Il Cane, Il Lupo e Dio, di Folco Terzani (Longanesi - collana La Gaja Scienza - edito nel 2017), accompagnato dalle splendide illustrazioni, di cui alcune a doppia pagina, di Nicola Magrin, è un'opera che incanta, ammaestrando nello stesso tempo.
E' storia di avventura per alcuni versi che rimanda a storie note ed amata, quali - tanto per citare esempi illustri - Zanna Bianca o Il Richiamo della Foresta, ma si pone nello stesso come metafora ed allegoria. O anche la si può leggere come romanzo di formazione che si trova ad ad avere come protagonista un cane solo e abbandonato: il Cane.
Già! Tutta la storia comincia con un abbandono e una perdita indicibile, il crollo di un intero mondo fatto di sicurezze ma anche di confini ristretti e ben delimitati. E si sa che la crisi, il punto di rottura dovuto ad una perdita o a un inatteso lutto, può innescare dei processi di cambiamento. Crolla un mondo e occorre mettersi a ricostruire, in un certo senso.
A partire dall'abbandono, si snoda per il Cane un viaggio sorretto da una visione potente ed ineffabile, lungo l'Antica Via, sino alla sfuggente Montagna della Luna.
Potrebbe essere anche, per questo motivo, una parabola su quello che potrebbero le nostre vite.
E, nello stesso tempo, vi è - come filo conduttore - la filosofia del ritorno alla natura come strumento unico per avvicinarsi al Divino immanente nelle cose, per raggiungere un abbraccio con l'Universo intero con le sue pulsazioni e con la sua armonia: una visione olistica che non può essere appresa attraverso un insegnamento teorico impartito da terzi, ma conquistata faticosamente passo dopo passo attraverso l'immersione nella wilderness e l'esposizione a situazioni estreme e metabolizzata in modi originali e personalissimi nel mix con l'insieme delle proprie esperienze di vita.
E ovviamente questo percorso è realizzabile non casualmente, ma soltanto se è sorretto da una forte "vision", da un "sogno" che spinge ad andare avanti in un'inesausta cerca in cui si è soli fondamentalmente, anche se è possibile l'incontro con temporanei maestri ai quali spetta solo il compito di indicare possibili direzioni, ma mai la Via: trovare la propria Via è una faccenda assolutamente individuale.
E' - ancora - una storia sulle mete che ci poniamo e che vogliamo a tutti i costi raggiungere, anche se molti sono gli inceppi lungo la via e gli ostacoli da superare: e, quindi, è anche una grande metafora del nostro pellegrinaggio attraverso la vita.
Questo libro - per tutti questi elementi - può essere letto su molteplici livelli e, indubbiamente, potrebbe piacere a tutti, anche agli ultrarunner e a coloro che coltivano il raggiungimento di mete estreme.
(nota editoriale nel risguardo di copertina) Il Cane, da sempre abituato alle comodità e sicurezze della vita domestica, si ritrova improvvisamente abbandonato per strada, convinto che senza il suo amato padrone non riuscirà a sopravvivere. Appare allora un Lupo misterioso che lo condurrà alla scoperta della natura selvaggia che la città nasconde e proibisce. Comincia così un lungo pellegrinaggio, un viaggio iniziatico verso nord in compagnia di un branco di lupi, attraverso grotte, cascate, boschi, monti e tempeste di fulmini. Per sopravvivere, il Cane imparerà suo malgrado a cacciare e sarà costretto ad affrontare moltissimi pericoli, sino all’arrivo alla bianchissima Montagna della Luna dove, immerso nella luce accecante dei ghiacciai, dovrà finalmente confrontarsi con la domanda più grande di tutte.
In una straordinaria armonia di parole e immagini, una storia semplice e profonda sulla natura, l’amicizia e il senso del divino.
L'Autore. Folco Terzani, scrittore e documentarista, è nato a New York nel 1969 ed è cresciuto in Asia. Si è laureato a Cambridge e ha frequentato la New York University film School. Ha lavorato per quasi un anno alla Casa dei Morenti di Madre Teresa di Calcutta,
esperienza dalla quale ha tratto il documentario Il primo amore di Madre Teresa.
Nel libro La fine è il mio inizio (Longanesi, 2006) ha raccolto le sue ultime conversazioni con il padre Tiziano, a partire dalle quali ha poi scritto la sceneggiatura dell’omonimo film con Bruno Ganz ed Elio Germano. Nel 2013 ha pubblicato A piedi nudi sulla terra e, nel 2017, Ultra (con Michele Graglia).
Raramente mi è capitato di navigare una scrittura così lucida ed essenziale e mi auguro che un libro così prezioso possa presto diventare un classico nelle nostre scuole.
scrivi un commento …