(Maurizio Crispi) Ho cominciato a leggere La scatola a forma di cuore (Joe Hill, Sperling&Kupfer, 2007), piuttosto tardi, rispetto a quando l'avevo acquistato (poco dopo la sua uscita in libreria).
E' arrivato il tempo: l'ho preso dal mucchio e ho cominciato a scorrerne le pagine. Mi è piaciuto: è una ghost story in versione noir che procede con numerosi colpi di scena, sino allo scioglimento finale, con qualche strizzamento d'occhio al mito di Orfeo e Euridice e una versione in "fantasmese" dell'eterna lotta tra bene e male.
Si presenta con un taglio narrativo e con una topica che Stephen King, nelle sue storie, non aveva mai affrontato: quindi, a Joe Hill, figlio d'arte, spetta il riconoscimento dell'originalità rispetto all'opera paterna, anche se lo stile lascia intuire al lettore una profonda conoscenza delle opere del genitore e l'assorbimento dei suoi stilemi che vengono riprodotti in una forma nuova e accattivane.
Pareri discordi nel web: a me, è piaciuto. Forse proprio per trovare una mia serenità di giudizio mi sono astenuto dal leggerlo subito sulla base della meraviglia "E' il romanzo del figlio di Stephen King"!
L'ho letto quando ormai mi ero dimenticato di averlo e quando, per caso, rimettendo a posto altri libri, ci sono inciampato di sopra. Su questo romanzo mi sento di poter esprimere un giudizio assolutamente positivo: se si prende come metro di giudizio il potere intrinseco d'una narrazione di captare l'attenzione del lettore, sarebbe sufficiente il riscontro di questa qualità per poterne decretare la bontà.
In più, avendo letto una miriade di ghost story devo anche dire che il marchingegno narrativo mi è risultato abbastanza originale, pur nel rispetto dei topoi propri del genere.
(Dal risguardo di copertina).Il protagonista, mito invecchiato del rock death-metal, è un collezionista del macabro: un ricettario per cannibali, un cappio da boia di seconda mano, un film snuff. Ma niente può competere con quell'oggetto in vendita su Internet: "Vendesi il fantasma del mio patrigno al miglior offerente..." dice l'annuncio. E l'uomo ha già la carta di credito in mano. Per mille dollari diventa l'unico proprietario di un abito che appartiene a un uomo morto. Il protagonista non ha paura. È da una vita che gestisce una serie di fantasmi: quello di un padre molestatore, delle amanti abbandonate senza cuore, degli amici traditi. Ma quello che gli porta il corriere in una scatola a forma di cuore non è un fantasma come tutti gli altri. L'ex proprietario dell'abito è "morto e vegeto" ed è ovunque: dietro la porta della camera da letto, seduto nella Mustang, in piedi davanti alla finestra, dentro lo schermo gigante del suo televisore, nel corridoio con un rasoio affilato appeso a una catena nella sua mano scheletrica. E sempre in attesa. Per trarre piacere da una lettura niente deve essere dato per scontato: devi poter provare meraviglia ed essere sorpreso da ciò trovi nella pagina scritta.
Di padre in figlio (e consigli per gli acquisti)
In Italia possiamo vantare una lunghissima tradizione di "figli di" (e con "figli di" intendo figli di un personaggio famoso, non altri epiteti più o meno ingiuriosi). Generalmente i sopracitati si
http://scrittevolmente.com/2011/03/20/di-padre-in-figlio-e-consigli-per-gli-acquisti/
Figlio di tanto padre...