(Maurizio Crispi) Il 17 novembre 2016, a poco più di un mese dalla dolente scomparsa di Enzo Cordovana, presso il Servizio Psichiatrico (SPDC) dell’Ospedale di Termini Imerese, ha avuto luogo un incontro tra colleghi di lavoro, amici e i parenti più stretti, per ricordarne la figura. Al termine, è stata scoperta una targa commemorativa che i colleghi di lavoro hanno voluto, proprio per mantenerne la memoria nello spazio di ingresso al Servizio.
A turno, colleghi e amici hanno voluto ricordarlo: creando, così, un ritratto complesso e sfaccettato: sicuramente più complesso di quello che ciascuno possedeva prima dell’incontro.
Nella vita, specie se i nostri ambiti di interesse e le nostre passioni sono multiformi, abbiamo molte diverse anime e di noi offriamo al nostro interlocutore una sfaccettatura differente o soltanto alcune. Ma non perché si voglia nascondere qualcosa: soltanto perché è più naturale così offrirsi in funzione di ciò che accomuna, preservando altri ambiti di esperienza che saranno condivisi in modo privilegiato con altri.
La memoria di chi non è più si costruisce attraverso il racconto: il racconto silenzioso che facciamo a noi stessi, quello che facciamo ad altri oppure ancora quello che, a nostra volta, riceviamo da altri: ed è così che chi non è più rimane nella nostra mente - e nel nostro cuore - vivo e palpitante.
Ricordo la sorpresa e la gioia, pur nel dolore, quando poco dopo la morte prematura di mio padre, persone che lo avevano conosciuto in ambiti diversi, arrivavano e raccontavano di lui cose diverse che gettavano una luce differente e più chiara su di lui e la completavano: la funzione consolatoria delle visite nelle circostanze luttuose deriva dal fatto che si parli della Vita e non della Morte..
Della memoria abbiamo la necessità per elaborare il lutto, per mantenere vivi i nostri cari che ci hanno lasciato e per preservarli dall'azione corrosiva delle nebbie del tempo. E’ un fatto inoppugnabile che il cimento maggiore di fronte ad un evento di morte è l’acquisire la consapevolezza che noi che siamo rimasti non potremo più vivere nella mente e nel cuore di chi ci ha lasciati (ed è questa l’essenza del lavoro del lutto): ed è così un pezzetto di noi a morire (qualcosa che si continuerà a presentare in noi come una insopportabile mutilazione, un manque (per dire lo stesso concetto con la significativa parola francese), una ferita destinata a lasciare una permanente cicatrice; mentre viceversa - quasi per un paradosso - chi non c’è più continua a vivere nel nostro ricordo che, come ho detto, si costruisce attivamente attraverso il racconto. Il dogma é che un Uomo vive nei racconti che di lui si possono narrare e che possono essere tramandati.
Enzo è stato marito, padre di famiglia affettuoso, stimato medico pschiatra dotato di grandi risorse di umanità, uomo di aperture letterarie e poeta in rima, amante dei calembour e ricco di capacità di ironia (l’ironia è una delle più grandi risorse nell'affrontare le difficoltà del vivere), grande tifoso della squadra di calcio di Palermo (come ho scoperto, non se ne perdeva una), appassionato di musica ed egli stesso capace di suonare il piano, sportivo pronto ad affrontare sempre nuove esperienze, uomo odisseico nel suo desiderio - in questo ambito di attività - di confrontarsi con il limite (e, in questo ambito, velista appassionato, karateka, canoista): ma semprein una maniera soft e, all'insegna del principio della "lentezza", come filosofia di vita che porta a godere delle cose, più che ad divernine schiavi; in definitiva, curioso delle possibilità e delle opportunità che la vita potesse offrirgli.
Ognuno,in questocarosello di attività, di interessi e di passioni, lo ha conosciuto parcellarmente, solo alcuni hanno avuto il privilegio di conoscerlo a pieno campo.
Il senso di questo incontro del 17 novembre, è stato proprio quello di ricomporre assieme alcune di queste sfaccettature, oltre che avere un momento di incontro e di condivisione. Come ho voluto rimarcare nel titolo del mio post, è stato il momento fondante di un “Enzo Cordovana Day” che sinceramente spero possa ripetersi in futuro, poichè sonocerto che molti altri avranno ancora da raccontare molte cose su di lui
Ciao Enzo, impareggiabile amico di corsa e di avventure! - Ultramaratone, maratone e dintorni
(Enzo Cordovana, in una foto di Maurizio Crispi) Se ne è andato dopo lunga malattia il mio caro amico Enzo Cordovana, anche lui medico psichiatra, ma soprattutto amico di corsa e di avventure ...
http://ultramaratone.maratone.dintorni.over-blog.it/2016/09/ciao-enzo-amico-di-corsa.html
Enzo alla sua prima partecipazione alla 100 km del Passatore... Io, in fondo, fui il suo padrino in questo, anche se poi fu proprio Enzo a darmi nuova energia nelle mie avventure di corsa. In quell'edizione della sua prima volta, lui completò la distanza e io invece mi ritirai.
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