La città è ancora deserta, addormentata
Il passo cadenzato rompe il silenzio
innaturale dopo il delirio della notte
Attraverso i prati
cosparsi di fiori di carta colorati
ciò che rimane dei mortaretti e dei botti
esplosi nella folle guerra dell'ultimo giorno dell'anno
Anziché profumi soavi
il forte e penetrante odore della polvere da sparo
e della pirite
Una guerra è appena finita
e ha richiesto il suo tributo di sangue
Un cestino dei rifiuti squarciato
e tutto il contenuto ridotto in minuti frammenti
Qualche demente ha pensato di infilarci dentro
un botto appena acceso
per vedere che effetto che fa
Il sudore mi gocciola dalla fronte
mentre corro a passo cadenzato
Poi, comincia a piovere
a grosse gocce
Un acquazzone violento
che fa scorrere l'acqua nelle canalette di scolo e,
a cascata, dentro i tombini
e la pioggia dilava via le tracce
della guerra di capodanno
e il tanto sangue inutile sparso,
sino alla prossima scadenza
quando la piccola guerra cittadina
scoppierà di nuovo
in barba a tutti i divieti
L'autunno è tardivo
Ancora oggi, stranamente, le foglie cadono dagli alberi
e ingombrano le strade
Un cartello minaccioso affisso sul bordo della vasca dei pesci rossi
recita: "Avvistati bocconi avvelenati. Attenti ai vostri animali"!
E non si comprende se sia l'avviso lasciato da un buon samaritano,
o da un malevolo cinofobo che vuole indurre i padroni dei cani a portar lontano i propri animali,
o da un acritico diffusore di leggende metropolitane
Nerina, il cane adottivo della Villa,
è tornata dopo due giorni di assenza.
Qualcuno in vena di far bene l'aveva portata a casa propria
e chiusa fuori sul balcone
Nerina angosciata da scoppi e petardi
è saltata giù,
oltrepassando con un sol balzo la ringhiera
Il balcone era al primo piano
e la povera Nerina non si è fatta nulla
E' solo un po' zoppicante
Un'anziana signora che incrocio ogni mattino,
mentre fa passeggiare una candida barboncina
mi esorta a tenere il mento alto mentre eseguo un certo esercizio
Mi dice: "Sa, mi sono permessa di dirle questa cosa, perchè sono insegnante di educazione fisica".
"Non poteva che essere così", rispondo, "e comunque auguri"
"Auguri", risponde lei con un sorriso
Le strade sono ancora ingombre di involucri di petardi, castagnette, bombe varie,
bicchieri di plastica, bottiglie di spumante vuote,
chiazze di vomito
Il nuovo anno: eccolo
(2 gennaio 2011)