Stanco
Stanco,
dopo notti di sonno senza sogni
Sveglio all'alba
ascoltando i suoni della casa quieta
Camminare a passo svelto
incontri fuggevoli
con silenzi e solitudini urbane
Avvistamenti di bambole rotte
che guardano con occhioni supplici
con guanti spaiati, bicchieri da bar,
frutti marci o rinsecchiti e altri fronzoli
che costellano il tuo cammino
I gabbiani si risvegliano
e prendono ad intrecciare
voli di esplorazione
Con loro pensieri volatili che turbinano
come mulinelli di foglie secche
alzati dai venti autunnali
Il più della vita è trascorso
e ne rimangono ormai
solo scampoli
Il corpo invecchia
e si va alterando insensibilmente
in una sommatoria di piccoli cambiamenti
che fanno grandi differenze
Impossibile riportarlo
alla forma di prima
Il tempo s'è fatto stretto:
per allungarlo
occorrerebbero ali
che consentano di volare alti
verso il sole
oppure,
bisognerebbere essere aquilone leggero
sollevato dal più tenue refolo di vento
Questo è lo stampo
in cui sei costretto
Altre possibilità non sono date,
se non la curiosità che ti spinge
ad andare oltre
a gettare uno sguardo dietro il prossimo angolo
a sollevare una pietra e a guardare sotto,
se non la meraviglia della scoperta
e quello scintillio di magia che permea alcuni oggetti,
se non lo stormire delle fronde nel vento
che ti parlano con un linguaggio arcano