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20 luglio 2018 5 20 /07 /luglio /2018 12:46
La Cena del Cinquantenario

(Maurizio Crispi) Fu così che a cinquant'anni suonati dal loro congedo al termine degli anni di Ginnasio e di Liceo, frequentati presso il Liceo Statale G. Garibaldi di Palermo, un buon 70% dei componenti del Corso A, si è riunito per celebrare la ricorrenza e per gioiere di essere arrivati sino a questa tappa che, guardandola, quando ancora semi-imperbi si lasciarono alle spalle la Scuola secondaria con le sue fatiche diuturne, i suoi sogni (a volte velleitari), le sue ambizioni e frustrazioni, entrarono nell'ampio fiume della vita, dell'impegno (o del disimpegno), senza sapere esattamente dove quella corrente - a tratti pacifica, a tratti tumultuosa - li avrebbe portati. Alcuni avevano le idee chiare su cosa volessero dalla vita, altri ancora no. Alcuni erano supportati dalla Fede, altri erano non credenti o, in alcuni casi, agnostici. Alcuni avevano una profonda fiducia in se stessi e nelle proprie forze, altri no. Alcuni sapevano già cosa volevano fare da grandi e avevano una strada già da seguire, altri no: lo avrebbero scoperto solo in seguito.
Tutti andammo avanti, alcuni spavaldamente con l'impeto dell'esercito che deve conquistare nuovi territori, altri timidi e ritrosi, altri ancora come in una danza fatta di passi in avanti e, sovente, di passi laterali o  indietro. Nessuno rimase impaniato nei mali che colpirono la generazione sessantottina, grazie al cielo. Fummo fortunati.
Alcuni si sono costruiti una carriera prestigiosa, fatta di duro lavoro, altri un po' meno (forse nel cuor loro erano incorregibilmente edonisti). Ma tutti si sono impegnati.
E adesso si sono ritrovati al post apice dei loro percorsi, anche se, in taluni casi, alcuni sono ancora nel pieno vigore lavorativo e tengono ancora botta, mentre altri si sono - da più o meno tempo - ritirati nella propria isoletta, a coltivar lenticchie, per così dire, come fece Garibaldi (cui il loro liceo era intitolato) dopo l'Impresa dei Mille.
I loro archi di vita professionale, in ogni caso, hanno sviluppato egregiamente l'assioma che - ancora negli anni Sessanta (e poi per parte dei successivi anni Settanta) - il Liceo Garibaldi sfornava persone brillanti (in alcuni casi creative) che avrebbero rinfoltito in linea di massima le fila dei professionisti affermati, dando invece un gettito di gran lunga meno significativo alla specie di coloro che facevano carriera nella politica (solo pochi, se non pochissimi, del nostro gruppo hanno percorso questa strada). Non fu più così dopo, a causa del declino postriforma della scuola pubblica.
Noi fummo tra gli ultimi a studiare - e ad affrontare gli esami di maturità - con il vecchio metodo, quello che avevano sperimentato anche i nostri genitori, quando queste cose parevano immutabili da una generazione all'altra. Ma noi fummo fortunati, poichè - a causa del terremoto che colpì la Sicilia, proprio all'inizio del '68, i programmi ministeriali che ci sarebbero toccati vennero ridotti: quindi, oggetto d'esame, per noi furono soltanto i programmi sviluppati nel corso dell'anno: ma, ciò nonostante dovemmo affrontare uno studio rigoroso ed intenso, proprio tra quel giugno e quel luglio di 50 anni addietro.
Ed ora eccoli lì, quei sodali di un tempo, a festeggiare, a cazzeggiare, a ritrovare la verve di un tempo, a rivangare vecchi conflitti e a citare episodi proverbiali, ognuno donando un proprio frammento di narrazione che altri possibilmente hanno dimenticato e componendo così un mosaico più vasto intessuto di ricordi condivisi.
E hanno anche brindato.
A cosa?
Forse al fatto di esserci ancora, avendo ricordato con mestizia coloro che li hanno lasciati anzitempo.
Forse al fatto che una simile ricorrenza agapica potrebbe ripertersi ancora, non certo, però dopo altri cinquant'anni, quando nessuno di loro ci sarà più, ma magari dopo cinque anni: guardando ai prossimi anni come si usa fare quando si percorrono i fatidici 100 km di corsa, senza mai concentrarsi sulla meta finale che apparirebbe irraggiungibile e lontana, ma a quella più immediata e pedalabile che è rappresentata dal posto di ristoro, collocato dopo aver superato i primi trenta km, ogni 5 km.
Un ringraziamento doveroso va a Giovanni Passalacqua che ha reso possibile questo incontro di vecchie glorie, prodigandosi in infaticabili telefonate e in un sforzo cospicuo per rintracciare tutti, anche quelli che risiedono da anni lontano da Palermo. E il bello è che la maggior parte hanno risposto al richiamo, sobbarcandosi ad un viaggio dai propri luoghi di residenza a palermo, proprio per essere presenti e poter dire: "Io c'ero".
Grazie anche all'impareggiabile Salvatore Pipitone per aver preparato una presentazione in Powerpoint semplice ed immediata, utilizzando del materiale fotografico che molti di noi avevano da tempo smarrito.
Ma grazie anche ai calembour libero-associativi in stile volutamente demential-chic di Claudio (Michele) Dell'Aria, aka Chuck, che - in un folle cavalcata verbale - hanno condotto i compagni ritrovati in una sgangherata cavalcata tra soprannomi e nick che ciascuno si era meritato, personali idiosincrasie, mitici eventi di cui l'uno o l'altro si rese protagonista, motti e motteggi, strappando applausi, sorrisi e risate e, in alcuni casi, passeggeri moti di lieve disagio. Ha tenuto banco: e, vi assicuro, ce n'è stato per tutti, nessuno egli, con i suoi motteggi, ha mancato di trascurare, a volte in modi piuttosto imbarazzanti, ma sempre strappando il sorriso con la verve frizzante di questa incontenibile cavalcata associativa.
Alla fine, è stata di prammatica una foto di gruppo per i tutti i quasi settantenni e alla prossima!!!

