/image%2F1498857%2F20210307%2Fob_7b8d7b_monopattini-helbiz-a-palermo.jpeg)
Molti avranno notato che Palermo è stata invasa da un poderoso numero di monopattini elettrici. Qui e là si trova un monopattino parcheggiato: sono molti i curiosi che si avvicinano per capire di cosa si tratti. Su alcuni ci sono anche dei cartelli con delle leggende che spiegano le caratteristiche base dell'iniziativa.
Curiosando nel web ho scoperto che il Comune di Palermo per promuovere la mobilità sostenibile (seguendo a ruota altre amministrazioni comunali) abbia autorizzato quattro diverse società all'attivazione del servizio di monopattino sharing, ciascuna società per un totale di quattrocento monopattini.
Le prime quattro società già autorizzate all'attivazione del servizio di monopattino sharing sono Bird Rides, Bit Mobility, Helbiz e Link Your City - Italia. E le notizie reperibili sul web dicono che sono 1600 i monopattini elettrici che già nei prossimi giorni saranno disponibili per il noleggio in città, 400 per ciascuna delle società autorizzate.
Le autorizzazioni allo svolgimento del "servizio con monopattini a propulsione prevalentemente elettrica", sono state rilasciate dal servizio Mobilità urbana del Comune (con determinazioni n. 2003/2004/2005 del 23 febbraio 2021) e seguono l'avviso pubblicato a ottobre scorso cui avevano risposto 10 società, per un totale di almeno 4 mila mezzi disponibili a fronte della possibilità di una flotta cittadina totale di seimila monopattini
I primi che ho visto comparire nelle vie di Palermo sono quelli della Helbiz che li ha seminati in giro, in punti strategici, promuovendo tra l'altro (previa registrazione,è ovvio) 100 minuti di utilizzo gratuito.
E questi monopattini sono davvero dovunque abbandonati nei luoghi più impensati sui marciapiedi: non si capisce bene se per fare promozione o perché gli utilizzatori li abbandonano dove prima capita (probabilmente ambedue le cose).
Sembra che questi trabbicoli siano protetti da eventuali furti, poiché si attivano soltanto con un app scaricabile su smart phone e dopo aver dato il proprio numero di carta di credito. Inoltre sono dotati di un GPS che ne consente costantemente la tracciabilità. Eppure si trovano dei commenti nel web secondo i quali alcuni monopattini a Napoli sarebbero stati oggetto di tentativi di furto nemmeno 24 ore dopo l'attivazione del servizio.
E qui dico lamia: a me personalmente i monopattini elettrici, come anche le monoruote giroscopiche non piacciono granché (la mia antipatia si estende ovviamente anche alle bici con pedalata assistita, ma con minore impeto). Questi dispositivi costringono gli utenti ad una forzata immobilità, e avendo ruote molte piccole ed essendo utilizzati sull'asfalto o su marciapiedi notoriamente dissestati, sono soggetti a sobbalzi e a incidenti vari, sino al ribaltamento del malaccorto guidatore.
In più, sono silenziosi e dunque rappresentano un pericolo sia per altri mezzi motorizzati sia per i pedoni: considerando anche il modo per lo più spregiudicato con cui vengono utilizzati.
I loro utilizzatori sono, a mio avviso, un po' ridicoli, specie in questi tempi di Covid. Non utuilizzano il casco protettivo (la maggior parte di essi) e indossano tutti la mascherina. Chi sa perchè questa mascherina, in fondo alla guida del mezzo non ce ne sarebbe bisogno: forse la mettono soltanto perchè fa tendenza ed è trendy.
Lo sapete cosa mi sembrano questi qua, a dirla francamente? Ecco lo dico: delle mummie ambulanti, davvero un'immagine molto appropriata in tempi di Covid. Una città, anzi molte grandi città italiane, sono invase da uno stuolo di mummie ambulanti/svolazzanti in un silenzio tombale.
Ci sarebbe da sorridere, quasi, ma io sarei portato a piangere.
