(Lara La Pera) Ieri il cantautore Roberto Vecchioni all'Università di Palermo ha detto che la Sicilia è un posto di merda. Da Siciliana che ama la sua terra e la rispetta dico che non sono d'accordo e che il proprio parere può essere espresso anche senza essere offensivi. Viva la Sicilia!
Su questa frase postata su Facebook si è scatenato un intenso dibattito che in parte ha spostato il centro dell’attenzione dalle cose più essenziali, creando un’eguaglianza tra Sicilia terra bellissima e suggestiva quanto a bellezze naturalistiche, architettoniche e artistiche e la gente di Sicilia. Qualcuno, timidamente, ha introdotto il concetto di “sicilianità”, intendo che l’oggetto dell’attacco di Roberto Vecchioni, fosse appunto la declinazione più deteriore di questa complessa categoria mentale, culturale e comportamentale che, in taluni casi, si detroiora sino a diventare un “morbo” esecrabile che si esprime - ad esempio - con la danza e la riverenza della vara con il Santo davanti alla casa del mafioso di turno, come è accaduto recentemente a Paternò (CT) - il 3 dicembre scorso, in occasione dei festeggiamenti in onore di Santa Barbara - e come è successo non molto tempo tempo fa a Gioia Tauro (in Calabria) e a Napoli in occasione delle esequie in pompa magna di un camorrista, con l’iniziale acquiescenza delle Istituzioni. Questo il mio pensiero sulla questione.
E' la deteriore "sicilianità" che rovina tutto, anche le bellezze naturali più suggestive. Sì, viviamo in una terra bellissima e piena di suggestioni. E' quello che ho sempre pensato e sentito in cuor mio. Provavo un forte sentimento di orgoglio, quando rientravo in Sicilia, dopo sentimenti di lontananza. Ma una cosa è la Sicilia, altra cosa sono i Siciliani, non dico tutti. Cìè tanta brava gente, gente splendida che sa realizzare cose grandiose appena se ne va da questa terra. Ma la percentuale indubbiamente minore della "cattiva" gente è sufficiente a rovinare tutto. Del resto, bastano l'ignavia di molti, la mancata denuncia delle cose storte, la supina accettazione dei torti che alcuni infliggono ad altri, l'indifferenza atavica, girare lo sguardo da un'altra parte per non dover vedere a rendere la maggioranza "buona" complice di un certo andazzo. E, per quanto ci sipossa professare dei “puri” e critici di un sistema di relazioni corrotte, senza nemmeno accorgersene, ci si ritrova a farne parte, ma non in cose grandi - macroscopiche, piuttosto quelle che potrebbero parere inezie e sciocchezzuole, come ad esempio, posteggiare in seconda o terza fila, eludere i divieti, fare i furbetti nelle code, oppure andare alla ricerca di un amico-intermediario per sbrigare più efficacemente delle faccende burocratiche, nelle quali si sente sempre l’esigenza di una “buona parola” come viatico, o - ancora - vivere andando alla ricerca del piccolo privilegio E chi si sente davvero esente da peccato scagli la prima pietra...
Sono soltanto le piccole cose - ahimè - a far sì che, cumulandosi assieme, si crei nel complesso un’inerzia incredibile rispetto a qualsiasi cambiamento in meglio e l'opposizione di fatto (malgrado i buoni porpositi espressi a parole) ad una trasformazione della “Sicilianità” deteriore in orgoglio di appartenenza a questa nostra terra, in senso della Comunità civile e in rispetto dei doveri civici, anche di quelli più minuti.
E, in questo ambito, non è mai sufficiente invocare la bellezza della nostra terra come leva per il "riscatto" da una fosca percezione che altri hanno di Noi: se il desiderio di rimanere immuni da critiche ritenute offensive e sminuenti si dovesse fondare solo su questa leva, rimarremmo impantanati in un mare magnum di qualunquismo. Un altro elemento di cui tenere conto è che noi Siciliani (la parte buona) ci sentiamo in pieno diritto di esporre - in alcuni casi - alcune critiche radicali (non dissimili da quelle espresse con tanta irruenza da Vecchioni), ma ci disturbiamo profondamente quando siano dei non Siciliani a formularle.
Mentre, se ciò capita, quando capita, sarebbe una preziosa occasione che funga da stimolo a farsi un esame di coscienza e sviluppare (o rinforzare, qualora ce ne fosse bisogno) il nostro senso civico.
Più correttamente, a proposito delle affermazionidi Roberto Vecchioni, così commenta Luigi Colajanni: "Vorrei dire la mia opinione si quello che ha detto Roberto Vecchioni .... Dire 'La Sicilia è un isola di merda che non si sa difendere da se stessa' non è come dire 'La Sicilia è un isola di merda' .... C'è la stessa differenza che dire 'Luigi esce tutte le sere' e 'Luigi esce tutte le sere a buttare la spazzatura'... Questo è un magnifico esempio di manipolazione della informazione e adesso sparatemi pure".