Un piccolo sogno trascritto esattamente un anno fa
Ho naturalmente sognato
Anche questa volta ero parte
d’una vasta comitiva
costituita da gente comune
ma anche da molti, sovrastanti,
dignitari pomposi e vacui
Si trattava di partecipare
all’inaugurazione d’una nuova tratta ferroviaria
C’erano intoppi e lungaggini
Ricordo che entravamo
in un vasto atrio
spazioso ed echeggiante
( o forse si trattava d'un capannone
o d'un hangar)
dove erano disposte
in file interminabili
scomode panche di legno grezzo
alle quali eravamo invitati
a prender posto
da una voce metallica
(gracchiante)
proveniente da altoparlanti
piazzati in angoli remoti del soffitto
Io cercavo di tenermi a distanza
dal resto della folla
(cosa non difficile, visto che le panche
fornivano sedute sovrabbondanti)
e soprattutto cercavo di tenermi
a distanza di sicurezza dai dignitari
sempre più pomposi e vacui
E mi ricordai di ciò che scrisse il caustico Voltaire
Si haut que l'on soit placé,
on n'est jamais assis que sur son cul!
Frase che, sovente, mi ripeteva ghignando,
tra una tirata di pipa e l'altra,
lo zio Luigi, fratello di mamma
e generale con tre stellette,
sempre dissacrante
Avevo con me,
come sempre,
la mia attrezzatura fotografica
E di più non ricordo
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