/image%2F1498857%2F20230606%2Fob_4547c9_non-temero-alcun-male-heilein.jpg)
Nel 1970 Robert Heinlein, uno dei più grandi maestri della SF pubblicò un opera che si colloca tra quelle in cui egli riflette sul fine vita, Non temerò alcun male (I Will Fear No Evil), il cui titolo originale è tratto dal Salmo 23:4 della Bibbia. Ricordo che lo lessi (lo divorai) nella forma di un tascabile Bompiani (uscito nel 1977) e, in effetti, la sua prima edizione italiana era stata fatta da Bompiani, nel 1972
Qui, in un mondo sovrappopolato nel XXI secolo, un tycoon, molto anziano e gravemente ammalato decide di avvalersi di un'avveniristica tecnologia per sfuggire al destino che l'attende e che gli consentirà di trasferire la sua mente in un corpo giovane.
Johann Sebastian Bach Smith, nato come Schmidt, ormai novantenne e decrepito, è tenuto in vita da un supporto medico, sicché decide di far trapiantare il proprio cervello in un nuovo corpo, offrendo un milione di dollari ai congiunti di un donatore in stato di morte cerebrale.
Non appena le circostanze lo consentono viene effettata l'operazione (a Heinlein non interessa dare spiegazioni tecnologiche sul perché e sul per come sia possibile compiere una simile cosa, non si sofferma sui dettagli tecnici: dice che è possibile e basta. E il lettore deve seguirlo). Le circostanze per dar corso alla "rinascita" di Schmidt sono che sia disponibile un corpo recipiente, in buona salute e in stato di morte cerebrale: la sorte vuole che il corpo donatore sia quello di una giovane donna che è Eunice Branca, sua segretaria che è stata uccisa da un balordo, e Schmidt nelle clausole del contratto avevo omesso di specificare controindicazioni circa il sesso del recipiente.
Quindi, al suo risveglio, Schmidt si ritrova dentro il corpo di una donna e, per giunta, molto avvenente e desiderabile.
/image%2F1498857%2F20230606%2Fob_a028d0_non-temero-alcun-male-tascabile.jpg)
Inizia così a vivere una nuova vita, avendo assunto l'identità di Joan Smith, guardando il mondo attraverso gli occhi di una donna, ma rimanendo uomo di esperienza e di appetiti sessuali assolutamente rinvigoriti (anche se orientati per necessità di cose verso il sesso maschile). Questo genera delle situazioni a volte imbarazzanti, a volte comiche, soprattutto quando egli si ritrova a confrontarsi con il suo più fedele collaboratore che è il suo avvocato di sempre Jakob Moshe Solomon) ed è nel fiore degli anni. Da donna (con quell'alchimia ormonale) si ritrova a desiderare un contatto sessuale con lui, ma la sua mente è quella di un uomo: insomma, Schmidt dovrà confrontarsi con grandi difficoltà interiori, sino a compiere il grande passo, dopodiché finirà per sposarlo.
Molti interrogativi restano aperti, tuttavia: cede a questo impulso perché è il corpo da donna che vuole così, oppure è lui - ancora uomo nella mente - che in modo inatteso - scopre delle valenze omosessuali dentro di sé?
Sin dall'inizio le cose si complicano ancor di più, poiché probabilmente per via della persistenza della mente che aveva abitato quel corpo, la personalità del corpo recipiente si risveglia, iniziando un dialogo con Schmidt, prima occasionale e a sprazzi, poi sempre più costante e serrato.
Quindi, nel rapporto (che presto diventa stabile relazione) con l'uomo sono adesso in due ad interagire con una fantasmagoria di effetti. Il costante dialogo con Eunice Branca, aiuta Schmidt a destreggiarsi nella sua nuova identità.
E, alla fine, colpo di scena finale, Jakob Moshe Solomon muore all'improvviso per un ictus e, per una strana alchimia (anche qui Heinlein non ci fornisce alcuna spiegazione) entra nel corpo di Eunice Branca che già ospita la mente di Schmidt e quella di Eunice e quindi nel finale si trovano tutti e tre assieme a dialogare e a confrontarsi.
Ricordo che questo romanzo mi entusiasmò, al pari di "Straniero in terra straniera" che lessi subito dopo: ma questo forse ancor di più, perché Heinlein affrontava il tema del fine vita e dell'immortalità che del resto compare in altre opere come in Lazarus Long, l'immortale oppure nel precedente I figli di Matusalemme.
E qui si tratta di un Heinlein più maturo che affronta i grandi temi filosofici della vita e della morte, ben lontano da quello delle prime opere "spaziali", tipo "La fanteria dello spazio", considerato una vera pietra miliare nel contesto della Space Opera militare.
Perché tutta questa tiritera su Heinlein?
Ieri, scartabellando Netflix, mi sono imbattuto tra i new release in un film non troppo recente (USA, 2015) il cui titolo è "Self/less", con un buon cast di attori e di buona fattura.
