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9 marzo 2016 3 09 /03 /marzo /2016 22:02
Il Caso Spotlight. Un film coraggioso e rivelatore che racconta l'inchiesta del Boston Globe sui preti pedofili e sulle strategie di occultamento da parte del sistema

Nel 2001, la squadra giornalistica "Spotlight" del Boston Globe, guidata dal neo-direttore Marty Baron, iniziò una clamorosa indagine che svelò, con una solida base documentaria e testimoniale, gli abusi sessuali perpetrati da oltre 70 sacerdoti dell'Arcidiocesi di Boston ai danni di minori; abusi che poi erano stati insabbiati dall'autorità ecclesiastica.
Consapevoli dei rischi cui andavano incontro, mettendosi contro un’istituzione come la Chiesa cattolica, Marty Baron e Ben Bradlee Jr., più i quattro membri della squadra investigativa del giornale Walter Robinson, Mike Rezendes, Sacha Pfeiffer e Matt Carroll, proseguirono con determinazione nel loro sforzo portare la verità alla luce: la verità su una vicenda che per anni - colpevolmente e quasi con atteggiamenti di connivenza, era stata ignorata dalle autorità e dai media.

Il Caso Spotlight. Un film coraggioso e rivelatore che racconta l'inchiesta del Boston Globe sui preti pedofili e sulle strategie di occultamento da parte del sistema
Il Caso Spotlight. Un film coraggioso e rivelatore che racconta l'inchiesta del Boston Globe sui preti pedofili e sulle strategie di occultamento da parte del sistema
Il Caso Spotlight. Un film coraggioso e rivelatore che racconta l'inchiesta del Boston Globe sui preti pedofili e sulle strategie di occultamento da parte del sistema

(Maurizio CrispiIl caso Spotlight (film del 2015 di Tom McCarthy, plurimetriato e vincitore del Premio Oscar 2015) racconta la storia del team di giornalisti investigativi del Boston Globe soprannominato Spotlight, che nel 2002 sconvolse la città con le sue rivelazioni sulla copertura sistematica da parte della Chiesa Cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da oltre 70 sacerdoti locali, in un’inchiesta premiata col Premio Pulitzer.

In maniera del tutto casuale, mi sono ritrovato a leggere il volume di Carmelo Abbate, "Sex and the Vatican. Viaggio segreto nel regno dei casti" (Piemme, 2012), scaturito da un'inchiesta giornalistica pubblicata su Panorama alcuni anni prima, e ad andare a vedere il coraggioso film di Tom McCarthy, altro sublime esempio di cinematografia sul coraggioso giornalismo d'inchiesta d'oltreoceano.
Entrambi, libro e film, puntano il dito contro le ipocrisie della Chiesa di Roma nel voler mantenere un velo d'omertà contro questi fatti, con tagli tuttavia diversi.
Il volume di Abbate esplora, in modo documentato, il mondo della multiforme e sfaccettata sessualità dei preti e dibatte sull'incongruità del voto di celibato.
Il film di McCarthy, invece, si sofferma su di un caso di corruzione di "sistema", in cui l'azione prevalente da parte di preti deviati era stata quella di molestie e di attività sessuali intercorse con minori, casi di pedofilia dunque, perpetrati da soggetti con caratteristiche di "predatore" seriale nei confronti di minori provenienti da famiglie che, "deboli" sotto il profilo sociale e sotto quello del reddito, quindi vulnerabili, furono successivamente sottoposte - proprio facendo leva sulla loro "debolezza" a delle forme di copertura tramite accordi privati con l'obbligo del  secreto, da parte di tutte le parti in causa.
I giornalisti della team Spotlight del Boston Globe, superando non pochi ostacoli e molte e invivibili e sovrastanti barriere di silenzio omertoso riuscirono a fondare solidamente la loro inchiesta su 70 casi documentati e certi. A seguito della pubblicazione della prima inchiesta e di oltre 600 articoli sul tema nel corso dell'anno successivo, vennero alla luce oltre 1000 casi "provati" i cui scenari si estesero rapidamente a tutto il territorio degli Stati Uniti e in altre nazioni.
Quello che si verificò fu un vero e proprio terremoto a seguito del quale il prelato a capo dell'Arcidiocesi di Boston fu costretto a rassegnare le dimissioni, salvo poi ad essere trasferito a Roma dove continuò ad esercitare il sacerdozio con qualche carica all'interno della Basilica di Santa Maria Maggiore, in applicazione della strategia dei vertici della Chiesa di Roma, di fronte a simili casi, di coprire e trasferire in altre sedi, ma mai sanzionare oppure sospendere dalle funzioni sacerdotali.
Si tratta di un film di impegno civile, come anche è coraggioso e sconvolgente il volume di Carmine Abbate, il quale riscontra che, a differenza di quanto accade in altre nazioni europee e del mondo, in Italia il tema della sessualità dei preti non è dibattuto ed avvolto da un velo di omertoso silenzio.
Mai accoppiamento di lettura e film è stato più azzeccato.

