Era da molto tempo che non mi spingevo nel profondo del Parco della Favorita.
E ieri mi ci sono avventurato con la bici, al seguito di Maureen che spingeva il Baby Jogger.
E' stata un'esperienza traumatica.
Soprattutto il fatto di vedere in opera un'irrastebile processo di degradazione entropica.
Gli agrumeti, un tempo fiorenti, del tutto abbandonati, senza più segni di un lavoro diuturno sulle piante e attorno ad esse.
Tutta la rete delle canalette che, sino a non molto tempo addietro, consentivano di abbeverare le piante quasi quotidianamente, oggi totalmente degradata ed inservibile (e ciò e particolarmente evidente nei dintorni di Villa Niscemi).
Gli agrumenti un tempo erano affidati a privati che che, con il loro duro lavoro, li facevano prosperare: poi, gli affitti - allo scadere dei 99 anni di concessione - non sono stati rinnovati, perché l'Amministrazione pubblica ha voluto rientrare nel pieno possesso e nel pieno uso del Parco: ma a che pro? Non era forse meglio, allora, lasciare che le cose rimanessero com'erano, a fronte dell'attuale - colpevole - incapacità?
Piante d'alto fusto abbattute dal vento o dai fulmini, o semplicemente schiantatatesi per limiti d'età lasciate a terra come giganti caduti.
Tutte le opere che nel corso del tempo erano state realizzate - con grande spreco di denaro pubblico - per creare aree attrezzate del tutto scomparse o degradate sino ad essere l'ombra di se stesse.
Zone di bosco fitto trasformate in aree spelacchiate e polverose che potrebbero diventare facile preda di incendi dolosi o accidentali.
E del resto sono abbondanti segni e tracce di incendi che hanno divorato il sottobosco, mai del tutto tenuto a bada.
Tutte le opere che un tempo arricchivano il Parco Reale, come fontanili e bevai, torrette per la caccia e l'osservazione, cippi di pietra sono in stato di degrado e praticamente a pezzi.Tutte le opere accessorie, come le staccionate di legno sono da tempo scomparse, probabilmente trasformate dai Nomadi che vivono nel vicino campo, in legna da ardere oppure prese dai gitanti delle feste comandate per alimentare i fuochi dei loro picnic.
Dovunque rifiuti abbandonati e, come già scrissi in un altro post, anche le carcasse d'auto rubate abbandonate non mancano.
L'area attrezzata, con annessa area giochi per i più piccini, vicino all'uscita del Parco dal lato di Piazza Leoni, trasformata in una distesa post-nucleare conscheletri di giochi, di atteezzi e di panchine, sparsi qua e là ed emergenti a stento tra l'erba alta, tutta secca, e i rifiuti.
Una parvenza di ordine e cura si rinviene soltanto nel parco che, nel corso si è andato ampliando, accanto allo Stadio di Atletica, ma anche lì molto c'è molto degrado: solo che mettendo in relazione con lo stato di abbandono del resto, quello che qui è parziale abbandono, sembra il risultato di una cura assidua.
E' mai possibile che quello che dovrebbe essere il principale "polmone verde" della città debba essere ridotto in un simile stato?
E per fortuna che tutto il territorio in cui ricade il Reale Parco della Favorita sia stato dichiarato anni fa Riserva Naturale Orientata Parco della Favorita e Monte Pellegrino e affidato per la sua gestione ad un Ente privato (credo che si tratti dei "Rangers d'Italia") che, tuttavia, non sembra avere né la forza né la volonta di procedere alle cure necessarie. Fortuna o sfortuna?
Dati i risultati finali dopo anni di malaccorta gestione, si dovrebbe dire forse "sfortuna".
Cure che, per potere essere portate avanti, richiedono da parte dell'Ente preposto - data la vastità del territorio - un'attenta pianificazione e non possono essere lasciate al caso, mentre da parte dell'Ente pubblico responsabile ultimo del bene richiederebbero controlli continui e verifiche.
In altri paese, evoluti sotto il profilo della coscienza civica, vedremmo lo svilupparsi di iniziative virtuose con ogni sforzo per preservare ciò che c'è e nello stesso tempo creare di continuo qualcosa di nuovo che rappresenti attrattiva per il pubblico e che spinga al rispetto.
E invece niente: non meritiamo nulla.
O meglio: riceviamo che abbiamo meritato con la nostra stessa incapacità e con il disinteresse che contraddistingue noi Italiani, noi Siciliani, noi Palermitani per la cosa pubblica.
Sono rimasto scioccato e sono tornato da questa passeggiata come se avessi dovuto attraversare distese contaminate da una pioggia di ceneri radioattive di un pianeta in via di estinzione.
Una volta, qualche tempo fa, scrissi nel mio blog "Frammenti e Pensieri Sparsi", un articolo, reduce anche quella volta da una passeggiata in cui mi ero spinto nel cuore del Parco, cui diedi il titolo "Il Real Parco della Favorita: scenari postapocalittici, mentre la Natura - malgrado tutto - riprende il suo dominio": ma quella volta fui, rispetto ad ora, fin troppo ottimista. Oggi, mi sembra che anche la Natura rischia di poter essere perdente e di essere definitamente compromessa in un percorso di trasformazione di quello che era un tempo uno spazio ridente ed irriguo in una landa desolata.Mi ramarico solo del fatto che, ieri, non avessi con me la macchina fotografica: avrei voluto documentare tutto questo con delle immagini.
Poco male, tuttavia, ho fotografato tutto egualmente nella mia mente, dolendomi che una simile bellezza, il patrimonio di noi cittadini, debba essere votata al degrado ineludibile
Il cimitero delle auto rubate e il degrado del Parco della Favorita - Frammenti e pensieri sparsi
(Palermo) L'altro giorno ho imboccato un percorso all'interno del parco della Favorita, da dove non passavo da molto tempo. Poi, ad un certo punto ho svoltato sulla sinistra, vedendo un sentiero ...
http://www.frammentipensierisparsi.net/article-il-cimitero-delle-auto-rubate-85288052.html