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4 aprile 2015 6 04 /04 /aprile /2015 19:36
Lo sfincione di Bagheria: ma com'è buono! (Gerlando Lo Cicero)
Lo sfincione di Bagheria: ma com'è buono! (Gerlando Lo Cicero)
Lo sfincione di Bagheria: ma com'è buono! (Gerlando Lo Cicero)
Lo sfincione di Bagheria: ma com'è buono! (Gerlando Lo Cicero)

Sfincione di Bagheria! Quello di Bagheria è uno Sfincione da premio Nobel!
Caspita, se è buono!
Esiste in due diverse versioni: con formaggio di tuma, acciughe, cipolla e pangrattato in una, mentre l'altra é con ricotta, cipolla e pangrattato!
Assolutamente niente a che vedere con lo sfincione di Palermo!
Il vero sfincione solo a Bagheria lo fanno.
Ne ho comprato 1,5 kg e l'ho portato a Caltanissetta dai suoceri!
Via, per oggi la dieta è saltata! Ne valeva la pena!

Gerlando Lo Cicero (profilo Facebook)

Lo conosco, lo conosco bene! Diverse volte l'ho comprato presso il Forno di Bagheria che si trova subito fuori dal centro abitato, nel grande curvone della Statale, prima di arrivare davanti a Villa Cattolica. E l'ho mangiato con grande gusto. Ma diciamo pure che Gerlando Lo Cicero è alquanto campanilistico (abita a Bagheria, appnto) e che, in realtà, ogni tipo di sfincione è buono: è un cibo povero che si può preparare con infinite variazioni.

Tra l'altro, al Supermercato Prezzemolo e Vitale, vicino casa mia, dove prima si trovava lo Sfincione di Piana degli Albanesi (simile, peraltro, a quello palermitano), ora si trova uno sfincione simil-bagherese, bianco, con la cipolla, e sopra uno strato di ricotta (o di tuma).

Mi hanno detto: "Quello di Piana non lo teniamo più". Ma assaggi questo e di quello non sentirà la mancanza".
Ho seguito il consiglio: buono, è un'altra cosa, un altro sapore, un altro stile.
Ma quello di Piana (come tutte le infinite varianti dello sfincione palermitano) è più "vastaso" e dal carattere più maschio e, indubbiamente, aggredisce con vigore il tuo palato.

Io direi che i due diversi tipi (che comunque con le varianti sulle due ricette-base diventano un'infinità) sono a pari merito, senza che si possa propendere con decisione verso l'uno o verso l'altro: sono semplicemente diversi.

Nella guerra tra  sfincioni, nessuno vince, nessuno perde.

In Sicilia si può dire, senz'altro: Paese che vai Sfincione che trovi!

Lo sfincione di Bagheria: ma com'è buono! (Gerlando Lo Cicero)
Lo sfincione di Bagheria: ma com'è buono! (Gerlando Lo Cicero)
Lo sfincione di Bagheria: ma com'è buono! (Gerlando Lo Cicero)

Per i non Siciliani (si potrebbe dire per i non Palermitani, visto che lo Sfincione si prepara soltanto a Palermo e Comuni della sua Provincia), si tratta di un cibo povero, prodotto da forno, ma essenzialmentenella sua distribuzione anche un cibo da strada, in cui in pratica si mangia del pane pizza, cotto al forno con un condimento, appositamente preparato.
Il segreto (e la varietà) dipendono appunto dal condimento che può avere un'infinita gamma di piccole variazioni locali, piccole sfumature che fanno la differenza: ma dirò di più, lo sfincione che esce da uno stesso forno e dalle stesse mani, pur essendo figlio di una stessa ricetta, può avere ogni volta un gusto lievemente diverso, in funzione della maniera in cui è stato preparato il condimento, del grado lievitazione della pasta, della varaibilità nella dosatura dei singoli ingredienti e dei tempi di cottura.

Ed è questa la maggiore sorpresa: che, appunto, losfincione non finisce mai di sorprenderti...

(da Wikipedia) Lo sfincione (sfinciuni o spinciuni in siciliano) è un prodotto tipico della gastronomia palermitana, inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF).

Al pari della sfincia di San Giuseppe, il nome si fa derivare dal latino spongia e dal greco spòngos, σπόγγος, ossia "spugna", oppure dall'arabo ﺍﺴﻔﻨﺞ isfanǧ col quale si indica una frittella di pasta addolcita con il miele. Si tratta di una antica ricetta che vede come ingrediente cardine il pane pizza (morbido e lievitato, simile appunto ad una spugna) con sopra una salsa a base di pomodoro, cipolla, acciughe, origano e pezzetti di formaggio tipico siciliano (chiamato caciocavallo ragusano). Lo sfincione si può gustare solo a Palermo e dintorni presso alcune pizzerie, gastronomie e panifici.

