Molte fonti di stampa dicono che il fenomeno del nudismo e naturismo sulle spiagge dell'Italia sia in crescita in base ai dati ufficiali del 2013 (dati che in realtà provengono dalle stesse associazioni naturiste sulla base del numero annuale dei tesserati): ciò dovrebbe avere una relazione positiva con lo sviluppo di un mercato del turismo e di un indotto da non sottovalutare.
Segno di questa crescita culturale sono i numerosi eventi naturisti che vengono organizzati a macchia di leopardo in diverse aree geografiche dell'Italia, come sarà il prossimo NatFest Festival Naturista, in programma tra il 16 e il 18 maggio 2014 a Capalbio, definito come "Gli Stati Generali del naturismo in Italia" che si propone di coprire, con una serie di iniziative anche culturali tutti gli ambiti in cui dovrebbe estendersi una sana pratica del naturismo: lo sport, lo spettacolo, la filosofia, il discorso e la parola. E, ovviamente, a tutte le iniziativa si parteciperà nudi, ma senza fondamentalismi.
Inoltre, si fa sempre più diffuso il dibattito culturale sul naturismo, sulla sua essenza, sulle sue pratiche: come ad esempio nel sito web esserenudi.net, alimentato quasi giornalmente con nuovi post che esplorano i diversi ambiti del naturismo.
In realtà il dato non si accoppia ad un'effettiva crescita organica - quantomeno in Italia - della "cultura" del naturismo. Dove sono i praticanti del turimo in Italia? Nei cosiddetti "siti naturisti" (tutti non ufficiali e non autorizzati, a parte qualche eccezione), di naturisti veri se ne vedono sempre di meno, a parte in alcuni luoghi - e lo dico senza alcun pregiudizi - omosessuali che si cercano.
Di spiaggie autorizzate (anche solo parzialmente) non ce ne sono.
Di spiaggie con servizi "naturisti", dove si possa condurre una vita "naturista" a tutto tondo,manco a parlarne.
Quindi i numeri citati prima hanno ben poco valore rispetto ad una realtà fattuale.Invece, se in Italia crescesse la cultura del naturismo e se le spiagge e se aumentassero le location che possano essere frequentati da coloro che fanno questa scelta (e non soltanto in termini di luoghi "adibiti", ma soprattutto di servizi resi) è chiaro che l'Italia acquisirebbe titoli per attrarre il grande turismo internazionale di soggetti che desiderano praticare il naturismo, perché in Italia potrebbero trovare confort analoghi a quelli disponibili in certe location francesi (o della Grecia o della Croazia) oppure la semplice libertà di potere praticare il naturismo dove ci sia la possibilità di farlo, senza che ciò susciti scandalo.
In Italia, succube di una cultura profondamente intrisa di cattolicesimo bigotto, c'è molta ipocrisia al riguardo e nessuno osa prendere delle prese di posizione certe, a partire dalla difficoltà degli stessi cultori del naturismo a venire allo scoperto per timore di riprovare e di forme di ostracismo sociale.
Potremmo dire che, in Italia, la crescita della creatura "naturismo" di cui molti sentono una forte esigenza, quanto meno in termini di un ampliamento della propria libertà e del proprio benessere psico-somatico, tanto che in una sede di specializzata si parla dei naturismi come di una "maggioranza perseguitata", è fortemente ostacolata da una forma di "gimnofobia" (ovvero paura di essere nudi) di rilevanza sociale e, nello stesso tempo, dal pregiudizio che l'esposizione del proprio corpo nudo abbatta le convenzioni sociali, riduca il baluardo delle regole morali ed esponga per ciò stesso a pratiche sessuali indiscriminate, licenziose e promiscue.
Le cose si complicano ulteriomente quando si entra nel merito del dibattito che oppone due presunte dottrine: quella del naturismo (inteso come disciplina nobile e pura) e quella del nudismo (attività triviale e di bassa lega, in cui l'esposizione del cropo nudo nonè sostenuto nè da un ideale, né da una filosofia).
Quindi, dire che il naturismo è in crescita, è soltanto trionfalistico e velleitario: bisogna cercare di capire "come" è in crescita.
Se è in crescita solo perché è aumentato di poche decine il numero dei naturisti praticanti che possono soltanto limitarsi a stare confinati in 15 metri di un tratto di spiaggia riparato dalle rocce, mi rifiuto di condividere questa valutazione.
