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20 settembre 2012 4 20 /09 /settembre /2012 06:59

Siculiana Marina - Foto di Maurizio CrispiNella notte c'è stato un nubifragio violento.
Il cielo è stato invaso da una cotte fitta di nubi.
La pioggia a grosse gocce ha picchiettato, tamburellato, percosso.
Poi, all'alba le nubi si sono diradate e si sono aperti grandi scampoli di 

cielo azzurro. 
L'aria pulita e trasparente.
Preso dall'improvviso ed irresistibile impulso dromomanico, salto in auto e parto.
E, ancora una volta, sono on the road, attraverso la Sicilia.
E sì che nemmeno una settima di fa sono tornato da un viaggio di oltre 3600 km attraverso l'Europa centrale.
Ma non ne ho mai abbastanza.
All'inizio il sole risplende.
I campi sono gialli e riarsi.
Oppure, dove la mietitura è stata già portata a termine sono brulli, in un patchwork di colori, dal giallo delle stoppie, al grigio-nero delle pezzature dove le stoppie sono state bruciate, al marrone scuro dove è stata portata avanti l'aratura.
Fanno contrasto con questi colori forti il disegno e i cromatismi delle vigne in pieno rigoglio, a strisce regolari di un sontuoso verde che seguono le ondulazioni del terreno, in filari paralleli che in ogni pezzatura di terreno sono disposti in una direzione diverse, come se un gigante si fosse divertito a pettinare ciascun vigneto in una direzione differente.
E questo contrasto è affascinante.
Quando arrivo ad un selva di inutili pale eoliche che ruotano lentamente come enormi uccelli preistorici che non riescono mai a prendere il volo, il cielo s'incupisce di nuovo e cominciano a venir giù a tratti rovesci di pioggia.
Ed anche la temperatura si abbassa.
Procedo egualmente nel mio viaggio, egualmente contento.
Anzi, sono rallegrato del fatto che l'umido della pioggia e il sentore di terra e polvere bagnate mi riportino all'improvviso nell'atmosfera dell'inverno.
Penso che avrò l'occasione di vedere i luoghi a cui sono diretto con le nuvole, il cielo grigio e la pioggia: cosa che ancora non è capitata.
E questa idea mi piace intimamente.
Passo attraverso la selva delle pale eoliche, un po' intimorito. Cosa accadrebbe se quelle eliche-ali dovessero staccarsi e scivolare ruotando proprio adosso a me?
Un sogno sanguinario alla maniera dei racconti di Matheson, quando gli oggetti di uso comune prendono vita e si trasformano in letalistrumenti di morte per gli uomini che li hanno creati, si accende dentro me durante l'inquietante passaggio.

Vorrei scendere al mare attraverso uno dei tanti varchi che si aprono sulla destra della Sciacca-Agrigento: ogni volta mi addentro, fiducioso, ma poi le vie sterrate, solitamente bianche, assumono un preoccupante aspetto acquitrinoso. La terra polverosa d'estate, ma sostanzialmente argillosa, con la pioggia che l'ha inzuppata è divenuta vischiosa e finisce con l'aderire alle ruote in un spesso strato che toglie loro aderenza e spinta.
Siculiana Marina - Foto di Maurizio CrispiMi lascio alle spalle, il varco che conduce al Borgo Bonsignore e alla Foce del Platani, poi "Eremita" che il primo ingresso per Torre Salsa (che è diventato un vero e proprio pantano), i due ingressi successivi per l'oasi WWF, Cannicella e Omomorto, continuando per procedere lungo il vecchio tracciato della Statale, dopo Montallegro che, con i ruderi della prima città ancorati sul monte che oggi sono tornati ad essere pietra, conserva per me sempre un grande fascino.
Arrivando infine al bivio che conduce a Siculiana Marina, mi infilo per quello: qui, almeno la strada è asfaltata, per quanto si vedano in maniera netta i segni d'un violento nubifragio che si è abbattuto su questa contrada alcune ore fa.
Il borgo di Siculiana Marina non è granché: un pugno di case moderne, orrendi cubi di cemento (ancora addobbati di tettoie di eternit) costruiti senza alcun gusto architettonico, come un gioco di cubi per bambini le cui singole unità sono state piazzate a casaccio.
Le case sono protette da un grande diga "foranea" che ha lo scopo di riparare una parte del litorale dagli assalti furiosi del mare e dai venti che, sul Canale di Sicilia, soffiano sempre gagliardi.
Non c'è un vero e proprio porticciolo: qui il mare non offre alcun riparo.
Gli abitanti spazzano via sabbia e fango dalle strette vie: si vede bene che c'è stato un nubifragio.
La via é breve: si transita rapidamente attraverso il piccolo gregge di cubi di cemento e si è subito sul lungomare che costeggia la grande spiaggia sabbiosa, delimitata ad ovest da una grande roccia argillosa, grigio-biancastra e friabile che, con i suoi contrafforti franati, impedisce il transito alla spiaggia successiva.
Il mare è agitato e le onde si rompono nei pressi della spiaggia, con un rombo continuo, il vento saffia vigoroso.
Siculiana Marina - Foto di Maurizio CrispiSe il mare fosse tranquillo, si potrebbe passare a guado alla spiaggia successiva che continua poi per molti chilometri, sin quasi ad Eraclea Minoa ed oltre.
Ma oggi ci si deve accontentare di questa spiaggia, grande sì, ma non troppo, soprattutto perchè non offre alcun punto in cui il centro abitato sia fuori dalla vista.
Tutto é chiuso e abbandonato, ma non perchè siamo fuori stagione.
E' stato il nubifragio a indurre quelli del posto a lasciare tutto chiuso, come si fosse già entrati nella smobilitazione invernale.
Ma la giornata offre continui ed imprevisti rivolgimenti, da così a così.
Poche anime perse vagano per l'immensa distesa di sabbia, mentre comincia a piovere.
E ci si deve riparare; poi, la pioggia si depotenzia e allora si può riprendere a camminare.
E le poche decine di persone che si erano riparate dalla pioggia ritornano di nuovo a camminare sulla spiaggia resa compatta dalla pioggia, oppure sdi distendono al sole.

