Beastly (un film scritto e diretto da Daniel Barnz, USA, 2011) è la debole rivisitazione della fiaba "la Bella e la Bestia", da cui è stato tratto pochi anni fa il lungometraggio della Disney, di ben altro spessore.
La trasposizione cinematografica tocca il tema "moderno" dell'ossessione per il corpo, la bellezza, lo stato di buona salute, come elementi portanti del successo e di ogni riuscita.
Cose che di per sè non sarebbero esecrabili. Tutt'altro. Ma che lo diventano se accoppiate alla superbia, alla tracotanza, al disprezzo e al dileggio dei "brutti", dei diversi, dei non omologati.
Il protagonista, Kyle Kingston (Alex Pettyfer), belloccio e presuntuoso figlio di un uomo successo tanto danaroso e cinico quanto distratto come padre, viene colpito da una sorta di maledizione voodoo lanciata su di lui da una "strega" metropolitana per punirlo del disprezzo con cui tratta tutti gli altri rappresentanti dell'Umanità. Il suo aspetto viene mutato: il capo prima cinto da una folta chioma bionda, ora é rasato o affetto da deturpante alopecia, il volto e il corpo sono sfigurati da sfregi, inserimento di schegge metalliche, tatuaggi (ma il fisico si mantiene prestante: almeno questo!).
E' per Kyle la rovina: la vergogna è grande e non ha più il coraggio di farsi vedere in giro. Perfino il padre, poichè Kyle così trasformato non è più adeguato a rappresentarlo nella high society dei rampanti, lo relega in una casa - benchè di lusso - più appartata rispetto al glamour della grande metropoli newyorchese e all'ambiente più in frequentato - anzi dominato - sino a quel momento da Kyle che ripiega su di una vita nascosta di giorno e furtiva di notte, con uscite con il cappuccio in testa, timoroso di mostrare ad altrui il proprio aspetto.
Poi, il resto del tempo, chiuso in casa con l'unica compagnia di un istitutore cieco assoldato provvidamente dal padre (coerente con il suo progeto di emarginazione di un figlio che gli dà imbarazzo) e di una governante di colore.
La "strega" Kendra (Mary-Kate Olsen) è stata chiara: se di lì ad un anno, Kyle non troverà una donna che, malgrado il suo aspetto, gli dirà che lo ama, la trasformazione sarà definitiva e per sempre, senza appello.
Inutile raccontare il seguito della storia che, rispetto al lungometraggio Disney è privo di poesia e soprattutto tutto incentrato sulle timorosità legate ad un aspetto fisico repellente (almeno ritenuto tale dal protagonista), mentre nel film d'animazione, la Bestia doveva di continuo confrontarsi con la sua superbia e con la sua rabbia, essendo senza tregua impegnata nel difficile cimento di ritrovare dentro di sé la gentilezza, ma anche qualità come attenzione, generosità, premurosità nei confronti degli altri.
Alla fine, il fatidico "Ti amo" verrà pronunciato dalla “bella” Lindy (Vanessa Hudgens), grassolttella quanto basta (per strizzare l'occhio a tante adolescenti sovrappeso) e dal volto fresco e pulito, ma che a conti fatti, pare melenso.
Il belloccio Kyle recupererà il suo aspetto rimpianto da attore di fotoromanzo, ma avrà veramente imparato la lezione?
Tutti felici e contenti, anche se la "strega" si accinge a colpire con i suoi strali altri superbi.
Peccato che il giovane Kyle, nel suo aspetto da "Bestia", fosse molto più interessante e caratterizzato, il volto pensoso e lo sguardo intenso.
Insomma, un film per adolescenti, nella stessa linea del recente Cappuccetto rosso sangue, fondamentale debole, tanto da indurre il recensore di mymovies (Eduardo Becattini) a titolare il suo commento: "La Bestia in versione teen perde il pelo e anche il vizio".
Scheda film
Un film di Daniel Barnz. Con Vanessa Hudgens, Alex Pettyfer, Mary-Kate Olsen, Peter Krause, Lisa Gay Hamilton, Neil Patrick Harris, Dakota Johnson, Erik Knudsen, Jonathan Dubsky, David Francis, Karl Graboshas, Rhiannon Moller-Trotter, Gio Perez, Miguel Mendoza, Roc LaFortune
Fantastico, - USA 2011. - Videa - CDE uscita mercoledì 11 maggio 2011.
TRAILER
La bella e la bestia (titolo francese: La belle et la bête) è una famosa fiaba europea, diffusasi in molteplici varianti, le cui origini potrebbero essere riscontrate in una storia di Apuleio, contenuta ne L'asino d'oro (conosciuto anche come Le metamorfosi) e intitolata Amore e Psiche. La prima versione edita fu quella di Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, pubblicata in La jeune américaine, et les contes marins nel 1740.
Altre fonti, invece, attribuiscono la ricreazione del racconto originale a Giovanni Francesco Straparola nel 1550. La versione più popolare è, tuttavia, una riduzione dell'opera di Madame Villeneuve pubblicata nel 1756 da Jeanne-Marie Leprince de Beaumont in Magasin des enfants, ou dialogues entre une sage gouvernante et plusieurs de ses élèves.
La prima traduzione, in inglese, risale al 1757.
Numerosi sono gli adattamenti e le trasposizioni di questa fiaba conosciuti in tutta Europa. In Francia, per esempio, nel 1771 fu scritta da Marmontel e composta da Grétry la versione lirica de La bella e la bestia, basata sulla storia di Mme Leprince de Beaumont e dal titolo Zémire et Azor, che riscosse enorme successo anche nell'Ottocento.
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