumi che ricordano quelli degli antichi romani, ma rivisitati in stile fetish, visto che sono tutti capi in pelle rigorosamente nera.
Qualcuno, in questi, casi, usa indossare – per farla più completa – anche dei copricapo che ricordano elmi antichi con tanto di cresta colorata.
Nelle frotte di gente che sciama dai residence o dall’area del camping c’è molta eccitazione: una parte di questa vibrante energia elettrica che si percepisce nell’aria deriva dal piacere dell’esibizione.
Nella maggior parte dei privé, l’ingresso della coppia già costituita ha dei costi molto contenuti, mentre i single (uomini) devono pagare più del doppio. Donne single, invece, che per questa tipologia di locale rappresentano un vero e proprio valore aggiunto, hanno il privilegio dell’ingresso gratuito.
Vale in altri termini quanto già detto a proposito di altre tipologie di locali.
Oltre ai privé in senso stretto, ci sono numerosi esercizi pubblici “open”, in alcuni dei quali le stesse avventrici possono esibirsi in variazioni della lap dance accompagnati da sequenze di striptease più o meno integrale. Per esempio ci sono delle drinkerie, attrezzate appositamente, come ad esempio il Melrose Bar: e qui le performer dilettanti sono le stesse frequentatrici dei locali ad esibirsi vogliosamente, con una progressiva liberazione degli abiti e, in alcuni casi, con la messa in scena di situazioni lesbo, ma stando sempre al palo.
Ma, il più delle volte, in questi spazi open si può accedere solo se in coppia e soltanto se la controparte femminile è abbigliata in modo glamour (in cui lo stile glamour deve essere debordante in un esplicito stile “à la cocotte” con intimo, giarrettiere e calze autoreggenti in bella vista, oppure negligé di pizzo di varia fattura scollacciati o trasparenti), con scelte trasgressive che lasciano vedere più che coprire e disponibili a dar vita a teatrini esibizionistici per la gioia di tutti i presenti.
Non mi soffermerò a parlare dei privé, poiché i prive di Cap d’Agde per quanto più sontuosi e sicuramente con una numerosissima clientela senza cadute (magari con la presenza anche di 200 coppie per serata, nmeri improbabili e difficlmente raggiungibili da qualsiasi Privé italiano), e ogni giorno della settimana, presentano delle caratteristiche assolutamente sovrapponibili, anche per ciò che riguarda l’articolazione degli spazi interni a quelle dei Privé di ogni altra parte del mondo che, d’altra parte, sono nati proprio come fotocopie dei Privé francesi, sotto ogni punto di vista precursori della linea di tendenza.
Esistono degli spazi comuni per la danza e con ampi e comodi divani attorno, poi vi sono spazi in cui possono entrare solo le coppie e dove i singoli non sono ammessi, anche se possono guardare ciò che accade attraverso feritoie o occasionalmente interagire con la coppia e le coppie, attraverso grate metalliche a maglie larghe; vi sono spazi con stanze private dove sono ammesse non meno di tre persone per volta (insomma da tre in su), con la possibilità che il gruppo una volta costituitosi possa chiudersi all’interno. E in genere in questi spazi consacrati allo scambio di coppia, raramente vi sono ammessi i single.
Esistono, infine, degli ambienti open, spesso arredati con grandi sommier a tre o a quattro piazza (delle vere e proprie piazze d’armi) consacrati ai partouze e agli happening.
Talvolta, se la situazione nello spazio dedicato alle danze e al “riscaldamento” (cioè alla progressiva eccitazione sessuale che possa portare i partecipanti al clima mentale dell’orgia) sul grande palco delle danze viene portato uno di questi grandi sommier in modo che il partouze possa diventare esso stesso spettacolo, tra rutilanti luci caleidoscopiche e generatori di nebbia.
Per alcuni aspetti si potrebbe dire, anche se il discorso è troppo lungo da approfondire in questa sede, i Privé sono dei dispositivi fisici atti ad ingenerare nei partecipanti il clima mentale dell'Orgia e del sesso trasgressivo.
Da questo punto di vista tutto il mondo è paese, anche se in Francia – e a Cap d’Agde – ovviamente è possibile trovare diverse tipologie di Privé che diano risposte ad esigenze diverse, come ad esempio i Privé incentrati su tematiche Sadomaso, Fetish, Bondage, ai quali sono correlati scelte di stile e di arredamento profondamente diverse.
La vera originalità di Cap d’Agde sta, invece, come ho certato di mostrare nei capitoli precedenti, nella sua spiaggia naturalista libertina che, di fatto, non ha rivali al mondo per la complessità e variegatura delle perfomance spontanee che vi hanno luogo.
Nei successivi capitoli che seguono illustrerò quanto ho raccontato con il supporto di testimonianze raccolte direttamente e attraverso internet e con alcuni appendici tematiche.
Note
[2] Per un approfondimento su i locali notturni e i privé di Cap d'Agde si veda la testimonianza (tratta dal web) riportata nell’Appendice 4, ma anche uno specifico capitolo sulle testimonianze dal titolo Cap d'Agde. Oasi di Libertinaggio naturista. Sulle tracce di Houellebecq. Le testimonianze: natura dell'orgia e nostalgia di Cap d'Agde in tre racconti su ciò che accade nei locali scambisti
Due momenti di lap dance, improvvisati da parte di vacanziere di Cap d'Agde nel Melrose Bar, non un vero e proprio Privé ma un luogo dove praticate forme di esibizionismo spinto, prima di passare ad altro in locali di tipo diverso, con accesso più "riservato".
Una carrellata d'immagini dal film Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick, ispirato liberamente alla novella di Arthur Schnitzel, Doppio Sogno, con un'ambientazione nella New York contemporanea. Un film enigmatico e che rimane ambiguo e con un finale aperto: ma che nello stesso tempo ha dato vigore all'immaginario estetizzante sui Privé e sulla dimensione del partouze.
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