L'autunno incalza
Foglie ingiallite
cadono danzando
sull'erba smeraldina appena cresciuta
Vite americana
abbarbicata su di un muro diruto
disegna
una chiazza cromatica
rosso-ruggine,
intensa
Un coniglio saltella via
le orecchie sollevate,
trepidanti
Odore di umido e funghi
nel fitto della boscaglia
dove non giunge mai
un raggio di sole
ma solo i suoi riflessi cangianti
filtrati dalle fronde
E il gracchiare dei corvi
che rimangono invisibili
E l'improvviso frullo d'ali
del piccione selvatico che si leva in volo,
impaurito
E la rugiada riveste
ogni cosa
con le sue sottili gocce
e tutto é stillante
Nel vuoto di parola
Il sole del primo meriggio batte impietoso sulle vie d'asfalto sui piazzali polverosi, sui giardini entropici, tendenti alla desertificazione, panchine divelte, fontane prosciugate, monnezza sparsa ad arte
Con le raffiche del vento caldo che soffia dal Sud nuvole di sabbia finissima si levano turbinando dalle aree salute, sommerse da una rigogliosa vegetazione selvaggia Solo pochi resilienti si affannano ad esercitarsi sotto il sole rovente, incuranti di caldo e polvere
Non una panchina attorno. Ci si può sedere soltanto nella polvere, tra formiche e scarafaggi nell'ombra esile di alberi stenti
Le strade della città sono scenari di desolazioni, negozi chiusi e sprangati insegne cadenti spazi vuoti con i segni d'un frettoloso abbandono, quasi avesse avuto inizio una migrazione
Ma le gelaterie sono traboccanti di clienti, alla ricerca di un dolce conforto, e così pure i negozi di intimo Loro sì, fanno affari senza deflessioni
Camminare per le vie della città fa germogliare nel cuore un sottile filo di malinconia che presto si tramuta in nube malevola che oscura tutto il resto
La gente butta via i libri o li brucia. se ce li ha, oppure non li compra, non sa più cosa farsene, forse non l'ha mai saputo
Lo spettacolo dell'ignoranza, dell'insensibilità, della mancanza di cultura fa il resto
Viene voglia di rifugiarsi nella mancanza di consapevolezza della vita animale di basso livello evolutivo o, ancor di più, di quella minerale
Farsi topo, scravagghiu, pietra per non dover temere alcun male E poi ci si trascina stancamente, come ogni volta, sino a casa, dove un libro attende i pochi lettori sopravvissuti, per praticare una moderna - e rassicurante - clausura libro e divano libro e poltrona libro e letto e, poi, dormire dormire dormire alla ricerca dell'oblio
Ma il giorno dopo, molto prima dell'alba, si ricomincia a zampettare, come criceti nella ruota