Il meeting con cena e libagioni varie si è svolto al Gianni Reataurant, nei pressi di via Emerico Amari. Qualche imbarazzo, all'inizio, poicè nell'approccio iniziale, man mano che si andava arrivava, non tutti hanno riconosciuto tutti: comprensibile, in alcuni casi, non ci si vedeva esattamente da 50 anni...
Ciò nonostante, abbiamo condiviso una parte importante e fondamentale della nostra vita: un tempo che a noi parve lunghissimo. Adesso quegli anni, guardandoli retrospettivamente, ci possono sembrare una frazione minima del nostro arco di vita: eppure, quando ci diplomammo, rappresentavano, per noi appena diciottenni, un buon 25% dei nostri anni vissuti.

Un saluto accorato a quelli che ci hanno lasciato prematuramente che elenco in ordine alfabetico: a Carmelo Burlò, a Nino Cannone, a Roberto Grillo, a Massimo Mangano e ad Alessandro Musco. Loro che ci hanno abbandonato prematuramente in pectore, nel corso della serata,sono stati con noi.

Le note di cui sopra le ho scritte di getto. Nei giorni successivi ho riflettuto e ritengo necessario aggiungere qualcosa.
In realtà non è del tutto vero che non ci siamo più visti per 50 anni, una volta concluso il percorso della scuola secondaria (ginnasio e liceo) con il culmine degli "esami di maturità".
Circa il 50% di noi scelse di seguire gli studi di Medicina e, quindi, ci ritrovammo assieme all'Università, pasando dallo status di "compagni" a quello di "colleghi", negli anni successivi. Ovviamente, quelli di noi che seguivano gli studi di Medicina, all'inizio avevano occasioni di vedersi alle lezioni e agli esami; poi ognuno, seguendo i propri ritmi, si distanziò dagli altri; alcuni rispettarono i tempi, altri si adagiarono in un ritmo di avanzata più lento. Alcuni si vedevano nel tempo libero, si crearono dei piccoli gruppi di studio, in alcuni casi ci furono anche delle occasioni di fare delle brevi vacanze assieme (come, ad esempio, nel caso di una mitica vacanza-lavoro in Inghilterra). Con altri, che non scelsero il percorso della Medicina, si persero i contatti: ma altri gruppi che avevano intrapreso scelte analoghe (come ad esempio Giurisprudenza) ebbero modo, per lo stesso motivo, di continuare a frequentarsi. Si crearono dei piccoli gruppi, coinvolti in legami di tipo amicale che perpetuavano alcune scelte che avevano avuto origine negli anni della scuola, oppure si crearono rapporti del tutto nuovi ed inediti tra persone che, per così dire, si riscoprivano.
Quindi, a macchia di leopardo, alcuni si sono trovati a frequentare molti altri, in una forma di reciprocità fluida. Di altri invece si persero completamente le tracce.

Quello che volevo dire, insomma, e che non avevo a sufficienza sopttolineato nel mio scritto di prima, è che in questa circostanza "celebrativa", ci siamo ritrovati insieme come classe e che, in quest'occasione - pur nella differenza, unicità ed originalità dei percorsi seguiti individualmente - ci siamo ritrovati a vivere quella dimensione un po' atemporale dell'essere una "classe" con le necessarie rievocazioni del tempo che fu, ma senza cascami nostalgici.

Alcune foto di gruppo della nostra classe negli anni del Ginnasio e del Liceo
Alcune foto di gruppo della nostra classe negli anni del Ginnasio e del Liceo
Alcune foto di gruppo della nostra classe negli anni del Ginnasio e del Liceo

Alcune foto di gruppo della nostra classe negli anni del Ginnasio e del Liceo

In occasione di questa "Cena del Cinquantenario" siamo assurti agli onori della cronaca. E' stato pubblicato il 24 luglio 2018, un trafiletto, corredato di foto di gruppo, a pag.15 del Giornale di Sicilia, nel quale veniamo definiti "...i garibaldini di mezzo secolo fa"...

In occasione di questa "Cena del Cinquantenario" siamo assurti agli onori della cronaca. E' stato pubblicato il 24 luglio 2018, un trafiletto, corredato di foto di gruppo, a pag.15 del Giornale di Sicilia, nel quale veniamo definiti "...i garibaldini di mezzo secolo fa"...

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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