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Oggi, come ogni martedì e giovedì, siamo partiti da Corso Calatafimi dove mio figlio Gabriel frequenta il corso di climbing, presso la Caserma CIRO SCIANNA.
Da quando il passaggio sul ponte Corleone si è fatto più complicato io - solitamente - preferisco prendere la via del mare oppure passare da via Oreto per immettermi sull’autostrada in direzione Bagheria: ambedue i percorsi pedalabili e senza grossi ingorghi.
Questa volta Gabriel mi dice: “Dai, dai, prendiamo dal ponte Corleone, traffico non c’è n’è!”.
Io: “Ma non se ne parla nemmeno! Non voglio stare fermo nell’ingorgo!”
Gabriel: “Io voglio fare quella strada!” (E mentre così dice s’imbroncia tutto).
Io: “Ed io no! Certo per te è comodo! Tanto se incappiamo nell’ingorgo tu ti puoi distrarre, puoi giocare, dormire, leggere ed invece io dovrei starmene tutto il tempo [come un crasto - lo penso, ma non lo dico] al volante!”
Dopo questo scambio, silenzio per un po’.
Al momento di tirare dritto verso Piazza Indipendenza, decido repentinamente di svoltare per viale della Regione Siciliana in direzione del famigerato ponte.
Perché? Voi direte per un improvviso ed irrefrenabile bisogno masochistico! Ed invece no! E allora cosa mi ha spinto?
Ho pensato di cedere alla richiesta irragionevole di Gabriel per mostrargli che quando mi chiede qualcosa non sono sempre quello che dice “no!”, insomma!
E ci dirigiamo verso il ponte…
Penso tra me e me: magari la strada è libera! Non si può mai sapere! Dopotutto, è dalla fine di dicembre che non lo attraverso… da quando, cioè, hanno introdotto nuove - stringenti - regole.
Dico a Gabriel: “Hai visto? Ho deciso di seguire il tuo consiglio… ma se troviamo l’ingorgo, non dovrai chiedermi più di fare questa strada!”.
Vabbé - dice lui - se c’è l’ingorgo e avremo da aspettare, almeno potremo stare a chiacchierare!
(Molto ottimista il ragazzo! mA anche apprezzabile che abbia espresso questo pensiero)
E i guai arrivano quasi subito, senza farsi attendere…
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Muro di automobili e di camion e di autotreni che si muovono a passo di lumaca verso la strettoia che è stato posta un paio di centinaia di metri prima del Baby Luna. Non c’è alcuna via di fuga, nessuna scappatoia.
“Ora dobbiamo soffrire - gli dico - Hai visto? Cosa ti avevo detto? Questo muro di auto è la prova più evidente che avevo ragione io nel non voler fare questa strada!”.
Gabriel: “Scusa, papà! La prossima volta non te lo chiedo più!” […pentimento tardivo!]
Io: “Dai, dai, visto che siamo fermi, facciamoci una foto!”.
Primo scatto: e Gabriel è accigliato, come lo sono io, sel resto.
“Noooo! Così mutriato non va bene!
Dai proviamoci ancora, ma dobbiamo essere sorridenti… dai, dai, sbrighiamoci se no i poliziotti in macchina davanti a noi si accorgono che stiamo facendo la foto e ci arrestano!”.
[Unica soddisfazione è che anche quei poveri poliziotti sono bloccati nel mega- ingorgo, da cui non potrebbe passare in caso di urgenza nemmeno uno spillo]
E, finalmente, riusciamo a fare una foto tutti sorridenti, quasi raggianti…
Ne usciremo fuori, a passo di lumaca.
A picca a picca…
Il passaggio dal Ponte Corleone, da anni a rischio di crollo, rimane un’autentica impresa ed é davvero una vergogna che la principale via di uscita da Palermo ed anche di transito per Catania e Messina debba debba essere in questo stato che é una dichiarazione di impotenza, incapacità ed inettitudine di chi ci governa, dall’amministrazione comunale a quella regionale. Occorrerebbero provvedimenti straordinari e di lungo termine ed invece tutto quello che noi cittadini abbiamo ottenuto è il caos eletto a condizione di quotidiana ordinarietà.
E rimaniamo pertanto in attesa, di soluzione provvisoria in provvisoria, del disastro annunciato.
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