(Maurizio Crispi) Palermo, via Francesco Paolo di Blasi, zona residenziale.
Da mesi ormai, sul marciapiedi opposto al Cinema Lux, quasi in prossimità di Viale della Libertà, si può notare un buco profondo, del diametro di circa 50 cm, che si apre in una sottostante cavità che, evidentemente è connessa con sistema delle acque di scolo provenienti dal manto stradale.
Ad una profondità di circa 80 centimetri si nota appunto dell'acqua torbida e limacciosa, dalla quale a seconda dei giorni - emana un delizioso odore di putredine che ammorba l'aria.
Ovviamente, grave è il pericolo per i passanti distratti, ma soprattutto per i bimbi curiosi che, sfuggendo momentaneamente alla sorveglianza di genitori e altri adulti responsabili, potrebbero cascarvi dentro e farsi male seriamente.
Qualcuno, nel corso del tempo, ha pensato di mettere attorno alla cavità delle risibili transenne, a segnalare il pericolo, delimitando un'area di circa un metro di lato, con in più qualche striminzita stringa di nastro segnaletico rossobianco, più che altro a mo' di decorazone natalizia.
Qualcun altro, per maggiore sicurezza, ha ritenuto utile coprire il buco prima con un pezzo di cartone da imballaggio e, successivamente, dando la parvenza di un tombino improvvisato, vi ha collocato un pancale di ignota provenienza.
In seguito, qualcun aaltro ha stipato la cavità sottostante al pancale di carta e cartone.
Sembra che gli abitanti della via e i gestori degli esercizi commerciali abbiano più volte fatta richiesta di un sollecito intervento di sanatoria agli enti preposti. ma sinora nulla è stato fatto.
Sembra che tutto sia stato rimandato alle calende greche... in attesa di che? Che qualcuno si faccia male, forse? Che un bambino ci caschi dentro malamente, che si ferisca o magari aneghi nell'acqua putrida (e si sa che un bambino può annegare in pochi centimetri d'acqua soltanto).
Si configura un'omissione di intervento davvero tragica e colpevole.
A volte, si trova tuttavia il modo di ironizzare per smorzare l'impatto dell'assurdo e della violenza quotidiana: Benigni docet nel suo premiato film "La vita è bella".
Tempo addietro sempre in quel tratto di strada è atterrata - non si sa come - una scarpa erratica che, anch'essa, è rimasta a giacere, quasi fissata in una dimensione di fuggevole ed impermanente eternità, in applicazione del dogma nostrano che, quanto più una cosa è provvisoria, tanto più si radica e diviene stabile e permanente.
Data la contiguità di scarpa e cavità perniciosa protetta dal precario pancale, qualcuno - dopo un po' - ha avuto una geniale idea.
Ha preso quella scarpa e l'ha collocata esattamente al centro del pancale che si pone come provvisoria barriera - o porta - al mondo sotterraneo di Palermo, forse a quello dei Beati Paoli.
La scarpa su pancale evoca più cose, a partire dallo scioglilingua celebre. "Sopra la panca..."...
Potrebbe trattarsi della scarpa residua di qualcuno che, essendo finito sotto il pancale è crepato, appunto: ominoso segno, poiché una scarpa sparagia abbandonata per strada è sempre evocatrice di luttuosi e ferali eventi.
Ma, nello stesso tempo, quella scarpa che si impone al pancale, come nel gioco di rincari e rinforzi che si apprezza nei canti cumulativi (mi viene in mente "Alla Fiera dell'Est" di Branduardi), evoca il segno di un potere che incombre e che, nello stesso tempo,si può consentire di essere assente - un tallone di ferro londoniano - e con la sua presenza evoca l'Ente assente che avrebbe dovuto emendare le cose guaste, ma che non l'ha ancora fatto.
Viviamo d'altronde in un'epoca in cui un singolo cittadino in presenza di un qualsivoglia problema non si può attivare e provvedere da sè, anche facendo ricorso alle sue abilità artigianali e di piccolo bric-à-brac. Ci si aspetta sempre sempre che sia qualcun altro a risolverlo e ci si pone, tutti, in una posizione di dipendenza dell'ineffabile Wolf (si veda Pulp Story di Tarantino), cioè di colui o di coloro che hanno l'esimia funzione di risolvere i problemi. In passato, invece sentieri e vie di comunicazioni, tanto per fare un esempio, erano di competenza di tutti coloro che vi transitavano: se io viandante trovavo una pietra fuori posto o un ramo caduto di traverso provvedevo personalmente. La viabilità, attenendoci a questo specifico esempio, era dunque un problema di tutta la comunità. Oggi, invece no. Bisogna sempre attendere l'intervento del deus ex machina che si attivi con interventi risolutori.
Sono peraltro sicuro - qui lo dico e qui lo nego - che, se il buco nel marciapiedi fosse stato nella poco distante Via Principe di Paternò ov'è ubicata l'abitazione del nostro Sindaco, il danno sarebbe stato immantinente riparato.
Ho scritto questa nota, nella speranza che qualcuno di buona volontà possa provvedere sollecitamente e faccia sparire sia buco sia scarpa, ripristinando una normale impermanenza e sottolineando che è possibile seguire la nobile via dell'emendamento delle cose guaste.
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