Si svolgerà a Palermo, il 9 ottobre 2013, dalle ore 16.30, presso il Palazzo Steri il convegno "Anima Arbereshe", nel corso del quale verrà presentato il volume omonimo curato da Ilaria Parrino, già presidentessa dell'Associazione di Palazzo Adriano"Paradiso Arbereshe. Poesie italiane di Francesco Crispi Glaviano dal manoscritto inedito" , nel quale volume vedono la luce alcune poesie inedite scritte in italiano da Francesco Crispi Glaviano.
Francesco Crispi Glaviano (Palazzo Adriano - 1852-1933), poeta imparentato con Francesco Crispi lo statista, nonché per un periodo (1980) suo segretario personale, scrisse in Arbereshe il poema epico Mbi Malin e Truntafilevet, successivamente da lui stesso tradotto in lingua italiana con il titolo "Sul Monte delle Rose" (pubblicato nella sua edizione bilingue solo nel 1963).
Scrive Ilaria Parrino: "Una fortunata circostanza ci ha fatto avere un manoscritto proveniente dal poeta Francesco Crispi Glaviano, nipote dello statista. Il manoscritto dovette essere stato regalato al suo giovane sopraddetto nipote e poeta dallo stesso Crispi in omaggio alla sua ispirazione poetica, circa il 1880, nel breve tempo in cui lo ebbe come segretario personale. Esso quindi sarà stato da lui attentamente conservato fino a quel tempo.
Il ricordo che ne viene tramandato, parla del manoscritto come personale opera giovanile dello statista e cosi viene detto anche dal poeta Crispi Glaviano che scrive sulla controcopertina: Francesco Crispi Genova, Componimenti Poetici. Che si tratti di lavoro giovanile del Crispi è evidente sia per la data in esso riportata, 1835, e sia per continui indizi evidenziabili dal suo contenuto. Particolare importanza avrà anche avuto per il Crispi nel caso che quel manoscritto conservasse, come sembra, anche il ricordo del suo primo amore, ideale, meraviglioso e sfortunato.
Si potrebbe osservare che il tono rigido che caratterizza la gran parte delle poesie guerresche in esso contenute non facilmente si accorda con quello più pacato che emerge in quelle liriche ivi contenute, o in quelle religiose da lui sicuramente scritte qualche anno dopo e pubblicate sull'Oreteo a sua firma.
Certamente c'è stata una evoluzione psicologica nel Crispi. Egli cominciando ad assumere delle responsabilità anche se in età ancora giovanissima, ed entrando in contatto con la vita concreta, si sarà liberato dalla rigidità teorica e astratta delle sue prese di posizione scolastiche certo influenzate da qualche superiore del Seminario, fosse anche il vescovo zio (Monsignor Giuseppe Crispi, grecista) o qualche altro che sarà stato il suo maestro di arte poetica e certo anche di pensiero.
(dall'articolo "Francesco Crispi e l'Unità d'Italia", a cura della D.ssa Ilaria Parrino, Associazione Culturale “Paradiso Arberesh di Palazzo Adriano)