Gesù è morto per i peccati degli altri, con il sottotitolo "Sette storie di prostituzione tra omosessualità e religione" (Italia, 2014) è un coraggioso lungometraggio (84') realizzato dalla cineasta Maria Arena che documenta un viaggio profondo nell'umanità e nella spiritualità di un gruppo di trans siciliani che vivono nell'antico quartiere catanese di San Berillo, oggi profondamente degradato, e della loro quotidiana battaglia di dignità. Un'opera coraggiosa, dura ed intensa che ha avuto un lungo periodo di gestazione, durato ben cinque anni.
Presentato al Festival dei Popoli di Firenze lo scorso dicembre, nel concorso Panorama (3 dicembre), è in questi giorni andato in proiezione nelle sale cinematografiche.
La mia corrispondente Elena Cifali lo ha visto visto, emozionandosi, e ne ha scritto nel suo neo-nato blog.
Qui di seguito il suo commento, ed altri link utili per ulteriori approfondimenti.
Gesù è morto per i peccati degli altri: eh, sì! Sono riuscita a vederlo questo film, e ne sono entusiasta! Tornando a casa, in macchina, non ho acceso la radio e ho cenato in silenzio perché non volevo che l'eco di quelle musiche, di quelle voci, di quelle parole fosse inquinato.
È un film dai superlativi assoluti: bellissimo, intensissimo!
La regista Maria Arena, avvalendosi di uno staff competente, ha saputo cogliere una realtà difficile e tormentata e l'ha sapientemente raccontata in un film-documentario.70 ore di pellicola concentrate in 90 minuti di opera finita. Avrei voluto che mai finissero quei 90 minuti!
Sono scene di cui ci si innamora. Tanto per usare una frase di Francesco Grasso, ovvero Franchina (una delle sette protagoniste): "In ognuno di noi, in fondo, c'è un po' di San Berillo".
E come darle torto! In sala, mentre le scene scorrono sotto i miei occhi, vivo il tormento dei transessuali, degli omosessuali, costretti in un involucro che non sentono proprio, che non calza, costretti a mutarlo per piacersi e piacere.Il film commuove, ricco di sensibilità coinvolge e avvolge in maniera toccante lo spettatore.
Diventa a tratti ironico e strappa non poche risate. Un film coraggioso, che non teme d'essere anticonvenzionale.
Mi toccano i gesti, le parole e la limpidezza degli occhi dei di Wander.
L'animo generoso e gentile di Franchina e poi l'umiltà e la fede cristiana di tutti. San Berillo è lì, cuore di una città tra le più belle e amate d'Italia.
San Berillo è una realtà che noi Catanesi ci portiamo a spasso sotto le ascelle pensando che se non abbassiamo lo sguardo non siamo costretti a vederla.
San Berillo vive e, forse, è arrivato il momento di riflettere e rimboccarsi le maniche per dare un futuro a un quartiere "storico" e ai suoi ospiti.
(mymovies.it - Emanuele Sacchi) Franchina, Meri, Alessia, Marcella e le altre sono prostitute, prostituti e trans che si prostituiscono da decenni nel quartiere San Berillo di Catania, degradato e conteso da interessi economici. Quando immaginare un futuro diverso in società diviene un obbligo, le "Belle" di San Berillo si iscrivono a un corso per badanti.
Fin dall'incipit - un'inquadratura che fluttua quasi planando sui tetti catanesi - risulta chiaro come lo sguardo di Maria Arena sia refrattario all'ovvio e quindi come siano scongiurati i peggiori stereotipi nel viaggio che ci si appresta ad affrontare. Con un'attenzione sincera e una curiosità esente da voyeurismi, la macchina da presa si avvicina al privato delle "Belle" per scoprire cosa si nasconde dietro la maschera che sono solite indossare. Il loro passato, le ragioni della loro scelta di trasformazione, la loro dimensione umana e quella spirituale, di chi si sente figlio di Dio anche quando nessuno è disposto a considerarlo tale. Figure tragiche, nel senso più vicino a Euripide, o sorprendenti, come Franchina, che sfoggia una cultura non comune senza che questa risulti incompatibile con un modus vivendi apparentemente così distante.
Uno sguardo inconsueto e privo di retorica, che studia gli eccessi delle Belle senza traccia di compiacimento né di cinismo. Fino a trasformarsi in carezza, il cui affetto cresce man mano che emergono i dettagli, in un'operazione di maieutica che permette alle Belle di rivelare qualcosa di più sulla loro personalità. La regia si fa così strada, vicolo, porta accostata, intervenendo in maniera non invasiva sull'evolversi anche drastico (una delle Belle è costretta da uno sfratto a trasferirsi sulla tangenziale) della vicenda, mentre si rafforza il senso di comunità di chi sa di rappresentare, a modo suo, un quartiere e una storia. Un lavoro emblematico del percorso di crescita che sta attraversando il documentario italiano, sempre più consapevole della propria maturità e del proprio potenziale.
"Le prostitute hanno perduto il senso del loro corpo, non gli danno nessun valore, gli danno solo la morte... Per questo siamo in procinto di entrare nel Regno dei Cieli": una delle protagoniste del film evoca le parole di Gesù per spiegare come si sente a essere una "buttana" di San Berillo, storico quartiere di Catania che da cinquant'anni è universo di travestiti.
Le Belle di San Berillio. Gesù é morto per i peccati degli altri è un documentario catanese, realizzato da Maria Arena, frutto di un lavoro coraggioso durato cinque anni, che sarà proiettato, i...
Su questo stesso magazine, scritto in occasione della sua presentazione al Festival dei Popoli
Tutte le news sul film si trovano sulla pagina FB "Gesù è morto per i peccati degli altri" Link per vedere il TRAILER del film Link per vedere l'intervista alle PROTAGONISTE SUL SIGNIFICATO DEL ...
Maria Arena was born in Catania but lives and works in Milan where she graduated in Philosophy and followed a post graduation in Filmmaking at Milan Civic Polytechnic. As a director, she realised short films (Prima della prima, Ceremony, Deserto Grigio, Io/la religion del mio tempo, Perfection, Viaggiatore Solitario), videoclip (Mario Biondi, Mario Venuti, The Dining Rooms, Peter Sellers and THP), video installation (Camera del sonno, Due o tre cose che so di lei), performance (Promise, Io ho fatto tutto questo/dedicato a Goliarda Sapienza, Democrazia, Del Purgatorio). Adjunct teacher in Digital Video at the Academy of Fine Arts in Catania and Academy of Brera in Milan.
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