Il prodotto più originale viene però prodotto artigianalmente nei pressi di porta Sant'Agata, e commercializzato come cibo da strada da ambulanti che si muovono per le vie della città a bordo di motoveicoli a tre ruote (meglio conosciuto come "lapini", storpiatura del nome del veicolo, un'Ape Piaggio) e invitano ad assaporare il loro prodotto gridando a voce alta, o attraverso un amplificatore, in dialetto palermitano: "Scairsu r'uagghiu e chin'i pruvulazzu" che, tradotto, vuol dire "scarso di olio e pieno di polvere".

Il grido icastico del banditore fa riferimento alla qualità del cibo: se lo sfincione fosse condito con una quantità d'olio superiore al necessario risulterebbe poco soffice e lo stesso sapore ne sarebbe condizionato; la "polvere" fa invece riferimento alla consistenza compatta del suo condimento.

Lo sfincione è simbolo della cultura del "cibo da strada" di Palermo.
Una sua variante è, appunto, quella preparata a Bagheria, secondo una ricetta alternativa che non prevede l'uso della salsa di pomodoro, sostituita da tuma (o ricotta), cipolle e acciughe (il cosiddetto "sfincione bianco").

 

Si trovano con facilità nella rete una serie di siti gastronomici, dove vengono date delle ricette per la preparazione casalinga dello "sfincione bagherese".
Come, ad esempio, questa.

 

La ricetta del mese. Dicembre 2012 - "U sfinciuni", Sfincione palermitano e bagherese (December 4, 2012 at 10:48 am)
"U sfinciuni" - Sfincione palermitano e bagherese. il nome sfincione deriverebbe dal latino spongia ossia "spugna" anche se c'è chi sostiene che esso derivi dal termine arabo "sfang" con cui si indica una frittella di pasta addolcita con il miele.
Lo sfincione è correlato ad un'antica ricetta costituito da pane pizza (lievitato, morbido rassomigliante ad una spugna) con sopra una salsa a base di pomodoro, cipolla, e pezzetti di caciocavallo.

Ingredienti per l'impasto: 400 g di farina di rimacinato - 100 g. di farina 00 - lievito di birra disidratato 1 bustina - 300 ml ca. di acqua tiepida - 1 cucchiaino di zucchero - 10 g ca di sale

Per il condimento: per lo sfincione bagherese: 200 g. di primosale - 200 g. di ricotta - 4 grosse cipolle - sarde salate - mollica di pane del giorno stesso ridotto in briciole - olio di oliva - sale e pepe q.b. - origano - caciocavallo grattuggiatoper lo sfincione palermitano: salsa o polpa di pomodoro - 4 grosse cipolle - sarde salate - caciocavallo a dadini - pan grattato - olio di oliva - sale e pepe q.b. - origano

Preparazione: Mettere in una terrina le farine, lo zucchero ed il lievito, impastare aggiungendo l'acqua poco a poco. I 300 ml sono puramente indicativi poiché in funzione del grado di umidità della farina, potrebbero esserne necessari anche di più.
Bisogna tener presente che l'impasto deve risultare molle quasi da doverlo sbattere con la mano piuttosto che impastarlo come si farebbe con il pane. Soltanto alla fine aggiungere il sale poiché non deve mai venire a contatto direttamente con il lievito.
Mettere l'impasto a lievitare coprendo la terrina con uno strofinaccio e avvolgendola con una coperta.
Mentre l'impasto lievita - dovrà raddoppiare il suo volume - affettare le cipolle e farle appassire con un dito d'acqua.
Quando l'acqua si sarà asciugata del tutto aggiungere una generosa quantità di olio e un paio di sarde e far stufare ancora: dovrà risultare una salsa asciutta. Adesso, nel caso della versione bagherese, aggiustare di sale e pepe, aggiungere l'origano e, quando la salsa è ormai fredda anche una manciata di caciocavallo grattugiato.
Togliere le cipolle dal tegame/padella e nell'olio rimasto far tostare le briciole di mollica di pane.
Nel caso, invece, della versione palermitana occorrerà aggiungere la salsa o la polpa di pomodoro, aggiustare di sale e pepe e far cuocere.
Quando l'impasto sarà raddoppiato, con le mani unte abbondantemente di olio disporlo nella teglia già cosparsa di olio facendo uno strato di uno spessore di circa 1,5 cm , disporre le sarde a pezzetti facendoli penetrare leggermente nell'impasto.
Adesso, nel caso dello sfincione bagherese, ricoprire tutta la pasta con fette di primosale, poi ancora con fette di ricotta, ricoprire con il composto di cipolle ormai a temperatura ambiente; infine ricoprire con le briciole leggermente tostate e far lievitare ancora fino a che non avrà raggiunto il bordo della teglia.
Nel caso dello sfincione palermitano disporre sulla pasta i dadini di caciocavallo generosamente, ricoprire la con il composto di salsa di pomodoro e cipolle ormai a temperatura ambiente e porre a lievitare.
Quando la pasta avrà raggiunto quasi il bordo della teglia, infornare in forno già caldo alla temperatura di 200° C per 30'-40' ca.
Nel caso dello sfincione palermitano a metà cottura cospargere lo sfincione di pangrattato lievemente tostato con un goccio di olio.

Visit Sicily Tourist Information · Government Organization (Pagina Facebook)

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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