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3 febbraio 2025 1 03 /02 /febbraio /2025 03:52

La trascrizione di questo sogno è di un anno fa
Pubblicato su FB e mai trascritto qui, nel blog

Maurizio Crispi (3 febbraio 2024)

Gli occhi degli alberi (foto di Maurizio Crispi)

C’è un sogno di questa notte
Non l’ho annotato subito 
e tanti dettagli sono andati persi 

Recupero adesso quello che posso 

Sono in viaggio, 
tanto per cambiare 
In auto con altri 
Forse c’è mio figlio Gabriel con me 

Camminiamo e camminiamo 
(qualcun altro alla guida),
a un certo punto superiamo delle transenne
Ci fermiamo in quella che sembra essere 
una grande piazzola di sosta 
In ogni caso, la strada asfaltata non prosegue oltre 
Scendiamo dall’auto,
ci sgranchiamo gli arti rattrappiti
Siamo ai piedi di un'altissima rupe verticale 
percorsa da grandi spaccature 
che fanno intuire che aldilà della parete rocciosa vi sia altro,
un'ampia vallata nella quale si dispiega una città intera
Quindi, ad una simile vista, 
non posso resistere al richiamo 
E subito vado ad esplorare, ritrovandomi
a girare per le vie di questa città antica e affascinante, 
piena di edifici storici architetture 
gotiche, baroccheggianti e neoclassiche
Di tutto e di più 
Esploro senza sosta, in lungo e in largo 
Cammino 
Fotografo 
Respiro l’aria  ferma e polverosa 
che si respira nelle vie e nelle piazze, 
nei boulevard e nei vicoli 
umidi e ombrosi
Ma la città che rivela di possedere un nobile fasto 
e che sembra intatta
manca del tutto di abitanti, di animali, 
di voci e di vita 

Poi mi ritrovo a camminare su una bici sgangherata
lungo una strada 
che sto esplorando 
(c’è sempre una strada da percorrere)
e c’è con me Gabriel,
anche lui in bici

Siamo adesso dei viaggiatori ciclomontati 
Appassionante!
Ci fermiamo nei pressi di un edificio 
che sembra una chiesa di campagna 
le mura di pietre antiche, a vivo, e muschiose
Entriamo 
Ci sono voci vibranti che si levano in preghiera, 
mormorii e la sulla sacra echeggiante
sotto ardite capriate
e ci rendiamo conto che c’é
in corso una funzione

I fedeli della congrega
sono stipati attorno ad un predicatore 
(più che un prete delle nostre chiese
sembra un reverendo,
un pastore di anime 
che raduna attorno a sé le sue pecorelle)

Io ascolto mescolato tra la folla,
sornione
Faccio dei cenni con la testa
come dire che comprendo bene le parole
che vengono enunciate
Tutti cominciano a girarsi verso di me,
anche il predicatore

Ho l’impressione che mi prendano
per un profeta
per uno che ha da dire delle parole messianiche
Mi sento un po’ imbarazzato
da questa attesa gravida di speranze,
riposta in me
Ma sto al gioco

Parlo
usando parole volutamente oscure
alle quali gli altri che ascoltano
possono dare il significato 
che preferiscono, 
a ciascuno più congeniale

Vengo interpellato 
sempre più di frequente

Alla fine, 
tutti pendono dalle mie labbra
Quando il discorso del reverendo
è concluso
c’è da fare una raccolta di denaro
per il benessere della comunità 
Io stesso do un contributo generoso
Poi, io e il predicatore 
ci mettiamo a parlare in privato,
scambiando punti di vista
(siamo colleghi in fondo)
Il predicatore è barbuto 
come lo sono io
Potremmo essere la stessa persona
Si attiva un senso di identità molto profondo,
ma anche inquietante

Poi, alla fine, mi commiato,
facendo voti di fare ritorno un dì

Esco fuori dal luogo di culto
e trovo Gabriel che m’attende paziente

Nel mentre ha cominciato a smontare 
Il bivacco che, evidentemente,
avevamo allestito
prima di entrare nella chiesa
(ma di questo non avevo memoria)
Gabriel ha smantellato tutto quanto
lasciando però le cose ammezzo
senza provare ad impacchettarle
per bene

Un po’ lo rimprovero perché
non ci ha nemmeno provato
Quindi comincio a darmi da fare
per sistemare il nostro bagaglio
dandogli al tempo stesso
delle spiegazioni 
perché impari a fare da solo un domani
quello che mi sta vedendo fare oggi

E qui il sogno finisce, 
andando in dissolvenza

Amen

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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