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31 agosto 2017 4 31 /08 /agosto /2017 09:30
Gridare amore dal centro del mondo, 2005, Salani

Gridare amore al centro del mondo è il best seller del giovane scrittore giapponese Kyochhi Katayama (pubblicato in traduzione italiana - di Marcella Mariotti - da Salani nel 2005. Da questa "Love story" in stile giapponese sono stati tratti un film (omonimo), che ha avuto un certo successo, e un manga.
E' stato pubblicato per la prima volta in Giappone nel 2001: una storia non lacrimevole  e non stucchevole, non banale, sicuramente in controtendenza in questa nostra epoca - specie nel nuovo secolo -, sempre più caratterizzato dalla dimensione degli "amori liquidi" alla Baumann o degli amori semplicemente sessal-performativi da cui certa parte della modernità è ossessionata. In ogni caso, a diffferenza della Love Story di Erich Segal, Gridare amore è nato proprio come romanzo e non da una semplice idea di sceneggiatura (in quesi casi di pseudo-letteratura in cui ciò che precede è il film, non il test letterario): contiene dunque degli aspetti di profondità e di riflessione sicuramente maggiore e in linea con una sensibilità tutta giapponesi (vedi ad esempio la storia combinata del rapporto tra il protagonista Sakutaro e il nonno che, in fondo nei suoi turbamenti amorosi e nella successiva fase di elaborazione del lutto, si pone nei suoi confronti come una guida discreta).
Benchè i destinatari del romanzo siano indubbiamente dei lettori appartenenti ad una platea giovanile il racconto si legge bene e non vi sono elementi di ruffianeria nei confronti della suscettibilità emozionale di chi legge. E' una storia non a lieto fine. Come tutte le grandi storie d'amore, si tratta di un amore contrastato, in questo caso (e anche in Love Story) dalla fatalità crudele. Ma le storie d'amore devono contenere questo elemento di tragedia: quale narratore riuscirebbe a reggere la narrazione di una storia d'amore idilliaca che si mantiene nel corso del tempo? Anche nel recente film La Storia dell'amore, scaturito dall'omonimo bestseller, l'amore di cui si narra è un'amore contrastato e interrotto dalle circostanze che, ciò nonostante si mantiene solido e puro, attraversando l'oceano e il tempo.
E' strano che Gridare amore io l'abbia letto soltanto ora. In effetti, da quando lo avevo acquistato (soprattutto spinto da una generica curiosità nei confronti della letteratura giapponese) era stato in standby.
Poi, di recente, per via di quelle curiose coincidenze che a volte capitano, mettendo ordine tra alcune carte , ho ritrovato un vecchio ritaglio di giornale senza data (tratto da "Il Venerdì" di Repubblica), in cui si parlava del romanzo e del film che ne é stato tratto). Con questo foglio, sono andato alla ricerca del volume che ho immancabilmente trovato, per riporlo tra le sue pagine. Ma avutolo tra le mani, ho sentito che era giunto finalmente il tempo di leggerlo, dopo tanta attesa.
Molti dei libri che si hanno a casa in standby sonnecchianno, ci sono, ma nello stesso tempo è come se non esistessero. Improvvisamente, un raggio di luce, come quello di uno spotlight per le messe in scena teatrali lo illumina e alora, dalla sua esistenza latente, ritorna a vivere per te e a imporre la sua presenza.
Ed è a questo punto che lo leggi: una viissitudine del genere può capitare soltanto con i "tuoi" libri, quelli che spinto dalle tue voglie di lettore vorace, combinate con una perniciosa tendenza bibliofilica, hai accatastato come legna da ardere in vista dei rigori dell'inverno.
Quando arriva il momento puoi prendere quel ciocco e bruciarlo, per riscaldarti.
In questo caso il momento della lettura è giunto dopo più di dodici anni.
Ho apprezzato questa lettura, tanto più che l'incontro reale è avvenuto fuori dai clamori mediatici che decretano in modo effimero il successo o il fallimento di un libro.

 

 

Gridare amore dal centro del mondo, manga (graphic novel)

(Dal risguardo di copertina) Sakutaro sta andando in Australia, ma la sua non è una semplice gita: porta con sé le ceneri di Aki, morta a soli diciassette anni di leucemia. L'Australia è la terra che Aki ha sempre sognato, ed è là che lui disperderà i suoi resti. Amare una persona significa pensare che lei viene prima di tutto, è questo che ha sempre pensato. Ma lei ora non c'è più. Pagina dopo pagina, entriamo nei ricordi di Sakutaro, assistiamo al suo primo incontro con Aki, agli appuntamenti dopo la scuola e al loro dolce avvicinamento. E infine alla malattia, al ricovero, alla disperata fuga dall'ospedale. Una passione che si rispecchia in una vicenda antica, quella del nonno di Sakutaro, che ha amato a sua volta, per cinquantanni, una donna che non ha mai potuto sposare e al cui ricordo è incrollabilmente fedele, fino a spingersi a compiere un atto estremo. Ma il loro amore non è limitazione di un sentimento: Sakutaro e Aki vivono una felicità totale, che la malattia crudele di Aki esalta nel dolore, e che la sua morte recide dun colpo, lasciando nell'anima di Sakutaro un silenzio assordante.  Da questo romanzo, grande successo in Giappone, Taiwan e Corea, sono stati tratti un film, una serie televisiva e dei manga.

 

« Amare una persona significa pensare che lei viene prima di tutto il resto. Se non avessimo abbastanza cibo, darei a te la mia parte. Se avessimo pochi soldi, piuttosto che acquistare qualcosa per me, comprerei quello che tu desideri. Se mangi qualcosa di buono tu, è come se avessi la pancia piena anch'io, se sei felice tu, allora lo sono anch'io. Questo significa amare una persona. »

Kyōichi Katayama. Gridare amore dal centro del mondo

Una Love Story made in Japan, ma non altrettanto melensa e banale
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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