Cammino per un viale alberato
una miriade di occhi enormi mi guardano minacciosi
occhi che come quello di un ciclope-lepre non possono esserer mai chiusi
Mi sento osservato da tutti questi occhi
puntati verso di me
Gli alberi mi guardano e non favellano,
eppure a modo loro mi parlano
Un paio di loro ha un ampio squarcio
nella corteccia morbida che lascia a nudo
il morbido midollo sottostante
e soto si suppongono
nervi scoperti ed esacerbati
Bocche urlanti
impegnate in un muto urlo di dolore
assordante
indicibile
Chi mi ha fatto male?
Chi ha lacerato la mia carne?
Un grido straziante ed inarticolato
come quello di Polifemo
dopo l'accecamento
E, a causa di quell'urlo,
gli occhi che guardano
sembrano ora minacciosi ed ostili
E i rondoni sono tutti volati via
con un frullo d'ali
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