Carmelo Abate, Sex and the Vatican, Piemme, 2012(dal risguardo di copertina del volume di Carmelo Abbate) Parte dal racconto di una festa molto speciale, e da un'inchiesta che ha attirato l'attenzione dei media di tutto il mondo - da Newsweek al Washington Post, dalla Cbs al Guardian, dalla Bbc France2, da El Mundo alla Pravda, fino alla TV iraniana -, questo viaggio nel sesso dei preti. Un'impeccabile indagine da under cover reporter che ha avuto enorme eco e ha provocato la reazione del Vaticano, che in una nota ufficiale del Vicariato di Roma ha invitato i preti coinvolti a "uscire allo scoperto". Proprio in quei giorni caldi, Carmelo Abbate continuava il suo lavoro da "infiltrato" sotto copertura, un lavoro che si è protratto per diversi mesi e che dalla Città Eterna si è allargato ad altre città italiane, da Venezia a Palermo, e quindi oltre confine. Il risultato è un reportage ricco di rivelazioni, dialoghi serrati, incontri segreti, testimonianze, a volte dolenti a volte sconcertanti, per un percorso che prende il via dai dintorni del Vaticano e si dipana un po' ovunque, tra vizi privati e pubbliche virtù. Sacerdoti di ogni nazionalità che si dividono tra le stanze di via della Conciliazione e la movida della Roma by night. Esperienze di escort e chat. Seminaristi e suore che vivono di nascosto la propria sessualità, sia etero che omosessuale. Il problema dei figli dei sacerdoti e delle loro madri, che hanno inviato a papa Benedetto XVI un documento segreto per raccontare la loro difficile condizione. Sacerdoti che testimoniano il loro disagio...

Il Caso Spotlight. Un film coraggioso e rivelatore che racconta l'inchiesta del Boston Globe sui preti pedofili e sulle strategie di occultamento da parte del sistema

Sono profondamente addolorato per i peccati e i gravi crimini commessi da membri del clero e umilmente chiedo perdono. Il coraggio che voi e altri avete dimostrato facendo emergere la verità è stato un servizio di amore, che ha fatto luce su una terribile oscurità nella vita della Chiesa

Papa Francesco

Tradimento. L'inchiesta e i documenti che svelano il più grande scandalo all'interno della Chiesa (The Boston Globe Staff, Piemme, Collana di Saggistica), é il volume che contiene tutte le rivelazioni dell'indagine (con il supporto di molti dei documenti originali) e che ha ispirato il film Spotlight.
Il volume contenente i risultati della coraggiosa inchiesta è stato insignito con il Premio Pulitzer.
(dal risguardo di copertina) Porsi continuamente interrogativi e non smettere mai di cercare le risposte: è il credo dei giornalisti di Spotlight, lo staff investigativo del quotidiano Boston Globe. Così, incappando nelle vicende di un solo sacerdote, accusato per molestie e violenze da centinaia di vittime, non si sono limitati a raccontare la storia di una “mela marcia”. Hanno proseguito a fare e farsi tutte le domande, per giungere alla più scomoda: fino a che punto la Chiesa era al corrente? L’indagine ha alla fine disvelato il più grande scandalo di pedofilia nella Chiesa cattolica e costretto alle dimissioni il potente arcivescovo di Boston, Bernard Law. È emerso che il caso di quel prete non era che la punta dell’iceberg di un sistema di omertà e violenze. Che i vertici della Chiesa americana erano al corrente dei crimini di quello e di altri sacerdoti e non solo si erano limitati a spostare di parrocchia in parrocchia i responsabili, accompagnandoli con parole di riconoscenza e di referenze, ma avevano anche comprato il silenzio delle vittime per evitare lo scandalo, usando la propria influenza in ogni direzione.
Per oltre trent’anni. I giornalisti di Spotlight non si sono arresi di fronte all’omertà, alle minacce legali, alla connivenza di istituzioni compiacenti che hanno messo sotto sigillo documentazioni importanti.
Sapevano che se l’opinione pubblica non fosse stata informata, altre “mele marce” avrebbero continuato ad approfittare della fiducia dei fedeli. Per la portata delle sue rivelazioni, che hanno coinvolto non solo gli Stati Uniti ma anche l’America Latina, l’Africa e l’Europa, per giungere fino a Roma, toccando decine di città e 102 diocesi in tutto il mondo, non si vedeva un’inchiesta cosi inappuntabile, documentata e clamorosa dai tempi del Watergate.
E nonostante il risultato, e il Premio Pulitzer vinto, lo staff di Spotlight non smette di porre domande scomode, perché il lavoro non è mai finito.

 

 

Il Team Spotlight. La squadra di giornalisti del Boston Globe che ha contribuito all’inchiesta sullo scandalo della pedofilia è composta da: Matt Carroll, Kevin Cullen, Thomas Farragher, Stephen Kurkjian, Michael Paulson, Sacha Pfeiffer, Michael Rezendes e Walter V. Robinson, responsabile dello Spotlight Team.
Questa inchiesta, che ha ispirato il film Il caso Spotlight, è stata insignita del Premio Pulitzer.

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

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E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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