E va bene: anche questi monopattini elettrici ce li ha portati il Covid. E non possiamo lamentarcene, visto che la loro diffusione (che prosegue ormai ad un ritmo esponenziale, come la pandemia) serve a facilitare la mobilità sostenibile e a favorire l'economia (ma questa senza ipocrisie è la ragione principale: o, in altri termini, detto in modo più crudo, sono gli affari a guidare le danze). E, secondo me, dire che si tratta di una scelta tesa a favorire la mobilità sostenibile è semplicemente un'ipocrisia.
Che vengano prima costruite delle vere e autentiche piste ciclabili e che si promuova l'utilizzo delle bici tradizionali che rappresentano il vero sistema di locomozione ecologico, sostenibile ed eco-friendly. A volte devo dire che ci troviamo davanti a certe scelete decise inulateralmente da chi governa, scelte più o eno scellerate che siamo costretti a subire.
Ma è così che va il mondo. Chi pensa che non sia sia così è solo un povero illuso.
Queste alcune delle note esplicative che si trovano sul sito web di Helbiz.
Helbiz offre un servizio di sharing per eBike e monopattini elettrici. In Italia è attivo all'interno di diverse città: Milano, Torino, Verona, Cesena, Roma e Bari con altre che arriveranno in futuro: tra queste ci saranno Bergamo, Bologna, Firenze, Monza, Parma, Pisa ed ora anche a Palermo.
Tutto si gestisce da una comoda applicazione gratuita per dispositivi iOS ed Android. La prima cosa da fare è registrarsi per creare un account personale. E' possibile utilizzare un proprio indirizzo email oppure i profili Facebook, Apple e Google. Terminata la registrazione sarà richiesto di inserire un numero di cellulare su cui sarà inviato un codice di verifica da utilizzare per concludere e validare l'iscrizione. Il servizio richiede di caricare anche una copia della propria carta di identità. Bisognerà poi inserire la forma di pagamento preferita come la carta di credito
Helbiz evidenzia che utilizza il GPS dello smartphone non solo per mostrare con precisione i veicoli che si trovano nelle vicinanze ma pure per tracciare il percorso del viaggio ai fini di garantire sicurezza e affidabilità del servizio. Dall'app sarà possibile, in ogni momento, cancellare l'account. Gli utenti possono utilizzare un solo veicolo per account su cui si deve viaggiare esclusivamente da soli. Il casco non è obbligatorio ma Helbiz ne consiglia sempre l'uso.
/image%2F1498857%2F20210422%2Fob_1a04e1_mono.jpg)
(22.04.2021) Il monopattino elettrico in sharing a Palermo ha preso decisamente piede. Dopo il primo lotto di quattrocento esemplari della Helbiz sono arrivati quelli delle tre altre ditte che hanno ricevuto l'appalto dal Comune di Palermo.
Quindi, la città è adesso letteralmente infestata da questi dispositivi "ecologici" che a me continauano a fare una profonda antipatia.
Il fatto è che, siccome, tutto funziona in base ad una app che mette anche in connessione ad un dispositivo di geolocalizzazione, questi monopattini a differenza delle auto e delle bici in sharing non hanno bisogno di aree di parcheggio specifiche e possono essere lasciati pressocchè dovunque.
E' questo il motivo per cui nei luoghi più disparati, nel bel mezzo di un marciapiedi, davanti all'ingresso di uno stabile, sull'asfalto, se ne possono vedere parcheggiati, spesso isolati, alle volte in piccoli gruppetti.
Io li vedo come dei veri e propri parassiti meccanici.
Ecco, questo disordine mi fa adirare ancora di più: quando, camminando, mi imbatto in uno di questi aggeggi, il mio impulso più spontaneo e genuino sarebbe quello di dargli una bella spinta e farli crollare a terra.
Oppure, in un impeto di rabbia più profonda, avrei la tentazione di lasciare sulla pedana di uno di essi gli escrementi (ben impacchettati, per carità!) dei miei cani.
E, intanto, come folletti-zombie ambulanti gli utilizzatori dei monopattini elettrici impazzano per le strade cittadine.
E' divertente osservare l'infinita varietà delle pose leziose in cui essi pongono i piedi. vezzi che ingentiliscono l'immobilità da mummia cui sono obbligati da questo tipo di locomozione.
scrivi un commento …