Quando ero piccolo (ad occhio e croce prima dei miei dieci anni e negli anni immediatamente successivi) mi capitava spesso di chiedermi e di chiedere come sarebbe stato il mondo al passaggio del secolo e dopo.
Spesso conversavo di questo con mio fratello, di due anni più grandi di me.
Gli dicevo, tra le altre cose: "Non vedo l'ora che arrivi quel momento".
Eravamo del resto nel dopoguerra, un periodo di grandi attese, di ricostruzioni, di speranze illimitate in un futuro migliore e di straordinari progressi tecnologici.
Tutto lasciava intendere che il XXI secolo che ci attendeva sarebbe stato straordinario e ricco di promesse.
Ma, a distanza di anni, ora che ci avviciniamo velocemente alla fine del primo quinto del XXI secolo devo dire che quelli erano sogni ingenui. Nulla di quanto atteso si è verificato. E' rimasto tutto bloccato.
Il periodo più lungo di pace nella storia dell'uomo: una menzogna.
La libertà e la tutela dei diritti: un'altra menzogna, poichè viviamo in regimi dittatoriali mascherati da democrazia e di paternalismo.
Il progresso tecnologico si è fermato. Non si è verificato il sogno di un benessere universale.
Semmai è cresciuta a dismisura la ricchezza di una minima percentuale della popolazione del globo, a scapito di un progressivo impoverimento delle grandi masse.
Ci sono sicuramente più fame e più povertà. E, insensibilmente, quelli che stavano bene e benino dal punto di vista economico, stanno sempre peggio e si avvicinano alla fascia di povertà, anche se nominalmente il loro reddito è ancora nella fascia media.
Da piccolo, imbevuto com'ero delle storie futuristiche di Verne e di alcuni trai i romanzi di Salgari (come Le Meraviglie del Duemila, considerato il romanzo capostitpite della proto-fantascienza italiana), ero sicuramente un ingenuotto, come più tardi continuai ad esserlo perso tra i meandri della Science Fiction tecnologica e futuristica.
Oggi, forse ad ogni giro di boa dell'anno trascorso e nel passaggio al nuovo anno, già vecchio prima di nascere, non ci resta che piangere.
Nulla di nuovo sotto il sole, nessuna speranza.
Possiamo dire che, se ci siamo ancora, tanto basta.