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7 aprile 2015 2 07 /04 /aprile /2015 18:22
La Vendetta del Diavolo di Joe Hill (Horns). Non è facile essere un figlio d'arte, ma Joe Hill se la cava e tenta le sue vie

(Maurizio Crispi) Come é noto Joe Hill è uno dei figli di Stephen King. Ha iniziato la sua carriera di scrittore, sotto falso nome, per rivelare il suo vero nome, soltanto dopo che aveva cominciato ad avere un certo successo. E ciò per evitare di influenzare l'eventuale apprezzamento dei lettori.
Dopo le sue prime prove d'autore, è stato reso noto che egli fosse figlio di tanto padre,
Per alcuni versi, un'imbarazzante parentela: come accade a tanti musicisti, figli di genitori musicisti che sembrano costretti a rimanere in qualche misura nell'ombra del padre, troppo grande per venire fuori dal suo alone. Basti pensare ad Jakob Dylan nel confronto con il padre Bob: lo ascolti perchè sei incuriosito del nome che porta e poi lo metti da parte.
Ciò dipende dal fatto che quando si legge o si sente un figlio d'arte interpretare uno dei suoi pezzi, si è inevitabilmente portati a pensare al rispettivo padre. Di rado lo si riesce a vedere come autore (o artista) a se stante. con le proprie originalità e le proprie pecche, che si uniscono in un mix unico ed irripetibile. Dietro il figlio si va sempre alla ricerca di un padre: e si manca il punto di dare a questo nuovo scrittore emergente un'identità e un posto.

Joe Hill è dunque un figlio d'arte e bene ha fatto nella prima parte della sua carriera ad occultare la sua ingombrante parentela. Ciò nonostante, per alcuni, ora che è stata rivelata la sua vera identità, risulta difficile non fare paragoni con il padre, cercando affinità con i suoi costrutti letterari di questi.

La vendetta del diavolo (Sperling&Kupfer, 2012, titolo originale: Horns, nella traduzione di Andrea Carlo Cappi) è il nuovo romanzo tradotto in Italiano dopo Una scatola a forma di cuore (Sperling&Kupfer, 2007) e una raccolta di racconti, Ghosts (per i tipi della stessa casa editrice, 2009).
Proprio in questi mesi è andato in distribuzione nelle librerie il complesso NOS4A2. Ritorno a Christmasland (Sperling&Kupfer, 2014). Joe Hill si dà da fare per uscire dall'ombra lunga del padre: per esempio, ha partecipato in collaborazione all'elaborazione di numerose graphic novel.

Il primo romanzo e la raccolta di racconti, infatti, si muovono all'interno del genere delle storie di fantasmi, poco battuto da King padre.
NOS4A2 sembra essere decisamente più complesso ed ambizioso con una sua originalità, ma ne dirò in seguito.
Tornando a La vendetta del diavolo, la storia di Ignatius Perrish a cui dopo una notte di bagordi spuntano delle autentiche corna di diavolo possiede indubbiamente delle qualità allegoriche. Se uno ci si accosta, immaginando di trovare un romanzo horror con i ritmi narrativi ele epifanie tipici di Stephen King, rimarrà ovviamente deluso.

Non ci sono veri elementi in questa storia che possiede piutto sto delle qualità allegorico-satiriche, mentre si va dipanando una conversazione che si estende nel passato di Ig Perrish, nella sua cerchia di amici, nela storia del suo fidanzamento e della storia d'amore con la bella Merrin sino alla uccisione di lei in circostanze misteriose e poco chiare, ma di cui Ig viene ritenuto - a torto - il principale sospetto.

Le corna che crescono sulla fronte di Ig hanno una singolare proprietà: inducono le persone con cui Ig entra in contatto a dire senza peli sula lingua ciò che veramente pensano o hanno pensato (e quindi, inevitabilmente, anche su ciò che hanno fatto).

Ig, a poco a poco, mentre si tuffa negli eventi del passato in un'ultima analitica rimemorazione, va scoprendo dei tasselli mancanti all'uccisione di Merrin e finisce con lo scoprire chi è stato il colpevole di quella morte che ha sconvolto la sua vita.

Storie dentro storie: questa è proprio una delle caratteristiche di King, ma il modo in cui sono trattati la materia narrativa e il soggetto sembrano essere del tutto originari.

Vi è in più, nella filigrana della narrazione, un'ardita interpretazione a proposito del Diavolo: che cioè il Diavolo possa essere uno strumento del Bene, in quanto intervenendo sula scena per mettere ordine nelle cose e per punire i veri colpevoli è in qualche misura uno strumento della giustizio divina.

Al di là delle stroncature di alcuni lettori che hanno cercato in questo romanzo una cifra horror di pura marca kinghiana, si tratta di una lettura godibile che, tuttavia, procede senza brividi eccessivi, imponendo al lettore più un'impegno mentale ed intellettuale che non un coinvolgimento emozionale.

Dal romanzo Horns è stato tratto nel 2013 un film con lo stesso titolo, con l'interpretazione di Daniel Radcliff nella parte di Ignatius Perrish.

(dal risguardo di copertina) Ignatius Perrish ha passato tutta la notte tra alcol ed eccessi. Il mattino dopo si sveglia con i postumi di una sbronza tremenda, un mal di testa infernale... e un paio di corna che gli spuntano sulla fronte. In un primo momento Ig pensa che siano un'allucinazione, o il prodotto di una mente alterata dalla rabbia e dal dolore. Nell'ultimo anno ha vissuto in un solitario purgatorio personale, dopo la morte della sua amata, Merrin Williams, violentata e assassinata in circostanze mai chiarite. Un esaurimento nervoso sarebbe la cosa più naturale del mondo. Ma non c'è niente di naturale in queste corna, fin troppo reali. Un tempo Ig godeva una vita di privilegi: aveva sicurezza, soldi e un posto nella società. Aveva tutto, e anche qualcosa in più: aveva Merrin, e il loro amore fatto di sogni a occhi aperti e magia. Ma l'assassinio della fidanzata si è abbattuto su Ig come una maledizione: pur essendo innocente, agli occhi della gente è lui l'unico colpevole, e si è comprato l'assoluzione grazie al suo denaro. Tutti, ormai, l'hanno abbandonato. Tutti, tranne uno: il suo demone interiore. Posseduto da un nuovo, terrificante potere e con nuove, spaventose sembianze, per Ig è arrivato il momento di trovare il mostro che ha ucciso Merrin e ha distrutto la sua vita. Essere buono non lo ha portato da nessuna parte. È il momento di una piccola vendetta. È tempo che il diavolo riscuota ciò che gli spetta...

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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