Viviamo in un’epoca in cui l’esasperazione della sessualità permea ogni aspetto del vivere sociale. La pornografia, non più vissuta come tabù o oggetto di censura, è divenuta un’esperienza quotidiana facilmente fruibile attraverso pochi click.
Porndemia
Il porno è per molti ormai un fenomeno pop, di massa: attraversa la società trasversalmente, espressione più che mai attuale di un’epoca dove la sessualità tracima dalla sfera privata per riversarsi in quella pubblica, una cornice in cui, nostro malgrado, siamo calati senza esserne nemmeno più consapevoli.
In un tale contesto è naturale domandarsi se può suscitare ancora scalpore una mostra sulla pornografia nell’arte: forse ciò che accade può far cadere vuoti preconcetti e mostrarci come un’opera d’arte, superata l’estetica shockante, possa trasformare anche immagini forti ed esplicite in poesia o strumento di critica sociale.
“Porndemia”, attraverso una carrellata di opere di importanti autori storici e contemporanei, si propone così di indagare i vari approcci artistici e poetici rispetto alla pornografia, trascendendone i meri aspetti rappresentativi e le spesso contraddittorie reazioni di pubblico e media di fronte ad un argomento ancora così controverso nonostante la sua ovvia attualità.
"PORNdemia" è stata la mostra curata da Francesca Canfora (per i testi) e Daniele Ratti (per le fotografie) e ospitata all'ex-Moi di Torino nell'ambito di Paratissima, rassegna d'arte 'off' che è stata in programma dal 7 all'11 novembre 2012.
In esposizione sono state opere di nomi storici, come Keith Haring, Carol Rama, Man Ray e Carlo Mollino accanto ad autori più contemporanei, come Vanessa Beecroft, Jim Dine, Nobuyoshi Araky, Daniele Galliano e Richard Kern.
Oltre a foto, video, pitture, sculture e installazioni in esposizione era stata allestita anche un'ampia sezione dedicata al fumetto.
In più, nella cornice della manifestazione, era stato indetto un concorso aperto alle opere di artisti emergenti (nell'ambito di scultura, pittura e fotografia) e degli artisti che hanno voluto partecipare, cinque sono andati a premio con le loro opere esposte.
Contestualmente, è uscito il catalogo della mostra che presenta la maggior parte delle opere esposte con il corredo di un'interessante saggio della stessa francesca Canfora, dal titolo "PORNdemia. Il porno da genere di nicchia a fenomeno pop" che tratta appunto della transizione a cui stiamo assistendo negli ultimi anni (dopo la mostra ad una velocità crescente) della transizione del Porno a fenomeno pop e a dimensione di puro intrattenimento.
"...viviamo in un epoca in cui la diffusione della pornografia, non più vissuta come tab§ o oggetto di censura, é favorita ed esasperata dal progresso tecnologico dei mezzi di comunicazione" (Francesca Canfora, p. 3).
Ma ovviamente non è solo questo, c'è in questo processo una forte deriva dovuta alla progressiva desensibilizzazione del "pubblico" nei confronti di immagini "forti" ed esplicite che prima non potevano essere accettate enmmeno nell'intimità della vita privata e si fa strada, in contemporanea, sempre di più una valorizzazione dell'atto sessuale in tutte le sue infinite variazioni, esibito ed esplorato in tutti i suoi dettagli, del tutto svincolato dalla dinamica dei sentimenti.
E c'è anche la contaminazione tra la rappresentazione del porno e il suo Pubblico, nel senso che quest'ultimo non è più composto da persone che sbirciano da dietro le tende oppure attraverso il buco della serratura e che conservano e custodiscono le opere pornografiche (libri, foto, disegni incisioni, filmini) in un settore nascosto della propria biblioteca ("L'Enfer", veniva chiamato nell'Ottocento questo spazio privato rinvenibile nelle biblioteche borghesi), ma da persone che sono disposte (o interessate) a venire allo scoperto e divenire esse stesse produttrici di immagini porno, in una vivace contaminazione tra pubblico e performanti (e si potrebbero citare numerose esperienze ed esperimenti che incontrano successo), per non parlare della diffusione dei Privé in cui, appunto, a ben guardare, si verifica il fenomeno della "messa in scena" degli stilemi propri del Porno.
Cioè in altri termini si assiste al processo di trasformazione del semplice fruitore (prevalentemente passivo e dall'identità nascosta) in soggetti attivi che vogliono porsi essi stessi come "produttori del porno".
In contemporanea, con il diffondersi del fenomeno che valorizza dell'atto sessuale, pubblico ed esibito, soprattuto (se non esclusivamente) gli aspetti performativi, si assiste al moltiplicarsi dei saggi di studiosi di sociologia delle comunicazioni sui modi in cui il Porno si sta infiltrando progressivamente in una serie di ambiti, plasmandoli e modificandoli, e assieme a questi studi nascono neologismi come il termine di "pornosofia" definito da Franco Volpi che afferma "...i tempi sono maturi per una vera e propria pornosofia".
In questo contesto, anche negli ambiti della espressività artistica si stanno creando dei fenomeni di contaminazione e di esplicitazione, prima considerati inaccettabili, se si considera che in un passato non lontano ogni artista aveva nel suo archivio segreto delle opere erotiche ma anche semplicemente "porno", pure esercitazioni, studi, ma anche espressione di una passione segreta che tale avrebbe dovuto rimanere, poiché la sua esplicatazione sarebbe stata di rottura rispetto alla sensibilità del tempo e avrebbe condannato l'artista in questione alla nomea di "maledetto".
Ed è appunto questo ambito che la mostra PORNdemia ha voluto indagare.
Al saggio introduttivo di Francesca Canfora, fa seguito una presentazione dettagliata (con relative contestualizzazioni) delle opere esposte.
Il catalogo, pubblicato da PINP Editoria d'Arte 2.0, disponibile ancora per l'acquisto per pochi Euro (stampa on demand) è una buona occasione per visitare la mostra in differita.
scrivi un commento …