Ho la mia età, su questo non c'è alcun dubbio.
Ma non ci penso, solitamente.
Interiormente mi sento ancora giovane.
Ma soprattutto invincibile e invulnerabile.
Mi sento in condizione di tirare la carretta da solo, con persone e parafernalia a bordo.
E ci sono anche i cani di cui occuparmi.
Nessuno che mi sostituisce e nessuno che mi possa sostituire.
Vado avanti, giorno dopo giorno.
Eppure ci sono eventi che capitano all'improvviso e che mi fanno ricredere.
Allora, in questi casi, mi sento in preda all'angoscia.
Penso al domani, ad un momento in cui non potrò farcela da solo, ma anche a quando non potrò più sbrigare le diverse faccende che gravano sulle mie spalle.
Se fossi inabilitato, chi andrà a fare la spesa per me? Chi si occuperà di Gabriel, mentre mia moglie lavora? Chi farà passeggiare i cani?
Penso in queste circostanze a scenari terribili e cupi, specie in questi tempi di Covid.
Ieri mi sono azzoppato a causa di un improvviso strattone di Black che è un grosso bestione dotato di una forza micidiale: mi sono trovato sbilanciato in avanti e mi si è stirato il polpaccio. La conseguenza una contrattura dolorosa. Mi sono ritrovato zoppicante e parzialmente inabilitato per più di un giorno. Ma superata la fase acuta lo sono tuttora.
Nello stesso tempo, nella classe di Gabriel un bimbo, suo compagno, è risultato positivo al test. Conseguenza: tutta la classe in DAD per almeno 14 giorni, ma nello stesso tutti quelli della classe sono a rischio di contagio così come i loro familiari stretti.
Sabato, cioè a fine settimana, andremo tutti a fare il tampone rapido al Drive-in della Fiera del Mediterraneo.
Ma sapere questo non è sufficiente, poiché anche la minaccia incombente - per quanto lontana - di poter essere positivo al test oppure di cominciare all'improvviso a presentare i sintomi del Covid, hanno provocato in me una prorompente angoscia.
La mia ipocondria di base fa il resto e apre scenari mentali davvero inquietanti e insostenibili.
Come se fossi sull'orlo della fossa e nella necessità di dovere cominciare a congedarmi da tutto e da tutti.
E non si è mai pronti a questo.
E intanto, uno dei meccanismi che ci consente di mantenerci fluttuanti nell'incertezza è il pensare che certe cose ancora in sospeso si potranno fare dopo, più tardi, ...later...
Anche se poi non è così, perchè la dura realtà é che, prima o poi, arriva l'improvvisa cesura, quando le Parche tagliano definitivamente il filo della tua vita. E a quel punto non ci sono contrattazioni possibili. Non c'è più tempo...
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