Le battute d'inizio della pellicola mi hanno fatto pensare irresistibilmente a "Non temerò alcun male", perché anche qui un ricco tycoon, ammalato gravemente, con metastasi diffuse e destinato a morire di lì a poco, decide di rivolgersi ad una società (quasi clandestina e solo da pochi conosciuta per via del passaparola) che si rivolge ad una audience di clienti facoltosi e motivati per aiutarli a sopravvivere alla propria prossima morte.
/image%2F1498857%2F20230606%2Fob_12911b_selfless.jpg)
L'industriale ultramilionario Damian Hale, maestro nell'arte del potere, allontanato dalla figlia Claire, si scopre malato di cancro. Di fronte alla propria malattia terminale, viene a sapere di un'organizzazione scientifica segreta che gli propone la creazione in laboratorio di un corpo sano in cui la sua brillante mente potrà continuare a vivere, secondo gli studi di transumanesimo del professor Jensen. Dopo aver inscenato la sua morte pubblica di fronte all' amico Martin O'Neil e al mondo, Damian si sottopone alla procedura si trasferimento della sua mente in un corpo giovane (che ritiene sia stato clonato), detta "shedding", risvegliandosi secondo le promesse in un nuovo corpo giovane. Successivamente ad un periodo di riabilitazione, inizia la sua nuova vita, dovendo però dipendere dall'organizzazione che gli fornisce misteriose pillole antirigetto avvisandolo di possibili allucinazioni post intervento che presto tuttavia spariranno.
La parte iniziale del film potrebbe essere stata presa di peso dal romanzo di Heinlein, anche se poi i dettagli e l'evoluzione successiva divergono fortemente dal modello originario.
Poi, tuttavia, la storia di Self/less diverge radicalmente da quella raccontata magistralmente (e con grande ironia) da Robert Heinlein. Cosa accomuna, in realtà, il romanzo e questo film (come anche un altro film simile che mi è capitato di vedere recentemente sempre su Netflix e di cui in questo momento - sfortunatamente - non ricordo il titolo)?
/image%2F1498857%2F20230607%2Fob_42d8fd_1024px-transhumanism-h-2-svg.png)
Credo che sia il tema del "transumanesimo" (ovvero del "Transhumanism") di cui questa, presa da wikipedia, è una possibile - sintetica definizione: Il transumanesimo (o transumanismo, a volte abbreviato con >H o H+ o H-plus) è un movimento culturale che sostiene l'uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l'invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana.
Quando Heinlein scrisse il suo libro di transumanesimo ancora non si parlava del tutto e il termine non era stato nemmeno coniato: e, quindi, egli è stato, da questo punto un autentico precursore e un visionario. Ma questa è, del resto, l'essenza della più pura declinazione della SF.
Ho trovato in rete, un articolo in cui, nel contesto di considerazioni più ampie, viene tracciato un parallelismo tra "Non temerò alcun male" e il transumanesimo:
"La scienza sta vivendo oggi un pericolo crescente: quello di trasformarsi in tecnoscienza tendente ad abbandonare l’approccio olistico del disallineamento fisico della persona umana e ad eliminare il rapporto medico-malato. Stanno aprendosi varchi di consenso a teorie che si inscrivono nella corrente del Transumanesimo ipotizzante un trasferimento dei dati di coscienza degli umani dentro una memoria delocalizzata totalitaria, una specie di titanico CLOUD da utilizzare per una successiva reviviscenza del contenuto di una mente dentro altri corpi e/o dispositivi esogeni. Sul tema, fanno pensare le implicazioni tecno-etiche dello scrittore di fantascienza Robert Heinlein nel suo memorabile libro NON TEMERO’ ALCUN MALE nel quale viene narrata la cascata di effetti collaterali rivenienti da un trapianto di cervello di un uomo in un corpo di donna. Il Transumanesimo sta per essere a sua volta sorpassato a sinistra dalla corrente dell’INTRASPECISMO dove la differenza tra umani e animali scompare in nome della eliminazione del pensiero antropocentrico..."1
Il film non tributa nessun credito letterario, d'altra parte. C'è da dire anche che la SF letteraria, nel corso degli anni, ha creato dei modelli che sono entrati con forza nell'immaginario collettivo e che, quindi, poi finiscono per permeare in modo originale altre opere oppure danno vita a nuovi modi di vedere, senza che si abbia più alcuna consapevolezza della loro scaturigine.
Guardate questo film (che merita), ma soprattutto leggete il romanzo di Heinlein!
__________________________________________
Note
1. Tratto dall'articolo Gli effetti delle pandemie e la tecnoscienza che incombe (dettiescritti.it). Maiuscoletti nel testo originario.
/https%3A%2F%2Fupload.wikimedia.org%2Fwikipedia%2Fcommons%2Fb%2Fbf%2FHeinlein-face.jpg)
Robert A. Heinlein - Wikipedia
Robert Anson Heinlein (; Butler, 7 luglio 1907 - Carmel-by-the-Sea, 8 maggio 1988) è stato uno scrittore di fantascienza statunitense, tra i più influenti del suo tempo. Sviluppatore di nuovi tem...
scrivi un commento …