(Maurizio Crispi) Mi chiedo per quale motivo - in una misura sempre crescente - si debba indulgere nel discutibile vezzo di salutare e di salutarsi con la parola "Aloha" che, nella lontana ed esotica lingua hawaiiana, è un'espressione di saluto usata per rappresentare affetto, amore, pace, compassione e misericordia.
Mi sembra una di quelle stupide indulgenze alla moda del momento, espressione della nostra tendenza allo scimmiottamento: cosa c'è che non va - mi chiedo - nel nostro "Ciao!", oppure nel comune "Salve!" o "Benvenuto!"?.
Dire "Aloha!" mi sembra francamente un'abitudine spocchiosa: se ci sente "in" e parte di una "confraternita" o "tribù" di eletti, ci si saluta così.
Come tutte le cose che sono espressione di un'adesione alle mode del momento, questa consuetudine - soprattutto se la parola in questione la sento pronunciar in radio - mi fa rivoltare lo stomaco.
Forse sarò intollerante, ma non ci posso fare nulla.
Non mi ci vedo proprio a dire "Aloha" a destra e a manca...