(Maurizio Crispi) Le vicende narrate nel recente romanzo scritto da Don Winslow e ultimo ad essere stato tradotto in lingua italiana (Il Cartello, Einaudi, Stile Libero, 2015) s'innestano con un gap di alcuni anni su quelle de "Il Potere del Cane", che coronava una serie di romanzi sul narcotraffico al confine tra USA e Messico. Vi si riprende un filo che, in effetti, non era stato interrotto, a parte il fatto che l'agente Art Keller, dopo quelle vicende, si era ritirato a vivere in un monastero nel deserto, alla ricerca di pace. Ma Keller viene convinto a rientrare in servizio per lottare contro il potente Adan Barrera, signore del narcotraffico che ha posto - a quanto sembra - una taglia sulla sua testa. I due sono alla ricerca di una vendetta reciproca: entrambi sono stati responsabili di morti disumani. Anche chi lotta contro il narcotraffico finisce con il macchiarsi di eguali crimini brutali e violenti, nulla conta se questi vengono sono "provocati" nel corso di un gioco strategico e non eseguiti direttamente.
Il Cartello racconta appunto questo titanico scontro che coinvolge la maggior parte degli Stati messicani e gli Stati uniti, con le inevitabili connivenze in alto loco.
E le cose vanno avanti, sino ad una temporanea conclusione che, d'altra parte - come si può arguire facilmente - è soltanto punto d'inizio d'un nuovo acerrimo scontro, tutto giocato su equilibri strategici continuamente mutevoli, in cui di tanto in tanto dei pezzi saltano via o vengono sacrificati. Il romanzo che è stato equiparato alla "Guerra e Pace" del Narcotraffico, procede per oltre 1000 pagine, senza dare requie al lettore per la violenza e la brutalità di cui ogni singolo capitolo trasuda.
S'impara molto leggendo il fitto intreccio predisposto da Winslow (che - come per i romanzi precedenti - si è ultra-documentato): soprattutto sulle strategie che sono alla base dei due schieramenti apparentemente contrapposti ma - in realtà - sinergici nel mantenere lo status quo, tutto a favore delle grandi holding di fabbricanti di armi e di tecnologie da guerra. Colpisce anche l'inesistenza/pochezza delle forze istituzionali messicane o della loro collusione con l'una e l'altra parte: le decisioni vengono preso solo se si è alla ricerca di vantaggi oppure se si è intimoriti dalla minaccia di ritorsioni.
Sono soltanto pochi quelli che, in un simile scenario in cui un'intera nazione è abbondanata al potere dei narcotrafficanti, si oppongono o cercano di mantenersi aderenti alla propria coscienza morale: sono anzxi sempre di meno, poichè chi si poone o non rimane allineato vine brutalmente falciato.
Colpisce subito prima dell'esordio del romanzo un elenco fittissimo di ben due pagine con i nomi di tutti i giornalisti che sono stati uccisi o sono scomparsi durante l'arco di tempo in cui il romanzo stesso è stato scritto. E ad essi - e al loro coraggio - il romanzo é dedicato.
I romanzi di Don Winslow sono irresistibili: appena ne esce uno nuovo non posso fare a meno di correre in libreria e procurarmene una copia che leggo a spron battuto, infrangendo ordini di lettura e priorità preesistenti.
La"guerra alla droga" non è fatta per vincere, ma è fine a se stessa: il progetto sottinteso è che debba durare per sempre per alimentare i traffici (apparentemente leciti) di armi, movimentazione di captali da vertigine e per sostenere equibilibri politici e alleanze, in una movimentazione che di necessità deve essere continua.
In Medi e in Estremo Oriente ci sono gli scenari di guerra per portare la "democrazia", ma in realtà per sostenere gli interessi delle nazioni che vogliono accapararsi il controllo delle risorse, mentre nelle Americhe c'è la Guerra alla Droga che è pur sempre una guerra sostenuta da logiche occulte: una guerra fatta non per essere vinta, ma per durare, solo con qualche cambiamento di scenario e con la l'avvicendarsi di nuovi "nemici pubblici n°1".
(dalla quarta di copertina) A dieci anni da Il potere del cane torna, in tutta la sua potenza epica, la guerra sanguinaria al narcotraffico. E la sfida tra i cartelli messicani e il loro peggior nemico, l'agente della Dea Art Keller. Adán Barrera, capo del cartello della droga piú potente del mondo, è rinchiuso in un carcere di San Diego in isolamento. Art Keller, l'agente della Dea che lo ha arrestato dopo avergli ucciso il fratello e lo zio, vive nascosto in un monastero del New Mexico, dove fa l'apicoltore e cerca di dimenticare una vita di menzogne e false identità. Quando Barrera riesce a farsi trasferire in un carcere messicano e a riprendere le redini del cartello, la guerra della droga riparte con una brutalità senza precedenti. Anche Keller è costretto a tornare in azione immergendosi in un mondo nel quale onesti e corrotti, vittime e assassini, si trovano dall'una e dall'altra parte della frontiera.
L'autore. Don Winslow, ex investigatore privato, uomo di mille mestieri, è autore di undici romanzi, che lo hanno consacrato come nuovo maestro del noir. Einaudi Stile libero ha pubblicato finora L'inverno di Frankie Machine(ultima edizione «Super ET», 2009), diventato un vero e proprio caso letterario, Il potere del cane, La pattuglia dell'alba, La lingua del fuoco e, nel 2011, Le belve, da cui Oliver Stone ha tratto l'omonimo film. Nel 2012, sempre per Einaudi Stile libero, è uscito I re del mondo, prequel de Le belve; nel 2013, Morte e vita di Bobby Z; nel 2014 Missing. New York, primo capitolo di una nuova serie poliziesca con protagonista il detective Frank Decker; nel 2015, Il cartello.
Hanno detto di questo romanzo:
«Il cartello è il Winslow migliore. Intenso, brutale, profondo. Atmosfera impressionante, trama magistrale. Una botta di metanfetamina pura» (James Ellroy)
«Don Winslow è un maestro e questo libro lo dimostra una volta di piú» (Michael Connelly)
«Se Il potere del cane era quasi perfetto. Il cartello è semplicemente straordinario» (Lee Child)
«Il cartello è un'opera monumentale» (The New York Times)