Andando a ritroso, ho letto solo ora il primo volume delle storie di Lyndsay Faye che vedono Tim Wilde, "stella di rame" della polizia metropolitana di New York ai suoi primi passi come protagonista.
Come il secondo volume della saga, anche "Il Segreto di Gotham", anche "Il Dio di Gotham" (titolo originale inglese: The Gods of Gotham - nella traduzione di Norman Gobetti - Einaudi Stile Libero Big, 2012) non mi ha deluso: in più mi ha consentito di comprendere alcuni fatti che ne "Il Segreto di Gotham" venivano dati come già assodati e acquisiti da parte del lettore.
Qui al centro della storia vi sono dei casi di brutali uccisione di ragazzini e ragazzine inermi, coartati in un giro di prostituzione minorile, molto fiorente nella New York di quegli anni.
Timothy Wilde, reduce da un micidiale incendio cittadino che gli ha sfigurato il volto con una cicatrice deturpante, prende ad indagare sulla barbara uccisione di un ragazzino, con piena delega da parte del Capo (nonché fondatore) della neonata Polizia metropolitana, il NYPD ai suoi albori, creato con il reclutamento di una forza stipendiata di uomini di buona volontà forniti come unico segno della loro appartenenza al Corpo di una "stella di rame".
Con arguzia e determinazione, Tim Wilde andrà avanti nella sua indagine sino a trovare una soluzione all'enigma. malgrado ingarbugliamenti vari, falsi indizi e piste, e pressioni politiche che vorrebbero insabbiare l'indagine, allontanando sempre di più il raggiungimento di una verità.
Il tutto con lo sfondo esasperato dell'intolleranza che vede contrapposti i protestanti e i "papisti" irlandesi che, in quegli anni, a causa della carestia dovuta alla morìa delle patate, arrivavano a torme a New York, stravolgendone gli equilibri già precari.
Il romanzo, che non è soltanto un poliziesco poichè in essi convergono in un appassionante mix elementi storici e sociologici, ma anche una delicata - e tormentata - storia d'amore, è scritto con grande perizia ed è stato il frutto di lunghe e pazienti ricerche storiche da parte d'una scrittrice che ha tempra e coraggio.
"Alla mia famiglia - dice, infatti, la scrittrice in epigrafe - per avermi insegnato che quando ricevi una bella botta ti rialzi e continui ad andare,oppure ti rialzi e continui in una direzione leggermente diversa".
Ed è davvero un peccato che, ancora, molti dei romanzi scritti da Lindsay Faye, tra cui il primo che è un "apocrifo" holmesiano (Dust and Shadow: an Account of the Ripper Killings by Dr. John H. Watson), non siano ancora stati tradotti in Italiano.
(dalla quarta di copertina) Un thriller storico che svela un passato ormai sepolto, e ha il sapore di un'autentica rivelazione. E cambia per sempre il nostro modo di pensare alla città di New York.
New York, 1845. Timothy Wilde gestisce un bar e sogna di sposare la ragazza che ha sempre amato in silenzio, ma un incendio lo lascia sfigurato, senza lavoro e senza casa. Il fratello gli procura un impiego nella neonata polizia e Timothy lo accetta senza entusiasmo, anche perché la sua zona di competenza è a due passi da Five Points, il peggior quartiere della città. Una notte, durante la ronda, Timothy si imbatte in una bambina in vestaglia e coperta di sangue, che gli racconta una storia improbabile secondo la quale decine di suoi coetanei sarebbero stati uccisi e sepolti nella foresta a nord della 23ma Strada. Perplesso, Timothy decide comunque di verificare, e scopre una catena di omicidi dietro la quale sembra nascondersi un disegno crudele e onnipotente.
Sull'Autrice. Lyndsay Faye vive a New York con il marito e due gatti. Il segreto di Gotham (2016) è il secondo romanzo della serie dedicata alle indagini di Timothy Wilde, già protagonista de Il dio di Gotham, pubblicato da Einaudi Stile Libero nel 2012.