Gigli selvatici spuntano dalla sabbia: sono uno spettacolo.
Gabbiani volano alto: non pensano nemmeno a posarsi sulla spiaggia battuta dalle onde, troppa risacca.
Alla fine, mi seggo nell'unico locale aperto e ordino un bicchiere di vino e un piatto di pasta (gramigna con gamberi, zucchine, pomodoro e pistacchio).
Siculiana Marina - Foto di Maurizio CrispiGrandi teloni di plastica trasparente protegono l'interno del gazebo dalla pioggia: la loro superficie esterna è imperlata di gocce e, attraverso si vedono la spiaggia e il monte e le persone che camminano tutte sfumate come in un quadro impressionista o in marina di Turner.
Leggo, fumo una sigarettta e poi riprendo a camminare.
Appena arrivato avevo cominciato a fotografare svogliatamente: poi, man mano che andavo avanti ci ho preso gusto e ritmo, sino a che la batteria della macchinetta compatta mi ha tradito.
Che fare?
Niente problemi: ho preso a scattare istantanee con l'I-phone, anche se, con queste condizioni di luce, le foto vengono fuori prive di morbidezza, con contrasti sparatissimi, ma anche così va bene.
Purtroppo, specie quando si affaccia il sole sono costretto a fotografare alla cieca (quasi), poichè il riverbero mi impedisce di guardare bene nel display.
Eppure, pur con questa difficioltà riesco a farne tante e quasi tutte mi piacciono alla fine.
All'ultimo nella foga di una delle ultime foto con l'I-phone, mi è sfuggito di mano e stava volando verso terra, io allora per evitare gravi danni ho cercato di stopparlo con il piede, sul quale è rimbalzato per volare dritto dentro una pozzanghera di acqua fangosa.
E si è tutto squinternato...
Siculiana Marina - Foto di Maurizio CrispiDopo aver a lungo passeggiato pensoso (e fotografato) dopo una sosta per prendere il sole, mi sono rimesso in auto per fare il viaggio di ritorno, all'imbrunire e nella notte, dopo aver riattraversato la selva di pale eoliche che sono piazzate al varco verso l'entroterra quasi fossero vigili guardiani.
Si ritorna sempre, alla fine, anche quando ti sei ritirato sul tuo pianeta di solitudine.

Si ritorna per condividere ciò che si è visto e si è sentito.
Si ritorna perché soltanto così, dopo, si può pregustare il piacere di una nuova fuga.
L'irrequietezza che alberga dentro alcuni (io sono uno di questi) ci porta a mordere sempre il freno che ci trattiene e a desiderare di andare, non importa dove, da qualche parte: ogni luogo donerà il senso della meraviglia, ma sarà soprattutto l'andare del viaggio, in quel limbo che si trova tra il punto di partenza e il momento del ritorno. 

(Palermo-Siculiana Marina, il 15 settembre 2012)

Siculiana Marina - Foto di Maurizio Crispi
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commenti

F
lettura gradevolissima... buon viaggio
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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