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26 marzo 2021 5 26 /03 /marzo /2021 12:28
Luca Ricolfi, La notte delle ninfee, La Nave di Teseo, 2020

Nel panorama variegato dei numerosi saggi sinora usciti sulla Pandemia nella quale siamo tutt'ora impantanati (e forse solo ora cominciamo a vedere la luce alla fine del tunnel) spicca particolarmente per il suo vigore espositivo La notte delle ninfee. Come si malgoverna un'epidemia, saggio di Luca Ricolfi (uscito in libreria a gennaio 2021 per i tipi di La Nave di Teseo): non a caso, Luca Ricolfi, in quanto persona che parla fuori dai luoghi comiuni e che espone le sue idee non sulla base di opinioni, ma di fatti comprovati e supportati dalla scienza statistica, è considerato una delle "Cassandre" italiane nel generale appiattimento determinato dalla retorica governativa a proposito del fatto che con le misure intraprese "stesse andando tutto bene" (ed era "eretico" chi si discostava anche di poco da questa verità).
Ricolfi sostiene, con l'ausilio delle leggi della statistica, che le scelte governative sono state lente ed impacciate, che non hanno rispettato una tempistica rigorosa, che sono state contraddistinte da temporeggiamenti e ritardi, laddove sarebbero serviti interventi ben radicali di quelli che sono stati varati.
A partire dalla metafora iniziale, quella appunto dello stagno infestato dalle ninfee (cui si ispira il titolo del libro) e del modello matematico che ne deriva, mostra gli errori che sono stati fatti e come si sarebbero potuti evitare. E' molto interessante, ad esempio, il raffronto tra quello che è accaduto in Italia e quanto si è verificato in Germania al tempo della prima fase della pandemia (con pochi morti in confronto al numero degli infetti, rilevati). Ricolfi sostiene che, da un lato, la strategia iniziale avrebbe dovuto essere quella di fare molti, moltissimi, tamponi, mentre all'inizio - a parte l'anomalia, da alcune parti contestata, di Vo' Euganeo e della Regione Veneto - i tamponi sui soggetti asintomatici erano sistematicamente scoraggiati.
L'altro indicatore importante - sempre secondo Ricolfi - da tenere sotto controllo è il numero dei morti giornalieri: quando le vittime crescono a dismisura i giochi sono già stati fatti, in altri termini.
Alla luce delle statistiche e dei grafici comparativi con quanto è accaduto altrove, Ricolfi sostiene che il lockdown "duro" subito sarebbe stato la migliore ricetta, proprio per evitare successive derive incontrollabili.
E, secondo il suo ragionamento, anche una settimana di anticipo su certi provvedimenti, può fare una profonda differenza.
Per molti motivi, le misure più efficaci sono quelle - secondo il nostro autore - che attenuano il senso di paura delle persone: più che la semplice riapertura di alcune attività, sono proprio queste quelle che inducono la gente e a consumare di più. Quindi: efficace tracciamento, molti tamponi, attenzione sanitaria elevata e capacità di trattamento potenziata il più possibile, oltre a miglioramento e potenziamento del sistema dei trasporti, per evitare il sovraaffollamento.
Quando Ricolfi scrive e dà alle stampe il suo volume, siamo alle soglie di Dicembre: e l'autore commenta amaramente che ben poco il Governo ha fatto per creare le premesse per una risposta veramente efficace oppure per anticipare il più possibile le misure di lockdown.  Quando l'ha fatto , anche in autunno, i buoi erano già usciti dalle stalle, per così dire, e i morti erano già aumentati a dismisura.
Al contrario, il governo ha posto una fiducia quasi salvifica nell'arrivo dei vaccini, mentre ben di più avrebbe potuto fare se avesse agito con maggiore efficacia prima: Ricolfi parla di diverse decine di migliaia di morti in meno, se si fossero prese le decisioni giuste.
Aggiungo io, e mi trovo sulla stessa linea di Ricolfi, che in Italia ha purtroppo dominato la retorica, mentre la burocrazia ci ha messo costantemente lo zampino, assieme all'incapacità di creare un'unitaria strategia, fondata su coerenza operativa e su una piena sintonia tra governo centrale e Regioni.
Insomma, il saggio di Ricolfi è da leggere per chiarirsi le idee, abbandonando idee preconcette o "di regime" su di un tema su cui i media procedono utilizzando solo luoghi conuni e formule trite e ritrite.

(soglie del testo) L'autore vi spiega anche in questo libro perché i nostro Natale poteva essere diverso: si tratta di un indagine basata su dati rigorosi che smaschera gli errori italiani nella gestione dell'epidemia.
“Come andranno le cose? L’ottimismo della volontà mi fa sperare che, finalmente, si cambierà strada, e si guarderà con più attenzione al modello dei paesi che hanno avuto successo nella lotta al virus. Ma il pessimismo della ragione mi avverte: l’attesa messianica del vaccino avvolgerà tutto e tutti, quasi niente cambierà davvero, nessuno sarà chiamato a rispondere delle sue azioni. Né ora né mai”.
Luca Ricolfi, dal suo osservatorio della Fondazione Hume, fin dallo scorso febbraio sta studiando i dati relativi alla pandemia e alla sua gestione. Analisi non circoscritta alla sola Italia, bensì allargata sempre all’insieme delle società avanzate, a partire dai paesi europei. Sulla base dei dati – che sono il faro della sua attività – raccolti in questo libro in modo sintetico, ordinato e leggibilissimo, Ricolfi smaschera gli errori italiani nella gestione della pandemia e le conseguenti bugie, volte a nasconderli, di governanti, politici e amministratori.
E giunge a conclusioni che in pochi hanno avuto finora l’attenzione di cogliere:
(1) la seconda ondata era evitabile, tanto è vero che più di un terzo delle società avanzate l’ha evitata;
(2) le omissioni, i ritardi e le incertezze dei governanti ci sono costati decine di migliaia di morti, e decine di miliardi di PIL;
(3) se non facciamo subito quel che avremmo dovuto fare da tempo, altre ondate saranno inevitabili, e il disastro economico completo e difficilmente reversibile.

 

Luca Ricolfi

Lontano da ogni ideologia e fuori dalla assurda dicotomia tra negazionisti e rigoristi, fra aperturisti e paladini dei lockdown, Ricolfi ci dimostra che la tragedia che ci ha colpito avrebbe meritato ben altra gestione, che era possibile farlo e che altrove è stato fatto.

 

L'autore. Luca Ricolfi  (Torino, 1950), sociologo, docente di Analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato la rivista di analisi elettorale “Polena” e l’Osservatorio del Nord Ovest. Attualmente è Presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume. Fra i suoi libri: Perché siamo antipatici? (2005), Tempo scaduto. Il contratto con gli italiani alla prova dei fatti (2006), Illusioni italiche (2010), Il sacco del Nord (2012), La sfida. Come destra e sinistra possono governare l’Italia (2013), L’enigma della crescita (2014, 2020), Sinistra e popolo (2017), La società signorile di massa (2019, La nave di Teseo).

 

 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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