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1. Ho sognato di essere affaccendato
Poi quando mi son svegliato
niente più
Il territorio del sogno
appena attraversato
era solo una distesa di terra bruciata,
brulla e arida,
perché qualche feroce invasore
l’ha tutta cosparsa di sale
Ci sono i ricordi del passato,
però, che si agitano
squassati dal vento
e premono per ricevere attenzioni,
ma sono inafferrabili
Misteriose correnti d’aria
si muovono attorno a me
e il loro tocco
é gelido
Il vento, fuori?
da ieri
soffia instancabile
Poi mi sono riaddormentato
e ho sognato
Eravamo nel pieno di una catastrofe climatica
(e c'erano tutti i segni che indicavano
l’inizio di una nuova glaciazione)
Faceva freddo
e c’era neve dovunque
Ma io, nella veste di improvvisato conferenziere,
davanti ad un ristretto pubblico di seguaci,
sostenevo la tesi che fossimo vittima di un inganno
perpetrato ad arte
Le mie argomentazioni erano forti e decise
Quella neve era finta, dicevo
Aggiungevo: Se si trattasse dell’effetto di una nevicata vera
anche le chiome degli alberi
tutt’attorno a noi
ne sarebbero rivestiti
o comunque sarebbero imbiancati
È tutto un falso!. predicavo,
Qualcuno vuol farci credere che corriamo
verso la catastrofe
Mi sono rivolto a Gabriel
che era con me
e gli dicevo:
Forza, Gabriel, andiamo via!
É tempo per noi di fare colazione!
Il vento di notte
ha continuato a soffiare
con raffiche incensanti,
muovendo le nubi di continuo,
sparpagliandole,
ammassandole,
forgiandole,
come fa un cane da pastore
con il suo gregge
Al mattino,
che è gelido,
dopo questo inesausto lavorio
del loro pastore
le nubi si si sono presentate
a me che le osservo
assemblate
in foggie fantastiche
(19,91,2025)
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2. Ho sognato che ero con i miei figli
All’inizio mi trovavo a scuola con Gabriel
Ero andato a prenderlo, però avevo assistito anche alle lezioni (ma non so a che titolo)
Quindi ci ritrovavamo a lasciare la scuola assieme
Scendevamo per un’ampia scalinata
Gabriel davanti a me ed io dietro
Alla fine dei gradini, Gabriel mi diceva di aver fame
Va bene, faccio io, adesso facciamo merenda!
Incontriamo Fra che si trova lì per altri motivi, forse
E gli dico: Stiamo andando a fare merenda! Vieni con noi?
Davanti alla scuola ci sono ben due rosticcerie
Gabriel vorrebbe entrare in una (non saprei dire per quale motivo, forse perché è più colorata e scintillante)
Io mi dirigo verso l’altra, dove c’è una ricca esposizione di pezzi già pronti, caldi e fumanti
Devo faticare non poco per convincere Gabriel a seguirmi: lui vorrebbe testardamente andare nell’altro posto
Ma alla fine si convince. E con lui Fra
Gabriel prende un’arancina al burro
Lo stesso fa Francesco
Io, all’inizio, non vorrei mangiare nulla per mantenere il mio appetito intatto per l’ora di pranzo che non è molto distante (già l’ora s’avvicina)
Sono molto in conflitto ed esitante
Poi, alla fine, quasi con l’atteggiamento di colui che ha deciso di “sacrificarsi”, ordino un pane con panelle e crocchette (alias, dalle nostre parti, in siculo latino, “cazzilli”)
Mi porgono un mafaldone gigantesco (tanto lo è che stento a tenerlo in mano) con una farcitura ricca e debordante
Mettiamoci comodi!, dico ai miei figli
E dunque cerchiamo dove sederci
Nello slargo davanti alla rosticceria ci sono solo due tavoli forniti di sedie
Non ci sono grandi problemi di scelta, pertanto, e ci accomodiamo
Già loro, voraci, hanno presso d’assalto la loro arancina
Io faccio del mio meglio per seguirli e assalgo a colpi di mandibola il mio mafaldone
Crunch! Crunch!
Non c’è che dire!
Il pane è fresco, la crosta crocchiante sotto i denti, morbido e profumato l’interno di mollica, deliziose e fritte al punto giusto panelle e crocché
Ingurgito grossi bocconi, non senza prima aver masticato a lungo per ben gustare i celestiali e robusti sapori
Per un po’ si sente soltanto scroscio di mandibole, poi quando la foga si è attenuata, parliamo di molte cose diverse
Ed questa la prima volta che ci ritroviamo assieme dopo tanto tempo
(20.01.2025)
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