De Il Dio di Gotham, il grande scrittore di thriller contemporanei Michael Connelly ha detto: «Il dio di Gotham è un libro fantastico. Lyndsay Faye dimostra una padronanza dei materiali storici e una conoscenza della mente umana davvero ammirevoli. Mi sono immerso nel suo mondo già dalle prime pagine, e non ho piú potuto allontanarmene fino all'ultimo capitolo».
Marilyn Stasio, per «The New York Times Book Review» ha invece scritto: «Un libro sensazionale nel raccontarci le difficoltà del lavoro di polizia per un gruppo di "stelle di rame" senza alcun addestramento, impegnate in turni di sedici ore per impedire agli abitanti dei bassifondi di derubarsi, picchiarsi, stuprarsi e uccidersi uno con l'altro».
Leggi le prime pagine
Ho chiesto, tramite Facebook, all'autrice, del perchè nei suoi romanzi New York del XIX secolo sia battezzata Gotham ed ecco il testo della lettera che le ho inviato:
"I have read with great pleasure the two first novels of Gotham trilogy. In both cases I have written and publisshed in my blog a review. I appreciate your way of writing and talking at the same time about historical facts. I have discovered that between my still unread books there is as well your first novel with watson and Sherlock Holmes as main caracters. But in Italy this novel has been published in a periodical series dealing with mistery and detective stories (andt this kind of books are considered quite "pulp" actually and youn can't find them in bookshops, only at the newsagents and they are very volatile. I bought it, just because I am a real fan of Sherlock Holmes and I desperately buy anything written connected. It's a pity that in Italy they are proceeding very slowly in the translations of the other novel written by you. I am looking forward that. But, while waiting the italian translation, i have ordered some of novels through amazon. I wanto to ask you a question: why "Gotham"? I didn't find anything putting in connection NY of the origins and Gotham. Viceversa Gotham to me is definitely connected to the Batman stories".
Lindsay Faye mi ha risposto a breve giro:
"Thank you so much for finding and reviewing my work! I'll be very happy if more of my books are published in Italian. And grateful for the ones that already have been.
Regarding your question: "Gotham" is actually a classic nickname for New York City from the 19th century. So by that logic, Gotham City of the Batman stories is an alias for Manhattan. It was first used to describe New York by Washington Irving--you can read more about the name here if you like: https://www.nypl.org/blog/2011/01/25/so-why-do-we-call-it-gotham-anyway
For Americans, it's synonymous with NYC.
Thanks for getting in touch and happy reading!
Best. Lindsay
Grazie a Lindsay Faye per la sua risposta e per l'attenzione nei confronti di un lettore, comportamento di affabilità non sempre riscontrabili negli autori contemporanei, specie se italiani!
The word “Gotham” actually dates back to medieval England. NYPL has some of these resources, including an 1866 reprint of The Merry Tales of the Mad Men of Gottam. Gathered Together by A.B. of Phisicke, Doctor, 1630. There is also a digitized version available on site at the library and a Google Book version. English proverbs tell of a village called Gotham or Gottam, meaning “Goat’s Town” in old Anglo-Saxon. Folk tales of the Middle Ages make Gotham out to be the village of simple-minded fools, perhaps because the goat was considered a foolish animal. Some tales describe the denizens of Gotham as only playing the fool, a ruse used to avert the wrath of the sinister King John. Burrows’ poses that “it was doubtless this more beguiling—if tricksterish—sense of Gotham that Manhattanites assumed as an acceptable nickname.” Burrows’ also notes that the term “Gotham” as a nickname “has gone in and out of favor, having great currency in one decade, falling into desuetude the next” when he discussed the resurgence of the term as it is associated with Batman. He quotes an [unnamed] Batman editor in saying that “Gotham is New York’s noirish side... whereas Superman’s Metropolis presents New York’s cheerier face.” It’s without doubt that New Yorkers have indeed embraced the nickname, Gotham. It no longer invokes a foolish village of goat herders, and sometimes invokes the darkened noirish version as popularized through Batman, but it can be referencing New York in several ways. From the Gotham typeface font to the Gotham Center of New York History and all of the businesses with Gotham in their names in between, the moniker remains a permanent part of New York City’s character.
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