Anche Palermo ha il suo muro del pianto: quello dove i peccatori dovrebbero andare a piangere per cercare espiazione alle proprie e quello dove gli innocenti dovrebbero andare a pregare per ottenere quei miracoli di cui la città avrebbe tanto bisogno.
Il bello é che questo "muro del pianto" si trova nella "cattivissima" o "disgraziatissima" - almeno di nome - via Scannaserpe, traversa di Via Resuttana..
Scannaserpe è il nome della zona, che anticamente era occupata dal vastissimo “fondo Scannaserpi”, così denominato dal soprannome dei fratelli Simone e Vincenzo D’Abbeni, detti appunto Scannaserpi, che avevano ricevuto la concessione del terreno nel 1603 da donna Diana Abbate.
Nella piazzetta omonima ed attigua alla via, vi è la Villa Marraffa, con il suo interessante arco d’ingresso alla corte. Un tempo la villa apparteneva ai frati domenicani e, successivamente, passò in mano alla famiglia Marraffa. Oggi è sede di una succursale della scuola media Vittorio Emanuele Orlando.
I Scannaserpi sono entrati a far parte della tradizione popolare come sinonimo di povertà e sfortuna.
Un detto dice: “Siamo ridotti come Scannaserpi, nudi, morti di fame e senza scarpe” indicando proprio l’attraversamento di un periodo negativo.
Il Muro Occidentale ( ebraico: הכותל המערבי, HaKotel HaMa'aravi), o semplicemente Kotel, è un muro di cinta risalente all'epoca del secondo Tempio di Gerusalemme. È anche indicato come...
Muro del pianto Nome dato dagli europei al Muro occidentale, unico resto del tempio di Gerusalemme, costruito nel 10° sec. a.C., ricostruito da Erode nel 19 a.C. e distrutto nel 70 d.C. dai romani. È il monumento più sacro per l'ebraismo; dopo la guerra del 1967, quando Gerusalemme fu posta sotto la sovranità israeliana, davanti al sito è stata creata una spianata, sede di raduni e manifestazioni religiose.
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