C'è ancora in Italia molta arretratezza al riguardo e i naturisti italiani sono soltanto dei clandestini: possono soltanto limitarsi a prendere la tintarella integrale, ma non c'è nulla della libertà e della gioiosità che dovrebbe caratterizzare la scelta nudista/naturista che per essere profonda e radicale deve includere la possibilità di "vivere" ogni momento della propria vacanza in condizioni di totale libertà, quella libertà che così come è annunciato dalla filosofia naturista è una libertà edenica da paradiso terrestre ancora incontaminato dal peccato primigenio e dunque libero da qualsiasi senso di colpa.
Lo stesso "fondamentalismo" enunciato da alcuni naturisti praticanti e le voci moralistiche che, ogni tanto, si levano sono una nota stonata rispetto alla purezza e alla gioiosità del vero naturismo, ivi comprese le distinzioni che alcuni fanno tra nudismo e naturismo, ma per quanto riguarda si tratta di questioni di lana caprina e di un puro filosofeggiare, per separe coloro che vogliono includere il sesso in natura tra le loro pratiche naturiste.
Se non c'è colpa alcuna nell'esporre il proprio corpo nudo in un contesto naturale e allo sguardo di altri, del pari non ci dovrebbe essere alcuna colpa nel lasciarsi coinvolgere in un approccio sessuale con il proprio partner.
Si tratterebbe soltanto di una cosa "naturale", ancora più naturale, proprio perché si è del tutto nudi e il passaggio all'eros può essere fluido e spontaneo.
Se i cosiddetti "tessili" sulla spiaggia si baciano, fanno petting o addirittura hanno un rapporto sessuale, perché ciò non dovrebbe essere fatto anche da chi pratica la scelta naturista, senza che ciò debba farli tacciare come i "soliti porcelli che stanno nudi per fare sesso".
E se si è in spiaggia in tanti a prendere il sole nudi, come capita di osservare in certi siti francesi dove si pratica il naturismo di massa, se c'è qualcuno che si bacia o che intraprende delle attività erotiche, la cosa suscita dei fenomeni "mimetici": e succede che è come se passasse su quei corpi distesi su teli da mare multicolori e al riparo di ombrelloni altrettanto vivaci nei loro cromatismo una folata di vento che accende l'eros tra le coppie. E tutto sembra essere molto normale e gioioso.
Ovviamente, con l'opportuna discrezione, poichè la libertà di uno non deve ledere la libertà degli altri.Nei paesi civili accade proprio così... Grandi siti naturisti, con camping e residence dovie si vive integralmente una vita naturista e spiaggie immense con una parte riservata alle famiglie e invece un'altra zona riservata agli adulti e soprattutto alle coppie.
A voi queste mie parole, per un'approfondita riflessione.
Non tutti sono d'accordo tuttavia nell'intendere superflua la disinzione tra naturismo e nudismo e pongono sottili differenziazioni per rimarcare la distinzione tra il naturismo, intenso come attività "nobile" cui è sottesa una "filosofia di vita e di approccio alla natura" e il nudismo, come attività "volgare" che, non essendo supportata da una "filosofia", scade in un semplice esercizio di esibizionismo/guardonismo, se non in una pratica di stampo pornografico/pornopoietico.
Come ad esempio questo commento di tipo definitorio ed assertivo: "Il naturismo è una filosofia di vita che si basa su un concetto generale di rispetto della persona e della natura, l’accettazione della nudità, come qualcosa di buono e giusto, il desiderio di potersi spogliare integralmente nei luoghi dove è possibile stabilire uno stretto contatto con il sole, la terra, il mare, la vegetazione. Nulla a che vedere, quindi, con la pornografia o con l’esibizionismo, di cui spesso i naturisti sono accusati. Si tratta, piuttosto, di una diversa valutazione del proprio corpo, che i naturisti giudicano privo di parti che debbano essere nascoste. Nel camminare, nuotare, prendere il sole senza nulla addosso i naturisti non hanno come obiettivo mostrarsi o dimostrare: il loro obiettivo è, invece, incrementare, attraverso questa pratica, il loro benessere personale, a tutto vantaggio anche dei rapporti interpersonali. Quello che conta è l’inebriante sensazione di libertà e, nello stesso tempo, di appartenenza alla natura concessa dall’assenza dei vestiti" (da un gruppo di discussione su FB sul Naturismo).
Seguendo tali precetti, c'è il rischio di trasformare il naturismo in espansione in una scelta reliigiosa fondamentalista e settaria.
Secondo me, soltanto la libertà e la possibilità di potere esprimere liberamente se stessi, nel rispetto degli altri (ovviamente) dovrebbero ispirare la crescita del naturismo.
scrivi un commento …