Dove sono?
Boh, non so!
Forse all'edicola di cui sono cliente, dove trovo una montagna di cose messe da parte per me?
Già, è proprio così: il luogo mi è familiare.Ora ci siamo: è proprio la mia edicola di Palermo.
Ma nel grosso mucchio che trovo pronto per me, alcune delle riviste e degli albi a fumetti non ricordo di averli mai richiesti.
Ed ora che me ne faccio di tutta questa roba?La rifiuto o la accetto?
Se la rifiuto, la signora Egerina si offenderà con me e non vorrà più tenermi da parte le cose. Se l'accetto, farò la parte di quello che accetta acriticamente qualsiasi cosa e che può esser egabbato in ogni momento.
Insomma, mi trovo a lottare tra Scilla e Cariddi!
Intanto, ad accrescere la mia confusione, mi accorgo che fuori mi aspetta Frida tenuta al guinzaglio da una mia antica amica, che sembra essere emersa dalla nebbie del tempo.
Che ci fa lì? Cosa vorrà?, mi chiedo.
E poi messa lì con santa pazienza a far da balia a Frida...
Questa presenza m'infastidisce.
E anche adesso non sono da meno nel comportarmi in manera villana.
Me ne vado senza aspettarla, utilizzando un'uscita secondaria del negozio.
E riesco a sgusciare via con successo.
Sono a casa di un amico, in una mansarda stretta e lunga.
Conversiamo.
Un piacevole intermezzo:ma non ricorda di cosa si sia parlato.
Discorsi di café, probabilmente.
Arriva l'amica di prima, quella che ho lasciato in modo tanto scortese in mezzo alla strada, sempre con il cane.
Ma proprio non molla!
Fa il broncio ed è offesa con me.
Me ne vado in tronco, irritato, e la lascio in compagnia del mio amico, sperando che facciano amicizia e che se la intendano.
Frida rimane con loro.
Anche lei, poi!
Io da solo marcio lunga una strada, con attitudine del pellegrino che è sempre in cammino, senza avere mai un luogo dove fermarsi.
Ultreia, ultreia!
[da un sogno]
In his later paintings, Edward Hopper sought to express the experience of seeing and perceiving the world by treating light in such a way that it almost becomes a material object. His emphasis on light, the dissolution of material objects, and his ability to visualize an internal reality received its ultimate expression in Sun in an Empty Room, one of his last pictures.
Hopper had the rare gift of being able to perceive reality as a whole in the forms of the outside world, of actually seeing the truth. In his intuitive perception the objects of the world confronted him with a vitality of their own. Thus, it was not only justifiable but also necessary for Hopper to hold to the empirical forms of the world. They were his starting point, his goal, as well as the means of his art, the unique qualities of which will continue to question any form of abstractionism.
In his mature works, Hopper moved from a relatively objective, almost impersonal way of viewing the world, to a very emotional one. This emotionalism did not manifest itself in his brushwork as it did, for example, in Vincent van Gogh. Hopper's application of paint in his mature works became at times almost ascetic in its thinness, while his drawing of forms was sharp and controlled.