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19 febbraio 2014 3 19 /02 /febbraio /2014 07:04

A glorious day. Una domenica londinese, di sole e di cielo azzurro

 

(Maurizio Crispi) Al mattino di domenica 16 febbraio 2014 ci attende un'incredibile giornata di sole e di cielo azzurro, almeno per le consuetudini meteo londinesi.
Anche la temperatura è relativamente mite.
E' quello che i Britannici definirebbero a "glorious" day...
Usciamo in formazione.
Prima è Maureen che va a correre ed io esco con lei per camminare, portando Babacino con me nello sling dove presto ben rincanttucciato si addormenta (come sempre del resto), sleeping in the sling, quindi, con un mio personale neologismo "sleenging".
Cammino vigorosamente, rincuorato dalla nitidezza dei colori, dalla trasparenza dell'aria e dai fulvidi colori: vado dapprima al piccolo parco dedicato a King Edward, lungo il Tamigi a poca distanza da casa: qui, mi soffermo ad osservare gli scoiattoli.
Sono incredibili questi scoiattoli: a differenza dei loro cugini americani che ho avuto mod di vedere a Central Park (nella Grande Mela), questi britannici mi sembrano molto più timidi e riservati.
Non ti consentono mai di avvicinarti a meno di tanti metri, sicchè - a meno di essere dotati di un potente teleobiettivo - è quasi impossibile fotografarli.
Sono anche sospettosi e attenti a qualsiasi anomalo riflesso e scattano, immediatamente, per andare a nascondersi in recessi sicuri (da dove magari, poi, continuano ad osservarti con i loro occhietti scuri e mobili).
A glorious day. Una domenica londinese, di sole e di cielo azzurroE quando balzano via, se riesci a cogliere il loro movimento, sono un vero spettacolo per gli occhi, soprattutto quando saltano leggeri, inarcando il dorso e sollevando la coda verso l'alto, una coda che più che di pelo sembra esser fatta di piume leggere, che ondeggiano nel piccolo vento generato dal movimento.
Pazzesca agilità, accoppiata con sublime leggerezza... potrebbero essere una varietà sui generis di volatili con quella coda piumosa e aperta come un ventaglio di cui si intravede un morbido disegno in filigrana, se viene illuminata nel controsole. E si comprende come una varieta di scoiattolo si sia evoluta sino ad avere una membrana leggera che collega la zampa anteriore con quella posteriore, sicchè balzando da un ramo all'altro, possono improvvisare brevi voli a vela, una sorta di parapendio naturale.

Frustrato da questa difficoltà nel fotografarli, ma oltremodo meravigliato dalla leggiadira dei loro movimenti, ad un certo punto della mia passeggiata, mi sono imbattuto in un altro loro congenere che, a differenza degli altri, se ne stava pigramente allungato sul bordo dello schienale di una panchina, quasi fosse disteso a prendere il sole.
Per nulla spaventato dalla mia presenza e da quella di altri passanti occasionali e runner-by si stiracchiava a più non posso, per poi sedersi a leccarsi il pelame.
Beato (a meno che, mi son detto, la sua apparente pigrizia, non possa derivare dall'essere lui giù di corda o malato).
Mi sono sbizzarrito a fotografarlo (levandomi - per così dire - il "testale") e poi ho proseguito oltre.
Il sabato e la domenica mattina qui a Londra, non c'è quasi nessuno in giro.
Le strade sono vuote, pochi passanti, ancora meno auto.
Solo runner e salutisti della passeggiata, da soli o con il cane.
Proseguendo nel mio andare, ho notato che il livello del Tamigi era insolitamente basso: non l'avevo mai visto così...
A glorious day. Una domenica londinese, di sole e di cielo azzurroDa uno dei punti da dove è possibile farlo (qua e là lungo il Thames Path ci sono delle scalinate che, attraversando lo spessore del Wharf - argini - arrivano proprio al grato del fiume, scendo sulla riva che è disseminata di detriti di ogni genere, ma dal fiume all'argine vero e proprio, in questa giornata di apice di bassa marea, si delinea una bella spiaggia in pendenza e ci sono dei cercatori di non so che cosa, attrezzati con canestri e secchioni di plastica colorata, che rovistano nella sabbia e che smuovono i massi.
Cammino per un po' lungo il greto che assume a tratti un aspetto quasi lunare, per poi riemergere sulla via di Wapping dalla scala successiva.
Ero un po' in apprensione, mentre sono giù. Pensavo tra me e me: "E cosa accadrebbe se arrivasse all'improvviso una violenta onda di marea?".
Riprendo a a camminare, anche la batteria della macchina fotografica all'improvviso mi abbandona. Pazienza! - mi dico - Tanto c'è l'I-phone!.
Con Maureen abbiamo appuntamento in un piccolo caffè di Wapping dove ci siamo fermati diverse volte.
Arrivo e ordino un "americano" al latte con un plain croissant ed intanto, mentre Babacino dorme beato, leggo le ultime pagine della sceneggiatura di "The Counselor".
Poi, quando arriva Maureen, è il mio turno di correre, mentre lei ritorna a casa con Babi. E, questa volta, io - purtroppo, senza macchina fotografica - mi spingo versa il Saint Katharine Dock e il Tower Bridge, da cui torno indetro percorrendo The Highway.


Poi, dopo il pranzo quieto a casa (preparo un'ottima omelette con la pasta fritta, usando quella che è rimasta dal giorno prima), usciamo per una seconda passeggiata e ci dirigiamo verso Canary Wharf, in un pomeriggio i cui colori caldi che volgono al tramonto, sono ancora più vcaldi e "gloriosi".
C'è tanta gente lungo l'argine, chi corre, chi passeggia, bimbi in triciclo.

Mi sembra quasi, guardando le nubi che si accendono di colori mentre il sole si fa sull'orizzonte, il paesaggio del Tamigi, adesso con un livello ben più alto rispetto al mattino, gli edifici lontani che si stagliano netti e senza sbavature, i gabbiani che volteggiano in cielo e le imbarcazioni che sfrecciano lungo il fiume, che sto vivendo dentro uno dei quadri di Turner che mi è capitato di ammirare la domenica prima (alla mostra "Turner and The Sea", allestite al Greenwich National Maritime Museum).
Conclusa la passeggiata proprio nel cuore commerciale di Canary Wharf cioè propio ai piedi delle alte torri fantasmogoriche che solitamente vediamo con uno skyline dalla nostra finestra, siamo tornati a casa con il DLR, perchè ha cominciato a far freddo.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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